mulino caputo farine per pizza, pane e dolci

Vinitaly in diretta. Castelvecchio Carso, spumante in trincea

giovedì, 07 Aprile 2011 di

svinando

Dice Saverio Di Giacomo, il direttore (la famiglia Terraneo, un nome in temissima, è quella proprietaria): “Siamo sul Carso, dunque siamo abituati a stare in trincea… Questo è un Brut da trincea, perché sa com’è, in Friuli stanno salendo le truppe del Prosecco, un nome che tira, fa mercato facile, audience, ma va a detrimento dei vitigni nostri locali. Qualcuno li spianta. Noi con queste bolle li difendiamo”.

Queste bolle nascono sul Carso, il Kras dei vicini sloveni, doline, crepacci, terra rossa un filo, spostata dalla bora quando tira e, sotto, roccia, dura, tosta, crapona, ma che è quella che regala alla vute, ancorata a botte di bisturi (sposto velo terra, taglio roccia, rimetto tera, pianto vite) nella zona d’altura che va su da Sagrado fino al confine di Monfalcone. Un posto dove per trovare l’acqua che la roccia carsica non trattiene si scava fino a 200 metri, 80 sotto il livello del mare, per trovare un pozzo buono e irrigare (soccorso, ovvio) usando un brevetto israeliano fatto per le terre aride. E’ qui che Castelvecchio ha 40 ettari di vigneto quasi eroico, 70% rossi (in primis il Terrano, Refosco istriano dal peduncolo verde) e poi Malvasia, Sauvignon, e via andare. Tra questo andare, ecco le 7.000 bottiglie di Brut, charmat lungo, Pinot Grigio e Terrano (eccolo là!) vinificato in bianco, che con la sua acidità drastica e puntuta non teme certo l’operazione. E che, basso di zuccheri com’è, assicura anche alcol molto umani. Terroso, minerale, piacevole, il Brut di trincea costa 6 euro ai ‘professional’ e 7,50 a chi passa di là (c’è anche una gostilna, un punto mescita e ristoro con prodotti locali, dal classico prsut in poi) e vuol portarselo a casa. A luglio, poi, è in arrivo un Rosé 100% Terrano (sempre charmat) e in prospettiva, con 15 ettolitri messi in prova, un metodo classico. Ci piace, ci piace… Più vini del Carso, meno vini del c…