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Vini naturali. La polvere nera della Puglia che dà forza al Primitivo

lunedì, 18 Marzo 2013 di

cantine polvanera puglia

Normalmente quando si parla di primitivo, viene subito alla mente la zona di Manduria, tra Brindisi e Taranto, con terreni quasi in pianura e vini di grande struttura e di spessore alcolico. In realtà storicamente il vitigno Primitivo proveniente dalla Dalmazia arriva prima nel ‘700 a Gioia del Colle, e quasi un secolo dopo nella zona di Manduria.Ora si assiste alla riscoperta della denominazione Gioia del Colle Primitivo D.O.C. , nella Murgia caratterizzata da terreni carsici tra 300 a 450 metri s.l.m., attraverso il lavoro di abili viticultori come Filippo Cassano dell’Azienda Polvanera.

I vigneti di Filippo Cassano si trovano tra Acquaviva e Gioia del Colle in Contrada Marchesana. Sono in totale 25 ettari di proprietà e 15 ettari in affitto, di cui la gran parte coltivata con il Primitivo ed il restante con Aleatico, Aglianico, Fiano Minutolo, Falanghina e Moscato.

L’azienda prende il nome dalla polvere nera, cioè dal tipo di terreno, caratterizzato da terre rosse nello strato superficiale e da roccia nella parte sottostante.

Nel Primitivo, le etichette indicano i gradi alcolici (14, 16, 17)

  • Polvanera 14 Gioia del Colle Primitivo 2009: dai vigneti più giovani (10-15 anni) allevati a cordone speronato.2 Settimane di macerazione e  50 mila bottiglie prodotte per questo vino che troviamo a 10 Euro sullo scaffale. Spezia, arancia rossa, frutta secca e macchia mediterranea sono marcatori olfattivi. Elegante e fresco, è il primitivo per tutti i giorni secondo lo stesso produttore. 85/100 
  • Polvanera 16 Gioia del Colle Primitivo 2009: dalle vigne più vecchie (di quasi 50 anni) coltivate ad alberello, originariamente affidate a tre mezzadri diversi. Siamo in presenza quindi di 3 diversi cloni di primitivo, di cui viene fatto un uvaggio ed un mese di macerazione.15 mila bottiglie prodotte. La caratteristica principale è che non avvertiamo l’esuberanza dell’alcool, ma una grandissima freschezza  e toni fruttati e speziati. Tanta materia, grande armonia e buona sapidità.  E’ secondo Filippo il primitivo più tipico. 89/100 (23 Euro sullo scaffale)
  • Polvanera 17 Gioia del Colle Primitivo 2009: da terreni argillosi viene questo piccolo capolavoro enoico, menzionato anche nella best 50 di Luca Gardini. Note di china, buccia di pesca, the nero,chiodi di garofano, carrubba, tamarindo,  frutta secca , finale minerale e fumè, descrivono un olfatto che fa da sipario ad una gustativa piena, lunga e di grande suadenza. Sapido, elegante e complesso. 91/100 (25 Euro sullo scaffale)
  • Aleatico Puglia I.G.T. dolce naturale 2008: nessun appassimento, ma arresto della fermentazione con il freddo. Sentori di zuppa inglese, anice, menta eucalipto si uniscono a toni di erbe officinali. Profondo e fresco, chiude con sensazioni minerali. 84/100 (12 euro a scaffale per la mezza bottiglia)

Infine, tre etichette che vanno oltre il Primitivo ricordando che Polvanera non usa legno in vinificazione.

  • Spumante Rosè Metodo Classico: da racemi di primitivo viene questo vino che permane 12 mesi sui lieviti con sboccatura a fine 2011. La carbonica non è per niente aggressiva, e piacevoli sentori di mora, lampone, spezie, ed una chiusura minerale ne fanno un prodotto interessante. 82/100  (14 Euro sullo scaffale dell’enoteca)
  • Fiano Minutolo 2011: questo vitigno, per dirla alla Di Pietro, non c’azzecca nulla con il Fiano.  Ed in effetti siamo davanti ad un’uva semi-aromatica che forse ha delle parentele sia con il greco che con il moscato. Sentori di agrumi e note di frutta secca anticipano una gustativa sapida ma leggermente alcolica. 80/100
  • Fiano Minutolo senza solfiti aggiunti 2012 campione di botte: ancora senza etichetta (da decidere). Beva più verticale e fresca del precedente con toni di senape, cereali e chiusura di muschio ed origano. 82/100