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Vinitaly 2016. Le bollicine e la carbonara di Pipero tra le 7 novità del giorno due

lunedì, 11 Aprile 2016 di

Eccoci al secondo giorno di Vinitaly, il mio Luna Park (per adulti) preferito. Non me la sento di tralasciare alcune novità positive che contraddistinguono il 50 anniversario della più importante manifestazione vinicola nel mondo.

Nonostante ieri fosse domenica, c’è stata decisamente meno gente, ma ciò non significa che la manifestazione ha perso di popolarità. Anzi, gli addetti ai lavori sono decisamente più felici e stimolati in quanto non gira più la gente che entrava solo per ubriacarsi in giro. Sicuramente è grazie al costo del biglietto elevato che  da 60 € dello scorso anno è salito a 8o €, e che limita sicuramente una fascia delle persone interessate al “bere gratis”.

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Tasto dolente delle scorse edizioni è stata sicuramente la connessione. Fortunatamente le linee sono state potenziate, e non trovo più difficoltà a collegarmi a internet o mandare messaggi e tweet.

Vi racconto cosa mi è piaciuto in questi primi due giorni.

1. Monterossa di Franciacorta

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Lo so che aspettate già una bollicina o una novità nel mondo dei rosé. Invece no –  Monterossa quest’anno si è presentata al Vinitaly con dei bicchieri particolari, le coppe molto vintage che si usavano una volta per servire gli spumanti. Io personalmente sono molto contenta: l’eleganza ha sempre contraddistinto questa casa vinicola che continua a stupire il mondo di vino.

2. NeroFino di Castel Firmian

Il gruppo vicolo Mezzacorona ha presentato una grande novità: un blend di Teroldego e Lagrein (50 e 50) chiamato NeroFino. Vino elegante che riunisce una grande espressione e le potenzialità viticole e enologiche del Trentino attraverso il matrimonio tra due rossi autoctoni. Confettura di frutti rossi, sentori balsamici, eleganza –  ecco le parole chiavi del nuovo arrivato. L’abbinamento ben riuscito? Una guancia di vitello brasato nel NeroFino. Straordinario.

3. L’Emilia Romagna in app

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L’Emilia Romagna ha tirato fuori una sorpresa tutta digitale: una app completa che riguarda il turismo, l’enogastronomia e l’ospitalità della regione, che è stata presentata alla conferenza stampa dedicata. “Via Emilia Wine&Food”, dicono, sia una app più ricca e interessante tra le presenti in alcune altre regioni italiane e anche in Europa. 43 prodotti tra DOP e IGP sono, l’elenco completo delle aziende vitivinicole e agroalimentari, offerte vacanze e eventi –  si trova di tutto nella app scaricabile gratuitamente in italiano e in inglese.

4. Sorbetto di Lambrusco

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L’Emilia Romagna colpisce ancora. Che c’è di meglio di un buon bicchiere di Lambrusco freschissimo, profumato e poco impegnativo in una giornata calda? Un bel bicchiere di sorbetto. Si, adesso il vino più popolare è diventato anche una gradevole parentesi tra una piadina con prosciutto e uno gnocco fritto. Viva Sorbetto di Lambrusco Grasparossa! (e poi è rosé!)

5. La carbonara di Pipero e le bollicine

Novità in Casa Zonin: OltreNero Nature, ovvero, Pas Dosé. Gradevole, completo, elegante, non invadente ma con personalità. Davvero una bella pensata per chi per le bollicine farebbe pazzie (o quasi). Inoltre, durante la presentazione al Palazzo Verità Poeta è stato abbinato alla carbonara di Luciano Monosilio (Pipero al Rex), che si è esibito in diretta, sfamando numerosi ospiti dell’evento forse consapevoli del carbonara gate.

6. Marchesi Frescobaldi di 26 anni

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No, niente novità stavolta, ma rimango sempre sorpresa quando assaggio i vini di una “certa età”. Il Benefizio di Tenuta di Pomino del 1990 ha 26 anni e non li dimostra! Chardonnay al 100%, ha retto perfettamente il “dormiveglia” in cantina, presentandosi fresco e maturo contemporaneamente, senza quei sentori di frutta marcia che a volte sono presenti nei vini invecchiati eccessivamente, di una sobrietà e un’eleganza senza fine. Chapeau!

7. Attems (Pinot Grigio Ramato)

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Adoro certi “giochi di prestigio”. Nelle “dicerie popolari” il Pinot Grigio si presenta come un vino bianco il che è sbagliatissimo: basta vedere una volta il grappolo maturo, di un color rosa-ramato, e si capisce che dietro c’è molto di più. E’ proprio il caso di Attems: al naso è un bianco, ma appena si vede la bottiglia, si pensa ad un rosé. Vino bello da vedere, estremamente piacevole al naso, dà molte soddisfazioni in bocca. Promosso!

E voi, dove state girando?

Di Giulia Nekorkina

Moscovita di nascita, romana da 25 anni, Rossa di Sera da 10 anni, innamorata della vita, appassionata di bollicine, adora cucinare e mangiare. Il miglior museo è un mercato, il miglior regalo è un viaggio.