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Vino. Emilia Monti e il Montepulciano che ha stregato l’AIS

giovedì, 07 Novembre 2019 di

E’ una donna del vino, Emilia Monti, e non solo perché è l’attuale vicepresidente del Consorzio di Tutela Colline Teramane, ma perché cura le sue uve come se fossero membri della famiglia. In un certo senso è così, visto che sono cinquant’anni che i Vini Monti producono bottiglie tra le migliori del territorio.

E’ qui che è stato imbottigliato nel 1969 il primo Montepulciano di Controguerra, Montepulciano che quest’anno le è valso le 4 viti Ais, il massimo riconoscimento della guida ai vini dell’Associazione Italiana Sommelier Vitae 2020, recentemente presentata a Roma, alla Nuvola di Fuksas.

Prima ancora però c’era nonno Brunetto, che le uve le coltivava e le vinificava per il commercio dello sfuso, ma ne imbottigliava una parte per la famiglia e gli amici, con etichette scritte a mano. “Anche in tedesco, perché già all’epoca ci chiedevano i vini dalla Germania” mi racconta Emilia, che dopo la prematura scomparsa del marito Mirko, porta avanti da sola con coraggio e competenza la tradizione familiare.

Ais non ha premiato la carriera, tuttavia, ma la qualità. L’azienda di Emilia, di circa 10 ettari vitati, si stende sulle pendici del colle che corona contrada Pignotto, nel comune di Controguerra, in provincia di Teramo. Una posizione invidiabile, un cocuzzolo che svetta sulle pianure circostanti e che beneficia delle brezze marine da un lato e delle correnti fredde del Gran Sasso sul versante opposto.

Contrada Pignotto è considerata un vero e proprio cru, anche grazie alla diversa composizione dei terreni, più ricchi di substrati calcarei e sabbiosi, cui si deve la finezza dei vini Monti. Si sente già dal piacevolissimo Raggio di Luna Controguerra Doc, blend di Trebbiano, Passerina, Cococciola, Moscato e Malvasia, fresco e fiorito, dalle note di susina, camomilla e timo e un bel finale lungo (7 €).

Finezza che torna nel Vir, Controguerra Doc Pecorino (8 €), il “rosso vestito di bianco”, come Emilia ama definirlo, elegante e sottile ma con una sapidità importante che chiama piatti strutturati ancorché di pesce, o primi corposi. L’etichetta è opera del maestro neretano Francesco Perilli, noto per i quadri realizzati con le fecce di Montepulciano. O ancora il Femina, Cerasuolo (8 €), ottenuto da 7 ore di macerazione in pressa, che si presenta con un bel frutto croccante che ricorda la prugna e note balsamiche di basilico fresco.

Lavorazioni non invasive, basate sui principi dell’agricoltura integrata, inerbimento tra i filari, vinificazioni per lo più in cemento per i bianchi e il rosato e in botte grande per le uve rosse completano il quadro di un’azienda familiare in cui artigianalità e finezza hanno trovato il loro equilibrio.

Negli anni Sessanta l’avevano capito subito Elio e Antonio, rispettivamente padre e zio di Emilia, che quello era un terreno da Montepulciano, e difatti il lavoro di selezione e vinificazione anno dopo anno, la collaborazione di noti professionisti come Riccardo Cotarella e poi Massimo Bertolini, ha portato ai risultati di oggi.

Pignotto (Montepulciano d’Abruzzo Colline Teramane Docg Riserva, 18 €) è l’espressione della potenzialità di quei terreni abbinati al Montepulciano: le uve provengono da vigne di circa 50 anni, con rese bassissime (sfiorano il 40%); fermentano in acciaio e poi affinano per circa 18 mesi in barrique di rovere francese, e successivamente in bottiglia per un altro anno circa. Questo in teoria, perché al Pignotto giova il riposo, e l’annata in commercio è la 2011, cioè ben oltre i termini da disciplinare per le riserve.

Nonostante gli anni, colpisce per la freschezza vivace del frutto, tannini morbidi e acidità molto bilanciata, che al primo sorso potrebbero ingannare. Pignotto è un vino intenso e di corpo, che si mostra nella sua profondità solo in un secondo assaggio. Note vanigliate lievi vanno ad addolcire i sentori di humus, di cuoio, di brace ardente che ne fanno un felice abbinamento con la cacciagione.

Con Voluptas (8 €) il Montepulciano si esprime nelle sue note fresche ed eleganti di fiori scuri, ciliegia e frutti di bosco. Vinificato in purezza, sosta per due anni in vasche di cemento vetrificato e poi se ne sta buono buono in bottiglia per almeno un altro paio d’anni: per scelta, perché per domare queste uve scalpitanti ci vuole pazienza, ma i risultati si vedono. Sarebbe il ‘rosso per tutti i giorni’ di casa Monti, con la freschezza e la delicata evoluzione del cemento, un corpo più snello e una grande versatilità. Da abbinare, ma anche no.

Con Senior (Montepulciano D’Abruzzo Colline Teramane Docg Riserva, 10 €), il vincitore delle 4 viti Ais, tocchiamo le vette della tradizione del Montepulciano teramano: è questo il primo Montepulciano di Controguerra, da uve selezionatissime (60 quintali per ha). Affina per due anni in botti di cemento, ma prima di passare in bottiglia va a riposare per un altro anno in botti di rovere di slavonia da 25 ettolitri. Il risultato è un intreccio affascinante di freschezza e note evolutive, che sono presenti sempre tutte contemporaneamente, di more, mirtilli e spezie, tabacco e fuoco.

Dedicato alla memoria di Mirko Pierpaolo Propizi, scomparso troppo presto nel 2017, è MKP (13 €), l’ultimo nato in casa Monti, cioè Montepulciano senza solfiti aggiunti, che passa in cemento vetrificato per almeno 6 mesi, più un periodo simile in bottiglia. Un esperimento condotto su 2000 bottiglie nel 2017, che sono diventate 4000 nel 2018: vivace, deciso e di carattere, come un abruzzese doc.

E come lui, se la intende benissimo con gli arrosticini di pecora.

Azienda Agricola Monti. Contrada Pignotto, 54. Controguerra (Teramo). Tel +39 0861 89042