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Espresso | Cosa c’è da sapere per preparare un buon caffè

giovedì, 24 Novembre 2011 di

svinando

Ma cosa hai messo nel caffè? L’interrogativo è assolutamente lecito. E proprio per conoscere l’espresso italiano, l’Azienda Romana Mercati, in collaborazione con l’Istituto Nazionale Espresso Italiano e l’Istituto Internazionale Assaggiatori Caffè, ha organizzato una giornata full immersion per riconoscere e assaggiare un espresso di qualità e distinguerlo da uno scadente.

Tanto per cominciare, l’espresso perfetto è costituito da 25 millilitri di bevanda ricca e densa, ottenuto da 7 grammi di miscela di qualità lavorata in una macchina professionale per 25 secondi dalle mani di un barista esperto.

Inoltre, “la temperatura del caffè deve essere di 63 gradi, lo zucchero non influisce assolutamente sul gusto del caffè e va servito in ceramica bianca e fine”, come spiega al pubblico di Espresso Italiano Tasting Luigi Odello, presidente del Centro Studi Assaggiatori, grande conoscitore di caffè e conduttore vivace della giornata dedicata a quest’arte tutta italiana. “L’espresso è solo italiano e si riferisce alla macinatura fatta al momento”, continua Odello. “E’ fondamentale far respirare il caffè una volta aperto dal suo involucro. Un caffè da quando è tostato dura due anni conservato al fresco e al buio. Per me la cosa migliore a casa è la moka anche se contiene più caffeina”.

A preparare le diverse miscele c’è l’appassionato barista Vincenzo Mancuso che lavora alla Casina del Lago di Villa Borghese. “Uno degli ultimi sistemi è inserire l’azoto oppure con la valvola salva aroma che consente di far uscire i gas che il caffè continua ad emettere e non fa entrare aria”. Parola di Francesco Geracitano, presidente di Haiti Caffè e presidente dei Torrefattori del Lazio.

Anna Facchini, responsabile del marketing, è promotrice attiva del bio fair trade “Il Caffè espresso è famoso nel mondo ma il caffè americano la fa da padrone in termini economici. La linea biologica oggi sul caffe è di qualità anche se la produzione bio è poca: centro e sud America, Indonesia e Etiopia. Il fair trade evita lo sfruttamento dei minori, migliora le qualità della vita dei fazenderos”.

“Un caffè indimenticabile come l’espresso italiano”, dice Luigi Odello sempre in giro per piantagioni. “E’ il caffè ‘pasado gota a gota’ che ho assaggiato sulla Costa Andina. Una sorta di distillato di caffè che viene diluito con acqua calda per riportarlo al volume di consumo”.