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Enoteca Marcucci a Pietrasanta, la recensione

sabato, 22 Giugno 2019 di

In Versilia un posto che va da ormai molti anni: l’Enoteca Marcucci, nel centro di quel gioiello di paese di Pietrasanta.

I presupposti ci sono tutti.

  1. È consigliato da amici gourmet – presupposto necessario ma non sufficiente (avete mai trovato una paese in cui l’amico gourmet non avesse un ristorante da consigliare?)
  2. Gode di un certa fama tra la gente del luogo: alla menzione di “Enoteca Marcucci”, guadagno il rispetto della guida del tour in bicicletta di Viareggio (“ah, ma lei è un’intenditrice, allora!”) che fino a quel momento stentava a credere fossi una vera italiana non avendo evidentemente condiviso con lui con abbastanza trasporto il ricordo dei tempi “indimenticabili” della Bussola (non ero ancora nata, ndr)
  3. Tripadvisor segnala che è troppo caro

All’Enoteca Marcucci bisogna prenotare un tavolo all’aperto. La stagione non è neanche iniziata, eppure il venerdì sera troviamo posto solo alle 22. Per una volta non siamo interessate alla movida e quindi ci sediamo dentro per chiacchierare in tranquillità, non senza aver notato che rispetto agli altri ristoranti della zona qui i tavoli all’aperto sono ancora pieni e l’atmosfera è più vivace e si ha l’impressione che sia un luogo di ritrovo radical chic di vacanzieri habitué del luogo che hanno appena finito di visitare le gallerie d’arte del centro.

L’enoteca Marcucci è “un posto che va”, ma a modo suo. A differenza di Langosteria Cafè a Milano o Chiltern Firehouse a Londra, l’atmosfera è molto più rilassata: non si sente aria di celebrity spotting e la clientela, seppur elegante, non ha trascorso il pomeriggio tra piega e trucco. Anche il decor è molto sottotono, rustico, con pareti ricoperte di bottiglie di vino e biciclette appese qua e là.

Interessante un poster di Botero autografato sulla porta di ingresso dei bagni.

Essendo un’enoteca, sulla lista dei vini ci sono giustamente delle aspettative e il volume di 200 pagine effettivamente non delude. Scelta ampissima e vini prezzati in maniera onesta partendo da 25 € e senza ricarico extra da “posto che va”. Il sommelier consiglia senza la saccenza tipica del sommelier da enoteca e rimaniamo molto soddisfatte del nostro Valpolicella Superiore “Monte Lodoletta” 2011 a 120 € (commercializzato a 74 € su Tannico).

La cucina è prettamente locale, una scelta variegata ma non troppo lunga che fa ben sperare sulla freschezza della materia prima. Sono personalmente una grande amante della filosofia dei “pochi piatti ma fatti bene” con i positivi risvolti di sostenibilità e riduzione degli sprechi. Parte speciale della carta è dedicata a piatti cotti al camino sulla brace (con legna di sottobosco).

Per iniziare, un’ottima bruschetta con melanzana grigliata al posto del pane, pomodorini, formaggio e olive (16 €) e le polpettine pietrasantine (18 €), cioè polpette di carne in sugo di pomodoro e rosmarino.

Proviamo gli sparnocchi di Viareggio (24 €), gamberi tipici dell’alto Tirreno, proposti con una cottura alla brace che ne mette in risalto la freschezza.

La cottura al camino dona anche al polpo di scoglio al rosmarino (22 €), che non risulta per nulla gommoso, e al filetto con osso (34 €).

Eccezionale il tonno in crosta di sesamo (22 €). Finalmente un piatto un po’ più elaborato – visti i precedenti, apprezzabile lo sforzo di impanare il tonno con del sesamo prima di scottarlo alla brace. Il risultato è talmente ben riuscito che per un attimo ponderiamo un bis.

Piatto classico della cucina toscana, non potevano mancare i ceci come contorno, serviti quasi al naturale (troppo?) con olio e rosmarino.

Finiamo con i dolci. Non lasciatevi ingannare dalla proposta intrigante di cioccolato, pane e nocciola (10 €): è  un cubetto di focaccia senza sale ricoperta da un velo di cioccolato spalmabile e nocciole tritate. Meglio investire quelle calorie nella crostata con marmellata di arance amare (12 €), una fetta non è abbastanza.

Giudizio finale? Come enoteca, top. Sommelier preparato, cantina infinita e prezzi competitivi. Come ristorante invece “ha le capacità ma non si impegna”. Sicuramente l’Enoteca Marcucci la materia prima la rispetta. Molto. Forse troppo? La maggior parte del menu prevede ricette molto semplici e il risultato è di livello ma rischia quasi di sfociare nella noia. È vero che più gli ingredienti sono freschi e di elevata qualità, meno si avverte la necessità di lavorarli, ma, senza sconfinare nei manierismi francesi, si potrebbe osare di più, anche da parte di un’enoteca che ormai ha lo status di ristorante e “posto che va”.

Enoteca Marcucci. Via Garibaldi, 40. Pietrasanta (Lucca). Tel. +39 0584 791962

[Testo e foto: Francesca Agosti]