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4 Febbraio 2021 Aggiornato il 4 Febbraio 2021 alle ore 12:59

Ristoranti vietati a chi non è vaccinato, dice Giuseppe Ippolito del Cts

Il direttore scientifico dello Spallanzani e membro del Cts propone ristoranti vietati se non si è vaccinati
Ristoranti vietati a chi non è vaccinato, dice Giuseppe Ippolito del Cts

“Precludere ristoranti, cinema, stadi e aerei a chi non si vaccina”. È la proposta che arriva da Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dell’Istituto nazionale di malattie infettive Lazzaro Spallanzani di Roma e membro del Comitato tecnico scientifico. 

Ristoranti vietati a chi non potrà esibire un “passaporto” che attesti l’avvenuta vaccinazione anti Covid-19 è un’idea già ascoltata. Lo aveva chiesto, ad esempio, Alessandro Gassman e le polemiche non erano mancate.

Prevedere ora il divieto di accedere ai ristoranti con una piccola parte della popolazione vaccinata, in pratica i soli sanitari, avrebbe profili punitivi.

Ippolito auspica l’introduzione di severe limitazioni per chi non vorrà sottoporsi al vaccino per scelta personale. Lo fa in sostegno della campagna vaccinale e lo ha dichiarato in un’intervista rilasciata a Repubblica. 

“Il problema ora è la mancanza del vaccino. Fra gli over 80 nel Lazio si sono registrate 100mila prenotazioni solo il primo giorno. Ho fiducia che gli italiani abbiano capito l’importanza del vaccino. L’adesione al distanziamento, che da noi è elevata, dimostra che se le cose sono spiegate chiaramente, vengono capite”, ha detto Ippolito. 

Secondo i dati rilasciati da Gimbe, dal 27 gennaio al 2 febbraio, in ben nove regioni d’Italia è risalito il dato dei contagi. 

Sarebbero “i primi segnali di un’inversione di tendenza” che evidenzia come si siano “esauriti gli effetti del decreto di Natale”. 

Anche a livello internazionale i numeri sono impressionanti: la metà delle vittime mondiali si sarebbe registrata in cinque Paesi, ovvero Stati Uniti (il Paese con più decessi, 450mila), Brasile, Messico, India e Regno Unito. 

Perché i ristoranti vietati

Ippolito aveva già sostenuto la tesi circa la pericolosità del contagio da Covid-19 a riaperture attività economiche e mondane a scioglimento del primo lockdown. 

Lo disse proprio lo scorso metà maggio, a ridosso della prima, gravissima, ondata di contagi: “Adesso bisogna fare attenzione alla seconda ondata. Tante riaperture tutte insieme portano con sé il rischio che l’epidemia riparta. Più persone in giro, più contatti sui mezzi pubblici e nei negozi, nelle aziende e al ristorante rendono fondamentale il rispetto delle misure di prevenzione. Altrimenti nel giro di poco tempo ci troveremo a chiudere di nuovo tutto”.  

Ora bisogna riflettere sull’efficacia di un provvedimento che dica vietati i ristoranti a chi non è vaccinato.

Argomenti:
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