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Eredi al Vinitaly. Ad Antinori ri-spunta un bel Fiorano in bocca

sabato, 09 Aprile 2011 di

Rinasce dalle ceneri. E si credeva perduto per sempre. Sarà più lo stesso? Boh. Certo non subito. La vite (da vino) non si avvita e gira, come quella filettata. Ma Allegra-Albiera-Alessia, il trio di nipotine Antinori che ha ereditato dal principe Alberico Boncompagni Ludovisi i terreni da cui lui (prima benedetto per averlo fatto nascere, poi esecrato per avero fatto morire) aveva fatto spiantare prima i filari a uva bianca (Semillon e Malvasia di Candia) e un pezzo di rossa, e poi nel ’98 gli ultimi a Merlot e Cabernet Sauvignon (otto superstiti) chiudendo la partita. Ad libitum si pensava (e si piangeva…) con il souvenir affidato alle ultime bocce in giro. In Italia quelle fatte ‘girare’ da uno sponsor ed estimatore d’eccezione, Luigi Veronelli, che le aveva fatte acquistare quasi in blocco da wine merchant amici. E altrove in ristoranti ed wine places svariati. Esempio (che non t’aspetti) Spago, il posto di Puck a Los Angeles.

Ora le ragazze Antinori, presa la terra, hanno deciso di ripiantare: Semillon, Merlot e Cab Sauv, come fece il parente da cui hanno ereditato.

E per dare l’annuncio, in pieno Vinitaly, ecco la degustazione alla volée e ‘à l’aveugle’, coperta, di Fiorano 1988, the last one, e un Saint Estephe di pari annata (tenuta peraltro anch’essa segreta fino a… stagnola stracciata e bottiglie scoperte) e nobile lignaggio, affidata alla casa d’aste Gelardini e Romani.

Le ragazze prevedono la prima ri-Fioranazione già dal 2013-2014. Oggi le cose si fanno abbastanza in fretta.

Intanto, nel bicchiere girano le note animali, cuoiose, e il granata con anulare schiarito e lievemente aranciato del teste numero uno, che sale nel bicchiere, ma resta piuttosto austero e contenuto, non sviene, mantiene l’anima attaccata ai suoi tannini, e sembra dire di voler resistere (malgré l’annata calduccia e anticipatrice) qualche bell’anno ancora.

Più morbido, forse elegante, di certo accogliente e in piena apertura di coda (da fagiano più che da pavone) il campione numero due, che velluta e scalda di più (!) la bocca, più maturo soggettivamente del coevo, e in pieno scollinamento, proprio sotto, o un po’ oltre, il traguardo del meglio della sua vita, pronto a imboccare (con calma, certo) la discesa verso l’albergo, come un ciclista che ha fatto bene la tappa.

Ps per la cronaca, e solo per quella: il numero uno era Fiorano 1988, il due Calon Segur stesso millesimo.

Au revoir, s’il vous plait, al 2013/14. Se son Fiorani, fioriranno…

Foto: winenews.it