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Black Mamba consiglia: non fate sesso, andate al wine bar!

Sette indirizzi di wine bar, dalle Alpi alla Sicilia, passando per il Goccetto di Roma. Ecco, su Scatti di Gusto, una sana alternativa al sesso!
lunedì, 03 Ottobre 2011 di

…” E viene da pensare che se non fosse che si deve chiudere, resteremmo qui tutti per sempre.” Wu Ming
…”non conviene fare sesso, il piacere dura poco, si fa una gran fatica e la posizione è ridicola”. Luciano De Crescenzo.

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Chissà quante serate ho trascorso al Goccetto di Roma, da Sergio e Anna. Ho assaggiato di tutto, vini diversi, talvolta sempre gli stessi con passione più o meno durevole. Ho amato e ripudiato con superbo disprezzo lo stesso vino nell’arco di poco tempo e talvolta mi è capitato di rispolverare una vecchia fiamma, con o senza bolle, che credevo archiviata per sempre. Non posso contare le serate della mia militanza in quell’enoteca, ricordo solo che iniziai nel 1995, quando vi abitavo a fianco.

Ho conosciuto tutti i miei amici di Roma lì e qualcuno l’ho importato da fuori. Produttori di vino, giornalisti, attori, critici d’arte, nullafacenti, artisti e artisti nullafacenti. Qualcuno nel frattempo è morto, ma non lo sa. Qualcun altro e vivo ed è come se fosse morto e poi c’è chi è morto per davvero. Il wine bar (enoteca, mescita, chiamatelo come volete) è una culla per chi col vino scambia sincera passione. Di scambio si tratta, non ho alcun dubbio. Io amo il vino e il vino ama me. Non è altro che un atto di fede, lo considero un dono, seppur poco salutare. Ma chi lo sa cosa fa bene e cosa fa male? Me lo ripete spesso un bravo amico medico e mi viene comodo credere alle sue parole.

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L’altra sera abbiamo assaggiato vini fino a tardi, una volta mi capitava più spesso, quando ero più giovane e non dovevo coricarmi strafatta di Alka Seltzer per digerire ed evitare una brutta cefalea il giorno seguente. E’ stata una serata piacevole, fra amici, come ne abbiamo fatte tante. Si è parlato delle solite cose, anche banali se volete. Sergio non è avvezzo alla chiacchiera, parla più volentieri di cose che di persone e questo mi piace. I gusti che cambiano, le mode nei vini, le tendenze talvolta ridicole, le posizioni più radicali, il gusto del pubblico novizio e quello di noi vecchi bevitori esperti, non foss’altro per la quantità di assaggi conclamata. Non sono mancate urla e parolacce, proprio come al bar dove mio padre giocava a biliardo e mio nonno a briscola e tresette, vincendo troppi bicchieri di vino per non finire anzitempo a concimar la terra.

Io sono nata e cresciuta a Bologna, sono sempre stata una da bar, un personaggio da bancone. Preferisco una buona bottiglia condivisa con amici e avventori a una serata tediosa e dagli esiti incerti con un pretendente miracolato qualora nottetempo decidessi di fargli un regalo. E’ la verità! Il vino mi diverte, mi seduce, mi conquista, si cura della mia anima e mi tende una mano quando ne ho bisogno. Ricambia i miei sentimenti, senza competere, perché talvolta è all’altezza e talvolta non lo è e questo non è un problema per entrambi. Una coppia affiatata, affine e so che lui un giorno sopravviverà dignitosamente alla mia scomparsa, proprio come io vorrei, mentre io non sopravviverei alla sua e qui risiede la mia debolezza.

Mi piacciono i luoghi del vino, sono gli unici spazi dove mi muovo realmente a mio agio. Ci vado da sola e mi piace stare lì, al bancone ad assaggiare, ad ascoltare, a guardarmi intorno per cercare di capire chi un giorno prenderà il mio posto perché il passaggio di testimone è uno dei gesti più nobili che io conosca e nell’era di Orazio e di Andrea, io al Goccetto mi sento sempre di casa, anche se non sono più protagonista.

Mi piacerebbe giocare a carte o a scacchi ma a Roma un certo tipo di ricreazione è bandita. Trovo più sano questo che trascorrere la serata in coda sul Lungotevere a guardare dal finestrino una moltitudine di coppie stanche, che passeggiano su piazza Trilussa, senza meta, per riempire il vuoto di un paio d’ore prima della trombata settimanale che li ha distratti sul lavoro per l’intera giornata.

Lenzuola sbiadite e da quattro soldi, biancheria acrilica, viola e tutt’altro che intima. Colonie sbagliate, deodoranti in stick, unghie di resina e qualche gomito di troppo che aggiunge goffo disagio fisico a una cornice esteticamente oscena.

Dietro al paravento volgare di un conformismo ordinario e impiegatizio, riuscite a scorgere qualcosa di bello? Io no. Per questo penso che sarebbe meglio tornare al bar. Andiamo al wine bar, come se fosse una seconda casa, proprio come facevano i nostri nonni all’osteria o al bar della piazza. Sceglietene uno comodo e andateci a piedi o in bicicletta, in barba agli etilometri. E’ bello andare al bar e sugli amici del bar potete contare, anche su chi ve le ha promesse il giorno prima. L’amico del bar se ne fotte di fregarvi la poltrona. Date retta a Black Mamba!

E ricordate gli indirizzi preferiti da Black Mamba:

Milano. Fioraio Bianchi, via Montebello, 7

Milano. Ross & Bianch, via Pasquale Sottocorno, 11

Torino. Scannabue, Largo Saluzzo, 25/H

Udine. Al Cappello, Via Paolo Sarpi, 5

Verona. Sottoriva, Via Sottoriva, 7/A

Bologna. Osteria del Sole, Vicolo dei Ranocchi, 1/D

Palermo. Vinoveritas, via Sammartino, 29