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Alta Fedeltà. Il vino e la libreria di Bacco

martedì, 11 Gennaio 2011 di

svinando

copertina-soldati-vinoInverno 1983, preparavo la maturità classica e a Latina apriva l’Enoteca dell’Orologio in piazza della Libertà. Sembrava di stare nelle piazze d’Italia di De Chirico. Finivano gli anni di piombo e la voglia di divertirsi era a mille. Il vino, quello con la V maiuscola, entrò nella mia vita e da allora per me niente è stato più lo stesso.

Da allora sono successe tante cose nella mia vita di “santo bevitore”: i primi arrembanti corsi da sommelier, le prime bottiglie importanti bevute, le nottate all’enoteca Fioretto, l’incontro con il Goccetto ed il suo mondo, i primi viaggi nelle Langhe e in Francia. Una passione che ha cambiato la mia vita, sino a diventare un lavoro (per quanto una passione possa essere lavoro).

Ovviamente, non potevano mancare i libri in questa avventura. Prima Mario Soldati, con l’imprescindibile Vino al Vino, aveva condizionato la mia infanzia. Ricordo ancora nei primi anni 70 il viaggio in Abruzzo che narrerrà in quel testo e la sua visita alla cantina di mio nonno a Miglianico con noi nipoti, tutti in fila nella vecchia casa, con i calzoni corti e la giacchetta delle feste. Quelle pagine le ho lette e rilette e restano uno straordinario spicchio della mia memoria. A questo archetipo ne sono seguiti molti…

Prima i libri di testo dei corsi dell’Ais, poi, via via, la scoperta di un mondo di suggestioni e di letteratura sul e intorno al vino. Alcuni mi seguono da allora e mi accompagnano in tutte le case. Esattamente come per il cibo e la cucina sono diventati miei compagni inseparabili. Rassicuranti come la coperta di Linus.

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Ecco il mio elenco, che vuole essere assolutamente personale e non esaustivo:

  1. Atlante mondiale dei vini, di Hugh Johnson, un vero e proprio atlante dei territori del vino, scritto in un periodo in cui parlare di paesaggi vinicoli non era affatto scontato. Quanti viaggi ho costruito lì sopra, alcuni realizzati altri non ancora. Imprescindibile
  2. Due cuori una vigna. Di Guido Ceronetti. L’epistolario tra il grande scrittore piemontese e il suo vinaio di riferimento, Arturo Bersano. Il libro, per me, narra quanto possa essere esclusivo questo rapporto. Un piccolo almanacco di pensieri, liste di bottiglie, disegni e chiacchere: Geniale
  3. Il gusto del vino, di Emile Peynaud. Un testo sacro della sommellerie. Ancora oggi dopo tanto tempo uno scrigno pieno di saperi e profumi, da consultare e riconsultare. Imprescindibile per capire l’enologia moderna. Tecnico
  4. Memorie di un assaggiatore di vini, di Daniele Cernilli. Un libro semplice e immediato, come è il rapporto di Daniele con il vino. Attraverso le bottiglie narra la sua storia e attraverso questa la nostra storia, quella di un paio di generazioni che hanno cambiato il vino italiano. Emotivo
  5. Fertilità della Terra, di Ehrenfried Pfeiffer. Non è un libro sul vino, ma sulla coltivazione. Il Testo madre della biodinamica dell’allivo di Steiner. L’ho scoperto una decina di anni fa grazie ad un amico fervido steineriano. Da allora lo leggo e lo rileggo, con la sensazione che non sia la Soluzione, coe alcuni ritengono, ma una straordinaria possibilità. Esoterico

Allora, qual è il vostro libro “madre”?

Foto: melmoday.blogspot.com