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Caol Ila 1994. Se capita non fatevelo scappare anche dopo la cacio e pepe

mercoledì, 04 Aprile 2012 di

Piazza Margana è uno degli angoli più intriganti di Roma, vicinissima a luoghi in cui spesso imperversano traffico e caos e nonostante ciò silente e semivuota, circondata da palazzetti deliziosi e attici che sembrano oasi di verde appese al cielo. Un pranzo all’aperto da Vinando, uno dei posti che si affacciano sulla piazza offre il piacere del luogo e anche due segnalazioni di inizio e fine del pasto: spaghetti cacio e pepe in crosta (cestino) di pecorino e un single malt molto particolare dell’isola di Islay.

La pasta finalmente si distacca da quel folto gruppo di imitazioni di cacio e pepe che fanno rimpiangere la pasta al burro e si presenta giusta nella cottura e cremosa senza eccessi, quanto basta perché i sapori siano ben amalgamati e il cacio abbia il rilevo che merita.

Solo un piccolo cedimento al pepe rende il tutto particolarmente saporito ma l’insieme funziona bene e può valere la pena di fare una sosta per assaggiarla.

L’aria fresca e frizzante ci ha fatto cercare e scegliere un distillato che si è rivelato essere un Caol Ila del 1994 di Gordon&MacPhail a gradazione piena (oltre 58°..), imbottigliato nel 2005 in Elgin  dopo un lungo affinamento in botti di sherry, anziché di bourbon.

Grande morbidezza ed equilibrio insoliti per un full proof, in genere distillato ostico da degustare proprio per le sua peculiare “muscolarità” alcoolica. In questo caso, un colore meraviglioso di ambra scandinava con riflessi di oro fiammante ha preceduto un naso di torba mitigata e levigata dagli aromi del legno di sherry, di erica, miele e piante officinali e una bocca in cui al miele si sono affiancati fico e frutta secca, caramella mou e delicati sentori di affumicato di torba e cenere. Insomma, una grande e gradevole beva che ha reso questo single malt lieve come il ponentino pomeridiano. Purtroppo, per queste sue caratteristiche è probabile che sia difficile da trovare. Ma se dovesse capitare, è da non perdere.

 

(Carlo Bertilaccio, Maurizio Valeriani)