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Tenuta Barbarossa: le etichette per Pesaro Capitale della Cultura

La cantina Tenuta Barbarossa, in occasione di Pesaro Capitale della Cultura 2024, ha ridisegnato le etichette dei vini e della grappa
mercoledì, 15 Maggio 2024 di

Pesaro è Capitale della Cultura 2024 ed ha un programma che si snoda tra luoghi iconici e programmi cui aggiungo le bottiglie di vino di Tenuta Barbarossa. Alcune gemme spiccano nel tessuto urbano. La struttura castellana del ristorante Il Castiglione, il Villino Ruggeri, la sfera di Arnaldo Pomodoro, la ciclabile che arriva fino a Fano. Se sul lungomare si nota la scultura con il grande casco di Valentino Rossi il cui gusto è discutibile, addentrandosi nel centro si incontrano la Casa Museo di Gioacchino Rossini, il Museo Nazionale Rossini e Teatro dedicato al medesimo compositore.

Sono molti gli eventi in programma. Ad esempio, Blu: il colore della cuccagna, rassegna artistica diffusa organizzata da Casa Sponge (fino al 31 dicembre 2024) tra Pergola, Urbania, Peglio, Borgo Pace e Sant’Angelo in Vado. O L’Oro Blu, mostra a cura di Leonardo Regano al Museo dei Bronzi Dorati di Pergola. Presso il Centro Arti Visive Pescheria, ha aperto una mostra ‘Sculture nella Città 1971/2024 – Dall’arte pubblica di Arnaldo Pomodoro allo spazio urbano di dieci giovani autori’, a cura di Pippo Ciorra. Tra gli artisti, anche la romana Lulù Nuti.

Per mangiare, invece, avete la nostra guida.

La Tenuta Barbarossa e il progetto di Simbiosi Illustrazione

La vendemmia a Tenuta Barbarossa

Simbiosi Group-ramo Illustrazione, fondata da Camilla Falcioni nel 2021, ha l’obiettivo di sostenere giovani leve dell’illustrazione, molte delle quali finiscono spesso nell’editoria per ragazzi. Simbiosi punta al supporto di aziende illuminate proponendo un portfolio di circa 15 artisti.

In questo caso la collaborazione con Tenuta Barbarossa ha coinvolto gli artisti Viola Bartoli per le etichette della grappa, Michael Bardeggia per il Bianco e i due Rossi, Camilla Cesarini – in arte Armadilly – per il Rosè ed il Rosé Brut.

La conduzione viticola della tenuta è biologica. Oltre a rame e zolfo, Tenute Barbarossa utilizza essenze naturali come estratti di oli da agrumi che consentono di accrescere le difese immunitarie della vite. Perché mantenendo la foglia più verde, migliorano la capillarità della fotosintesi. Sfruttano il chitosano, un estratto naturale proveniente da crostacei e da funghi presenti sulla superficie dell’uva dal forte impatto antibatterico. La piantagione di leguminose (pisello), graminacee (orzo), brassicace (senape) promuove uno scambio colturale: queste piante forniscono l’azoto che evita la crescita di infestanti nocive per la salute della vite. In ultimo, lombrichi e piccoli insetti piccoli, come lo sviluppo di microorganismi rendono il terreno più sano grazie al loro lavorio e alle loro secrezioni.

i grappoli di Tenuta Barbarossa

Il numero magico per Sangiovese, Verdicchio e Chardonnay è 3300 piante per ettaro. Minore resa, maggiore qualità. La Tenuta ha anche 3 ettari in affitto per il Trebbiano a 5-6 chilometri, nel borghetto di Sant’Andrea in Villis.

I nuovi proprietari della Tenuta, esperti nella vendita di macchine enologiche prodotte a Pesaro, l’hanno acquisita nel 2021 da una piccola azienda familiare. Sono produttori di una macchina brevettata che invece di pressare l’uva con l’aria, la aspira attraverso una membrana riducendo in tal modo tra il 30 e il 40 % il consumo energetico. In questo modo il mosto è estratto quasi integro, senza essere stressato, come fosse pressato con le mani. Al mosto trasferito in contenitori d’acciaio a temperatura controllata, aggiungono pochissimi solfiti (meno del livello del biologico). I processi fisici come il freddo e i gas inertizzanti, azoto e anidride carbonica, proteggono il vino dall’ossidazione. La scelta del naturale combina la lavorazione in vigneto, la fase meccanica e quella della fermentazione – senza additivi o prodotti di sintesi chimica.

Le etichette di Tenuta Barbarossa

i vini di Tenuta Barbarossa

Michael Bardeggia ha disegnato l’etichetta del vino L’Orologio con il carretto da vigna con sopra la pressa della botte e un cuculo a campeggiare. Sempre Bardeggia ha disegnato Il Castello (100% Sangiovese) dove compare invece un’upupa e Il Borgo con la rappresentazione di un tordo e lo stemma originario di Candelara con la corona a 5 punte.

Candelara

Se Il Castello vanta sentori di liquirizia, foglia di pomodoro e tabacco, un colore rosso vivido, Il Borgo risulta più cremoso con frutti rossi più maturi, note balsamiche e una tonalità più aranciata.

Per quanto riguarda l’etichetta del Rosato disegnata da Armadilly, l’artista ci racconta come all’inizio avesse immaginato la figura di una pin-up, abbracciando alla fine l’idea di una donna stile anni Venti. La dama dai capelli lisci e corvini, adagiata su una poltrona, è avvolta da una vestaglia rosa dalle maniche e il collo di pelliccia che lascia spiccare la diagonale disegnata delle gambe nude e dalle scarpe. La donna ammicca con il suo calice di rosé in bella vista. L’artista ha infatti giocato ed evidenziato la parola “OSÈ” contenuta in “Rosè”.

Lo spumante e la grappa

Per la nuovissima etichetta dello Spumante Rosè di Tenuta Barbarossa, Armadilly gioca sempre su sensualità e ironia. La stessa donna, con piuma tra i capelli, sfoggia una veste rosa dalla gonna tulle che avviluppa le gambe come la coda di una sirena. Le sue braccia sono aperte mentre sorregge sulla destra il calice e sulla sinistra la bottiglia. La posizione della donna ricorda, a livello iconologico, quella del Crocifisso ma le linee tenui e sinuose del corpo e l’aria di festa donano all’immagine un’aura mondana.

Per l’etichetta della Grappa, Viola Bartoli ha pensato alla complessa lavorazione del distillato di vinaccia. Ha rievocato così gli alambicchi alchemici tratteggiando il profilo di un pentolone sulla metà dello spazio verticale dell’etichetta, nobilitando l’immagine con il colore oro. Sull’altra metà ha scritto la parola grappa in corsivo con una calligrafia da penna e calamaio.