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Assaggi di vino. Verticale di 15 Amarone di Masi dal 1977 al 2006

Amarone di Masi, 15 bottiglie dal 1977 al 2006 in una degustazione al Regina Baglioni di Roma. 2006, 1997 e 1988 le annate migliori
venerdì, 16 Marzo 2012 di

Sandro Boscaini ha le idee molto chiare sull’Amarone. Il patron della Masi sa unire passione e ragione nei discorsi come nei vini. La degustazione che ha organizzato all’hotel Regina Baglioni di Roma è stata un compendio della sua attività che illustra perfettamente l’evoluzione di una zona di un vino e della sua azienda. Ha presentato, insieme alla figlia Alessandra e al tecnico Andrea Dal Cin, 15 Amarone di 5 annate e 4 tipologie dal 1977 al 2006.

La degustazione è stata preceduta da una bella introduzione di Boscaini che ha evidenziato le peculiarità della Valpolicella e dell’Amarone cogliendo un aspetto troppo spesso trascurato: il complesso rapporto che lega metodo e materie prime nella produzione dell’Amarone. E’ indubbio che l’appassimento caratterizzi in maniera decisiva il gusto del vino ma allo stesso tempo solo certe uve, provenienti da zone qualificate, garantiscono la qualità del risultato. Masi è un produttore importante per qualità e quantità, un gigante buono (l’immagine con cui Boscaini descrive l’Amarone) che valorizza le espressioni della zona classica della Valpolicella nelle diverse selezioni di Amarone.

I vini assaggiati hanno dimostrato con chiarezza e precisione l’impostazione aziendale, rigore e pulizia nella vinificazione soprattutto. Le annate migliori erano la 2006, la 1997 e la 1988 e i vini hanno sostanzialmente rispecchiato la qualità della vendemmia anche se dall’annata 1997 mi sarei aspettato un risultato più convincente. Ecco comunque l’elenco completo dei vini.

Amarone 1977. Annata di media qualità, vino molto maturo e poco variegato.

Amarone 1988. La prima delle grandi annate, vino brillante e perfettamente armonico, in splendida forma, maturo e avvolgente.

Costasera Amarone 1997. Nonostante l’ottima valutazione dell’annata il vino è piuttosto evoluto e sembra abbia già dato il suo meglio.

Costasera Amarone 2006. Giovane brillante moderno, meno ricco delle annate precedenti ma perfettamente equilibrato.

Costasera Riserva Amarone 2006. L’ultima tipologia presentata sul mercato a partire dall’annata 2003, è caratterizzato dalla presenza del 10% circa di Oseleta e da una struttura imponente ma poco dinamica.

Vajo Armaron 1979. Altra annata media, evoluzione più brillante della precedente ma il vino mostra segni di stanchezza.
quasi

Vajo Armaron 1988. Vino ancora fruttato, l’affinamento (parziale) in fusti di ciliegio lo caratterizza e ne esalta la grazia.

Vajo Armaron 1997. Anche questa versione conferma l’impressione di un’annata esuberante e poco armonica ma intensa e opulenta.

Vajo Armaron 2006. Conferma ed esalta le impressioni del Costasera, con grazia e levità.

Campolongo di Torbe 1988. Questa selezione viene imbottigliata dall’annata 1958 da un vigneto in cui si sviluppa Botrytis cinerea e il risultato è sempre molto ricco, caldo e avvolgente. Grande spessore in quest’annata ma poca finezza.

Campolongo di Torbe 1997. Probabilmente una bottiglia poco felice.

Campolongo di Torbe 2006. Vino ricco e vibrante, ampio e profondo. Assaggio in anteprima perchè l’annata uscirà sul mercato in autunno.

Mazzano 1988. Un Amarone di grandi dimensioni, molto ricco e concentrato in un’annata che non riesce a esaltarne le migliori qualità.
quasi

Mazzano 1997. Il miglior vino della sua batteria, intenso e perfettamente integro con un profilo molto misurato.

Mazzano 2006. Ancora un’anteprima e questa volta l’impressione è veramente notevole. Straordinaria la precisione nella definizione di tutte le sue componenti, frutto e acidità in testa. Giovane e brillante, ha una profonda intensità che lascia presagire una lunga vita.

[Foto: Luiza Messinger]