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14 Dicembre 2020 Aggiornato il 19 Dicembre 2020 alle ore 16:02

Nuovo Dpcm: zona rossa da Natale alla Befana, chiusi ristoranti e bar

La beffa di Natale potrebbe diventare una tragedia per i ristoranti che chiuderebbero nei giorni comandati delle feste. Il Presidente del Consiglio,
Nuovo Dpcm: zona rossa da Natale alla Befana, chiusi ristoranti e bar

La beffa di Natale potrebbe diventare una tragedia per i ristoranti che chiuderebbero nei giorni comandati delle feste. Il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha convocato per oggi un vertice d’urgenza con i capi delegazione per decidere cosa si potrà fare e cosa no a Natale, Santo Stefano e Capodanno.

È l’effetto Merkel, cioè la decisione della cancelliera tedesca di imporre un nuovo lockdown rigoroso da mercoledì 16 dicembre e fino al 10 gennaio.

O, se volete, l’effetto shopping del weekend appena concluso. Nell’Italia quasi tutta gialla, complice anche le belle giornate di sole, le strade dei negozi (aperti anche in zona arancione) sono state prese d’assalto. Tempo di regali e tempo di nuovi assembramenti.

Il giallo che non protegge

zone gialle Italia

Nelle zone gialle – praticamente quasi tutte le regioni ad esclusione di Valle d’Aosta, Provincia di Bolzano, Toscana, Abruzzo e Campania – hanno riaperto a pranzo anche bar e ristoranti.

Una combo, quella di negozi e ristoranti, giudicata micidiale per il proliferare dei contagi.

E così l’ala rigorista del Governo che vuole misure più stringenti, con i ministri della Salute Speranza, dei Beni Culturali Franceschini e della Giustizia Bonafede, ha ripreso il sopravvento.

L’esempio della Germania non passa certamente inosservato. Il lockdown tedesco ha tutti gli aspetti della zona rossa in Italia. Molti divieti e chiusure, ma senza restrizioni alla mobilità se non come raccomandazione di spostarsi solo in caso di necessità.

Le deroghe al vecchio Dpcm

traffico a Natale

Mobilità che è invece all’ordine del giorno delle deroghe auspicate dagli esponenti dell’ala “allentista” che raggruppa rappresentanti della maggioranza e dell’opposizione. I famosi spostamenti tra piccoli Comuni che sarebbero quelli con meno di 5.000 anime, cioè il 70% dei municipi italiani con circa 10 milioni di abitanti in totale. I numeri sono stati snocciolati dal Presidente della Regione Vincenzo De Luca nel corso del suo intervento a Che Tempo che Fa. Sulle barricate c’è Matteo Renzi che con la sua Iv sta cercando di ridurre il potere emergenziale dei Dpcm di cui Conte ha fatto uso in questi mesi di pandemia. Si traccheggia sulla possibilità di spostarsi tra comuni nel raggio di 20 o 30 chilometri.

Mentre il ministro degli Affari Regionali Francesco Boccia chiede provvedimenti più restrittivi per combattere lo shopping selvaggio.

In mezzo ai fuochi dell’artiglieria dei due blocchi ci sono proprio i ristoranti. Costretti a dire addio alla cena e a rifugiarsi nell’asporto e nelle consegne a domicilio che hanno rivisto un po’ di luce con le zone gialle e la possibilità di effettuare il servizio a pranzo.

Ma le file davanti ai negozi si sono sommate con le file davanti ai ristoranti e ai tavolini degli aperitivi. Consentite le aperture, gli Italiani non hanno rinunciato al rito dell’aperitivo e alle quattro chiacchiere in compagnia pur anticipati agli orari previsti. La chiusura alle 18 ha cambiato le abitudini solo sulle lancette dell’orologio.

A numeri siamo messi male. Senza voler spaccare il capello ai 21 indici e al succo dell’algoritmo che incasella le regioni nelle zone gialle, arancioni e rosse, la situazione non è dissimile da quella della Germania.

Un nuovo Dpcm Natale tutto rosso sul modello tedesco

nuovo Dpcm Natale Italia tutta rossa

La soluzione sembra quella di mandare in zona rossa tutta l’Italia nei giorni a maggior rischio di assembramento. Il 20 dicembre teoricamente tutta l’Italia sarò zona gialla. Dal 21 scatta il divieto di spostamento tra le Regioni anche se sono in fascia gialla. Ma il nuovo Dpcm Natale e Capodanno potrebbe rimescolare le carte. Tutta l’Italia in zona rossa il 25, il 26, il 31 dicembre e il 1 gennaio.

Quindi ristoranti chiusi anche a pranzo.

O, peggio, come vorrebbe l’ala rigorista del Governo che trasformerebbe l’Italia gialla già il 19 dicembre per evitare le stesse scene dell’ultimo fine settimana. Tutto chiuso tranne i negozi di necessità come alimentari, farmacie, edicole, tabacchi anche se le maglie dei codici Ateco sono ben più larghe.

Decisione complessa anche per la posizione di Italia Viva espressa dalla ministra all’Agricoltura Teresa Bellanova: “Confrontiamoci con la comunità scientifica e decidiamo misure coerenti e comprensibili. Scegliamone anche più restrittive di quelle attuali, se necessario, ma comprensibili. Perché solo così i cittadini saranno indotti a rispettarle”.

Il contrario delle deroghe, a volerle leggere in ottica rigorista. Giusto il contrario di quanto auspicato dagli organismi di rappresentanza dei ristoratori che favoleggiavano sulla possibilità di restare aperti anche di sera almeno fino alle 22.

La differenza con la Germania è una sola. Sostanziale. La Merkel ha previsto un bazooka da 11 miliardi di euro per sostenere le aziende costrette alla chiusura riconoscendo fino al 90% del fatturato dell’anno precedente per evitare fallimenti. Ma in Italia questi numeri sono ben diversi come ha chiarito a suo tempo, nel bene e nel male, Luigi Bersani.

Pe bar, ristoranti e pizzerie insomma si prospetta un Natale durissimo. Da cancellare dal calendario.

Argomenti:
Coronavirus
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Vincenzo Pagano
Fulminato sulla strada dei ristoranti, delle pizze, dei gelati, degli hamburger, apre Scatti di Gusto e da allora non ha mai smesso di curiosare tra cucine, forni e tavole.
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