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Pasta Mancini_Eats

Packaging: cibi irresistibili per gourmet con spiccato senso estetico

lunedì, 20 Gennaio 2014 di

svinando

Eat's-Milano-store-scaffali

Anche l’occhio vuole la sua parte. Il consumatore attirato dal packaging del cibo non è un mistero né per le aziende produttrici né per gli hub enogastronomici che basano parte del loro successo sulla cura delle confezioni e della loro esposizione. A Milano, un giro in pausa pranzo tra i corridoi di Eat’s, lo store-bistrot all’interno dell’Excelsior, e al settimo piano della Rinascente, conferma questa impostazione. Sempre più aziende affiancano alla qualità dei prodotti una crescente attenzione alla loro presentazione. Arrivati alle casse, ci si ritrova con il carrello ricolmo di cibi di cui, manco a dirlo, sentiamo improvvisamente un profondo bisogno. Estetico, oltre che gourmet.

1. Aceto balsamico Bonini, Eat’s

Aceto Balsamico Bonini_Eats

Si tratta dell’ultima boccetta di profumo di Chanel, o dell’aceto balsamico di Bonini? Disponibile in due varianti, a seconda del periodo di invecchiamento (oltre dodici anni per il prodotto ‘classico’ e oltre venticinque per quello ‘extra vecchio’), l’aceto balsamico tradizionale di Modena è racchiuso in una boccetta di vetro tonda che ci si aspetterebbe di trovare in profumeria, piuttosto che nella dispensa.

2. Olio Terre di San Vito, Eat’s

Olio Terre di San Vito_Eats

Veramente dentro a questo otre dorato da cui sembrerebbe dover spuntare da un momento all’altro il genio della lampada, c’è ‘solo’ dell’olio? Direttamente dalla campagna pugliese arriva sugli scaffali di Eat’s, di bronzo vestito, il frutto degli ulivi della splendida Polignano a Mare.

3. Fior di sale SosoFactory, La Rinascente

Fior di sale naturale ovetto Sosofactory_Rinascente

Un intero scaffale dedicato a questi ovetti colorati non può che attirare l’attenzione. Dopo aver passato i primi venti secondi abbondanti in una sorta di trance mistica, come da etichetta si capisce che si tratta di fior di sale in (quasi) tutte le sue varianti: dal naturale alle erbe, dallo zafferano al peperoncino, dal pepe rosa alle uova di tonno. Ogni ovetto, naturalmente, è declinato in tonalità diverse: il risultato è un esplosione di colori davanti a cui i clienti passano, si fermano e, la maggior parte delle volte, acquistano.

4. Pasta Mancini, Eat’s

Pasta Mancini_Eats

Il packaging del pastificio Mancini, a mio modesto avviso, colpisce nel segno. Senza troppi voli pindarici, divide il pacco di pasta in due zone speculari, una bianca immacolata con la specifica del formato (impossibile sbagliarsi), e una trasparente da cui si intravedono i prodotti. Rigore, minimalismo, concretezza: già solo dal pacchetto, vien voglia di cucinare un bel piatto di maccheroni.

5. Pasta L’Antica Madia, La Rinascente

Pasta L'Antica Madia_La Rinascente

Anche L’Antica Madia divide in due zone speculari il pacco di pasta, ma in questo caso la pasta spunta in tutta la sua perfezione da entrambi i lati. Qui, a farla da padrone è il nero, che dà alle mafalde un’aura di importanza tipica della grandi occasioni.

6. Kusmi Tea, La Rinascente

Kusmi Tea_Rinascente

Il corner di Kusmi Tea a La Rinascente è un tripudio di colori. A ogni proprietà corrispondono differenti tonalità, tutte vitaminiche. Dall’arancio dell’euforia al verde del detox, dalla coolness del viola fino all’azzurro delle alghe di mare. Pochi scherzi, il risultato è la voglia istantanea di avere anche a casa propria le mensole del grande magazzino.

7. Cioccolato Sabadì, Eat’s

Cioccolato Sabadi_Eats

Salute o ottimismo? Sesso, giovinezza o ozio? Perché scegliere e, invece, portarsi a casa il pacchetto completo di ‘proprietà magiche’ racchiuse nel cioccolato biologico di Modica? Io ho fatto così, già subito rinvigorita dalla creatività delle barrette che riproducono con gusto e leggerezza gli ingredienti del cioccolato lavorato a freddo.

8. Succhi e nettari di frutta Alain Milliat, Eat’s

Succhi di frutta Alain Milliat_Eats

Non solo i frutti dei succhi e nettari Alain Milliat sono raccolti a mano (una sola volta all’anno, all’apice della maturazione) e importati in Francia nel giro massimo di 48 ore, ma sono anche imbottigliati dentro a deliziose bottigliette di vetro, colorate dal pigmento ‘squillante’ di ingredienti come il lampone, la carota o il mango verde. L’energia che dovrebbe arrivare una volta bevuto il succo viene sprigionata sin dalla sua presentazione. L’idea di rinvigorimento e di ingredienti ‘sani’ è già tutta nel confezionamento: non dovrebbe essere questo il mantra di tutti i creativi?

9. Cioccolato Guido Gobino, Eat’s

Cioccolato Guido Gobino_Eats

Giandujotti, cremini, ganaches e cialdine, ma anche tavolette e creme spalmabili: tutti i prodotti a firma del torinese Guido Gobino possono contare su confezioni divertenti e colorate con il cioccolato a vista. Un invito che, semplicemente, non è possibile declinare.

10. Birra Hibu, Eat’s

Birra Hibu_Eats

Il birrificio Hibu punta tutto sui fumetti, con il risultato di essere molto più divertente che elegante. Ma, visto il prodotto, ci sta. Così, ecco comparire un indiano per la versione American Pale Ale ‘Vaitrà’, due suonatori di bonghi per la India Pale Ale ‘Trhibu’ e un porcellino per la variante belga. Niente male per un birrificio che promette di “passare da uno stato di ordine al disordine” dopo aver bevuto i propri prodotti. Il disordine, comunque, è chiaro fin dall’etichetta.

Se apro un locale, non posso fare a mano di selezionare prodotti di qualità, anche estetica. Se sono cliente, sono più disposto a ricordarmi di un prodotto con un vestito bello perché anche l’occhio vuole la sua parte. Insomma, se l’abito fa il monaco, avrete una confezione che appaga il lato estetico del gourmet da condividere con tutti noi?

[Immagini: Mai Esteve, Caterina Zanzi]

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