Pasqua è, gastronomicamente parlando, tra noi. L’agnello al forno è un classico e Rossella Neiadin vi ha chiarito come prepararlo con una ricetta perfetta (ma se volete una variante alla francese con un agnello alla provenzale, accomodatevi pure).
Io vi ho selezionato 5 vini per rendere il vostro pranzo indimenticabile e ho seguito la personalizzazione della pancetta tesa evocata come segno di autolesionismo allo stato brado. Quello che vorrete dal vostro agnello.
Dunque le sensazioni del piatto sono tante poiché è una preparazione complessa e robusta (a voler stare leggeri).
In ordine sparso abbiamo: succulenza della carne, aromaticità di erbette, pepe e pancetta, sensazione amarognola della rosolatura, leggera untuosità per i grassi che abbiamo adoperato.
La matematica non è un caso: abbiamo bisogno di un vino rosso, di buona gradazione alcolica, d’annata, con tannini importanti, acidità e un ampio quadro aromatico.
Posate il coscio che state brandendo e riempite il bicchiere.
1. Cocciapazza 2006 Montepulciano d’Abruzzo doc. Torre dei Beati
Sull’azienda di Fausto e Adriana Albanese, nata nel 2000, sono piovuti premi e riconoscimenti dalle guide e dalla critica. Gli impianti sono sempre quelli ereditati, a tendone con qualche piccola modifica per limitare un po’ le rese. I salti termici conferiscono una decisa esaltazione del corredo dei profumi. Cocciapazza 2006 si presenta di colore ancora rubino vivo, dominato da un frutto fresco e opulento. Archetti larghi e regolari si muovono sinuosi e lenti nel bicchiere non molto fitto: man mano che il vino si apre comincia la danza delle spezie: caffè, cioccolato, liquirizia, tostato, Il naso è seducente; il gusto regge perfettamente il naso. La coerenza mi meraviglia. Sono trascorsi 8 anni e la beva è intrigante, si torna con piacere al bicchiere, il sorso è sapido e persuasivo. Tra durezza e morbidezza fa capolino la sapidità (non dimentichiamo che l’Adriatico è a due passi). Il tannino è ben imbrigliato, setoso con il calore alcolico (14 °C) bilanciato. Freschezza e sapidità si fondono piacevolmente con la lunga e complessa persistenza aromatica.
Le caratteristiche per un ottimo abbinamento ci sono tutte già dalla carta. Prezzo intorno ai 20 € in enoteca. Punteggio: 96/100
2. A’ Scippata Tramonti Rosso Riserva 2007 Costa d’Amalfi doc. Apicella
A Tramonti la viticoltura è eroica e faticosa su stretti terrazzamenti. I vini sono scippati (strappati) alle rocce e le viti sono prefillossera a piede franco. Questa è la realtà della cantina a conduzione familiare, Apicella, a 500 metri sul livello del mare. Caratteristiche le forti escursioni termiche tra il giorno e la notte, rinforzate da costante e sapida ventilazione che è preziosa alleata. Il vino è un uvaggio di Tintore, tipico di Tramonti e residuo Piedirosso. Rese basse e vendemmia tardiva, affina per qualche mese in acciaio, per circa 24 mesi tra legno grande e piccolo e per altri sei mesi riposa in bottiglia. Potente struttura (circa 14° alcol), a sette anni dalla vendemmia il vino è ancora di un bel rosso rubin. Non avrete difficoltà a sentire frutti rossi e poi la scia di spezie, pepe, chiodi di garofano e vaniglia. In bocca è morbido, con tannini importanti. La freschezza offre una piacevole beva. Al palato è molto lungo, con una nota di chiusura piacevolmente amarognola che va a nozze con il nostro agnello con le patate. Prezzo in enoteca intorno ai 30 €. Punteggio: 94/100.
3. S’Adatt 2009 Aglianico del Vulture doc. Azienda Agricola Michele LaLuce
È il vino base del contadino – vignaiolo dalle grandi mani, Michele LaLuce. Rosso rubino carico, vinificato solo in acciaio. Al naso arriva la frutta rossa fresca e un leggero speziato. In bocca il vino ha tannini semplici e ben risolti uniti ad un’agile freschezza. I vini di LaLuce sanno di Vulture, di fatica e passione per la terra. Straordinario il rapporto prezzo qualità. I tannini e la potenza alcolica (13,5% alcol) favoriscono l’abbinamento con un piatto tradizionale anche in Lucania. Prezzo in Enoteca 10 €. Punteggio 93/100.
4. Leone Rosso doc Orcia 2010. Donatella Cinelli Colombini
Siamo in Val d’Orcia, una doc poco conosciuta, e il vino viene prodotto a Trequanda, la sede storica della Fattoria del Colle. E’ un vino da sangiovese al 60% e Merlot al 40%. Si vinifica solo in acciaio e presenta una notevole acidità unita ad un altrettanto elevata potenza alcolica (14% alcol). Rosso rubino carico e vivace, al naso è ricco e fragrante. Al palato rivela una buona struttura, con tannini morbidi e bilanciati. Di piacevolissima beva, ha tutte le caratteristiche per andare d’accordo con il nostro agnello. Prezzo in enoteca 15 €. Punteggio 92/100.
5. Arbis Ros Venezia Giulia Igt 2007. Borgo San Daniele
Siamo in Friuli a Cormòns. Qui l’azienda della famiglia Mauri lavora da generazioni su vigneti ereditati. Sono solo vitigni autoctoni, tra i quali questo pignolo in purezza, non filtrat. Il vino viene lavorato in maniera tradizionale e affina dodici mesi in legno grande e sei mesi in bottiglia. Il colore è un bel rosso rubino carico, al naso è ampio ed elegante con evidenti sentori di frutta rossa e pepe nero. Al gusto è pieno, morbido, tannini ben risolti ed elegante freschezza che ne facilita la beva; la struttura (13,5% alcol) si abbina bene alle caratteristiche del nostro agnello pasquale. Prezzo in enoteca 25 €. Punteggio 90/100.
[Link: Dissapore. Immagine di apertura: Rossella Neiadin]
Giulia grazie, davvero grazie! Sono felicissima che tu abbia scelto il mio Leone Rosso Doc Orcia. Ti aspetto alla Fattoria del Colle per riassaggiarlo insieme
Buono anche un chianti piccini riserva 2011