Trump stabilisce dazi per l’Europa al 30% e brucia tutte le speranze

Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha pubblicato su Truth la sua lettera indirizzata alla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, in cui annuncia l’introduzione dal primo agosto di dazi al 30% sulle merci in arrivo dall’Unione europea.
“L’Unione Europea consentirà un accesso completo e aperto al mercato degli Stati Uniti, senza che ci vengano addebitate tariffe doganali, nel tentativo di ridurre l’elevato deficit commerciale. Se per qualsiasi motivo decidete di aumentare le vostre tariffe e di reagire, l’importo, qualunque sia l’aumento scelto, verrà aggiunto al 30% che applichiamo”. È quanto scrive il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, nella sua lettera alla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen.

L’invito, poi, è a trasferire le produzioni negli Stati Uniti.
“Come sapete, non ci saranno tariffe doganali se l’Unione Europea, o le aziende all’interno dell’Ue, decidessero di costruire o produrre prodotti negli Stati Uniti e, di fatto, faremo tutto il possibile per ottenere le autorizzazioni in modo rapido, regolare e professionale, in altre parole, nel giro di poche settimane”.
La richiesta quindi è nessun dazio per le merci provenienti dagli Stati Uniti e nessuna reazione. Solo in questo modo le tariffe potranno essere modificate. “Non vediamo l’ora di collaborare con voi come vostro partner commerciale per molti anni a venire. Se desiderate aprire i vostri mercati commerciali, finora chiusi, agli Stati Uniti ed eliminare le vostre politiche tariffarie e non tariffarie e le barriere commerciali, potremmo valutare una modifica a questa lettera. Queste tariffe potrebbero essere modificate, al rialzo o al ribasso, a seconda del nostro rapporto con il vostro Paese”.
Il timore per il vino è ancora più forte

Solo un’ora e mezza prima era arrivata la lettera della Uiv preoccupata per il timore di dazi al 17%.
Per il presidente Uiv, Lamberto Frescobaldi: “I dazi al 17% rappresenterebbero un grave ostacolo per entrambe le parti, oltre a risultare contrari allo spirito di cooperazione e alla lunga storia di relazioni che ci uniscono, e la lettera Uswta ne è l’esempio. Per questo motivo, rivolgiamo un appello urgente per un’ulteriore azione di mediazione da parte della Commissione europea e del nostro governo. A queste condizioni – per noi inaccettabili – il danno potenziale stimato da Uiv per il vino italiano, che destina verso gli Usa il 24% del proprio export, è compreso in una forbice tra 300-330 milioni di euro nei prossimi 12 mesi, mentre per i partner oltreoceano – importatori, distributori, ristoranti, bar – si aggira su 1,9 miliardi di dollari”.
Una previsione fosca ma non abbastanza. Con dazi al 30% i timori ora sono diventate paure.
Federalimentare: dazi al 30% intollerabili. Servono aiuti pubblici
il presidente di Federalimentare, Paolo Mascarino, ha diffuso una nota. “Ogni dazio fa Male al commercio e avremmo preferito un’area di libero scambio euroatlantica, a dazi zero: l’imposizione di un dazio al 30% supera ogni soglia di tollerabilità per le imprese, aumentando il rischio di un calo significativo delle esportazioni, anche alla luce dell’attuale svalutazione del dollaro”.
“Il combinato disposto dell’impatto dei dazi usa e della svalutazione del dollaro non sarà sostenibile per diversi settori e a tutela delle imprese chiediamo alla Ue un intervento della mano pubblica: così come gli Stati Uniti hanno fatto con i dazi, che di fatto è un intervento pubblico per proteggere la loro industria, anche noi lo chiediamo. Non pensiamo però a sussidi, ma ad urgenti interventi strutturali per rafforzare la nostra capacità competitiva riducendo i dazi interni alla ue: snellire il carico burocratico sulle imprese, riformare i mercati dell’energia per garantire una riduzione dei prezzi, facilitare l’accesso al credito. In tal senso, proseguire con maggior decisione sulla strada del taglio dei tassi di interesse nell’area euro potrebbe aiutare la crescita economica”.
Per l’Unione Italiana Vini è embargo per l’80% del vino italiano

È bastata una lettera per scrivere la pagina più nera dei rapporti tra due storici alleati dell’Occidente. Il 30% di dazio sul vino, se venisse confermato, sarebbe quasi un embargo per l’80% del vino italiano. A questo punto il destino nostro e di centinaia di migliaia di posti di lavoro è vincolato ai tempi supplementari, che saranno fondamentali, perché è impensabile poter collocare altrove nel breve periodo questi volumi di vino. Contestualmente, servirà senz’altro un intervento straordinario dell’Ue”. Così il presidente di Unione italiana vini (Uiv), Lamberto Frescobaldi, ha commentato la lettera dell’amministrazione Trump che annuncia tariffe aggiuntive all’Unione europea del 30% a partire dal 1° agosto.
Per Coldiretti i dazi di Trump sono un colpo mortale all’Italia

I dazi al 30% annunciati dal presidente Usa Donald Trump sui prodotti europei potrebbero costare alle famiglie statunitensi e all’agroalimentare italiano oltre 2,3 miliardi di euro. È la stima di Coldiretti.
A pesare è anche il fatto che le nuove tariffe aggiuntive andrebbero a sommarsi a quelle già esistenti, penalizzando in particolar modo alcune filiere cardine, a partire da quelle già sottoposte a dazio. Con il dazio al 30%, le tariffe aggiuntive per alcuni prodotti simbolo del Made in Italy arriverebbero al 45% per i formaggi, al 35% per i vini, al 42% per il pomodoro trasformato, al 36% per la pasta farcita e al 42% per marmellate e confetture omogeneizzate. Questa a proiezione Coldiretti.
Il tutto senza dimenticare il pericolo falsi, con gli Stati Uniti primo produttore mondiale di falso cibo Made in Italy. L’eventuale scomparsa di molti prodotti italiani dagli scaffali rappresenterebbe un assist per la già fiorente industria del tarocco, stimata in un valore di 40 miliardi.