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Vosne Romanee Cros Parantoux Henri Jayer

Vini all’asta dalla cantina del ristorante Enoteca Pinchiorri. È andata così

All'asta i vini di una delle cantine più prestigiose del mondo, quella del ristorante Enoteca Pinchiorri di Firenze. Ecco come è andata
martedì, 15 Settembre 2020 di

Ricordate l’asta dei vini provenienti dalla cantina del ristorante Enoteca Pinchiorri di Firenze, vero? A fine agosto nel bel mondo dell’enogastronomia non si parlava d’altro.

Sotto il martelletto dei battitori di Zacky’s, casa d’aste americana specializzata in vendite enoiche, sarebbe passato di lì a poco –il 12 settembre– “Enoteca Pinchiorri: The Legendary Cellar”.

Un catalogo da 864 lotti per 2.500 bottiglie, in arrivo dalla cantina che Giorgio Pinchiorri, patron del ristorante fiorentino, ha assemblato a partire dal 1972. Cantina leggendaria, probabilmente la più favoleggiata di sempre. Base d’asta: 2 milioni di euro.

Il punto non è mai stato se l’asta fosse stata organizzata da Pinchiorri per risolvere i problemi economici causati al ristorante dalla pandemia di COVID-19. Il punto era ed è rimasto questo: come finirà questa asta epocale?

Oggi, finalmente, possiamo rispondere. In tutto, sostiene WineNews, sono stati raccolti 3,3 milioni di dollari.

Asta enoteca pinchiorri Vosne Romanee Cros Parantoux Henri Jayer

Prima sorpresa. Il lotto composto da tre bottiglie di Vosne Romanee Cros Parantoux Henri Jayer del 1985, battuto al prezzo di 98.561 dollari, ha fatto meglio di un altro lotto, sulla carta il vero gioiello del catalogo. Parliamo di quello formato da due magnum cru di Vosne Romanee Cros Parantoux Reserve Henri Jayer del 1999, la cui base d’asta era 79.484 dollari e che è stato invece battuto per 90.347 dollari.

Da notare che i vini di Jayer, forse il più grande produttore di Borgogna, erano confezionati in casse di legno, altrimenti introvabili perché fatte realizzare a Firenze con il permesso dello stesso Henri Jayer.

Ben tre lotti si sono divisi ex aequo la terza piazza. Nei primi due il mattatore è stato ancora Henri Jayer. Il primo lotto era composto da una (introvabile) magnum di Richebourg annata 1979, una tra le migliori di sempre. Il secondo sempre da una magnum di Richebourg ma del 1982. Il terzo lotto consisteva ancora in una magnum, ma questa volta di Musigny Georges Roumier del 1990. 

I tre lotti sono stati battuti per un totale di 62.422 dollari. 

Per quanto riguarda i lotti italiani, è stata battuta una 15 litri di Masseto, annata 2014, all’equivalente di 20mila euro. Notevole il prezzo spuntato da sei bottiglie di Barolo Monfortino Riserva di Giacomo Conterno 2013, vale a dire 6.700 euro.

La bottiglia da sei litri (“imperiale”) de Le Pergole Torte Riserva Montevertine 1990 ha spuntato 6.500 euro e due magnum di Barolo Bartolo Mascarello 1990 4.800 euro. A completare la lista di etichette italiane d’annata che si sono particolarmente distinte, una “jeroboam“ (5 litri) di Tignanello 1978 di Antinori, acquistata a 2.700 euro, 4 bottiglie di Brunello di Montalcino Riserva 1990 di Biondi Santi battute a 1.600 euro.

Oltre a questi lotti, il tesoro proveniente dal caveaux fiorentino dell’Enoteca Pinchiorri, una minima parte di quello radunato in 50 anni di ricerche e viaggi all’estero, includeva anche una collezione di acquaviti imbottigliate in vetro di Murano soffiato a mano.

sassicaia

Alla fine, come gli esperti di aste enoiche avevano abbondantemente previsto, la base d’asta di due milioni di dollari per 864 lotti è stata superata, e non di poco.

Bisogna vedere ora se il risultato dell’asta avrà ingolosito Giorgio Pinchiorri. E se, di conseguenza, che sia per le difficoltà create dalla pandemia di coronavirus al ristorante, o per qualunque altra ragione, ci sarà una “Enoteca Pinchiorri The Legendary Cellar” numero 2.