mulino caputo farine per pizza, pane e dolci

Dry. Secco e in una parola buona, la pizza a Milano con qualche foto

giovedì, 04 Luglio 2013 di

pizza dry pancetta arrosto fior di latte, pepe Sarawak 1

Dopo un esordio nei mesi scorsi come “bar clandestino” durante il Fuorisalone del Mobile, l’etichetta “Dry” è stata apposta al nuovo locale della cordata che ha dato vita a Pisacco, guidata da Andrea Berton, e che comprende una serie di competenze – dall’architetto, Tiziano Vudafieri, al direttore esecutivo, Giovanni Fiorin, a Diego Rigatti, sommelier (e anche avvocato… honi soit qui mal y pense, ma dirò subito che il posto è buonissimo, la pizza bellissima… no, cioè, il posto è una pizza… ovvero… lasciamo perdere, va’).

soci-di-Dry-pizzeria-Milano

I due locali, Pisacco e Dry, si fronteggiano sui due lati opposti della via Solferino. E a qualche centinaio di metri aprirà presto il nuovo ristorante di Berton, che mi sembra di capire si chiamerà, giustamente, Berton (faccio vedere che sono informato dei fatti, ma non così tanto). Visto che sono informato, cito dall’articolo dell’amico Guardiano del Gusto – c’è Guglielmo Miriello al bar, “enciclopedico conoscitore della storia del bere miscelato e raffinato performer, ritorna dopo due anni trascorsi a Shanghai alla guida dello Sugar Bar della Maison Pourcel”, mentre – “da Città del Messico (Cantinetta del Becco) […] cultura da chef applicata alla pizza, sua prima profonda passione, con panni doverosamente lavati nel Golfo di Napoli” – troviamo Simone Lombardi al forno (originale napoletano mi si dice, elemento essenziale della cucina, visto che il menu è pressoché monotematico – ma ci sono delle insalate…)

Se ne parla già, a pochi giorni dall’apertura, e si iniziano già a ipotizzare plurime fette di pizza (nel senso di giudizio critico) e stelle, si innalzano peana sulla rinascita della pizza a Milano (era morta?), e così via. Quindi – ci sono andato. Bello. L’aggettivo nella sua semplicità rende l’idea. Lo stile è quello di Pisacco – un po’ più sobrio, forse, più lineare, con qualche idea originale (i lampadari, il “salottino” formato da tavolini monoposto in cerchio…), toni di grigio intimo, tavolini neri; il bancone del bar è lo stesso tavolone che troviamo da Pisacco (bell’idea), con sgabelli, tavolini in giro. Il bar è all’ingresso del locale, separato da un corridoio dalle sale del ristorante vero e proprio (peraltro con possibilità di commistioni virtuose) – ma lo ho rapidamente superato perché l’idea della pizza era un richiamo troppo forte…

Personale cordiale e attento, ambiente “mosso” e quindi non eccessivamente rumoroso, diviso com’è in sale diverse (un centinaio di posti, leggo…), servizio veloce – ma erano solo le otto, non era ancora pienissimo.

calzone bianco scarola pinoli uvetta ricotta bufala Dry Milano pizza-dry-pancetta-arrosto-fior-di-latte-pepe-Sarawak

Menu pizza base da 5/7/8€, componibile: alla base (marinara margherita margherita con bufala) si possono aggiungere ingredienti (da 2 a 5 €) quali prosciutto cotto in forno a legna, crudo di Parma 24 mesi, capperi origano, olive taggiasche, ventresca di tonno… Menu pizze dello chef: calzone bianco scarola brasata pinoli uvetta ricotta di bufala; scalogno al sale pomodorini arrostiti provola affumicata; pomodoro fiordilatte acciughe del cantabrico; verdure grigliate; altre che non ricordo, (una decina forse in tutto), fra cui quella che ho preso io: pancetta arrosto, fior di latte, pepe di Sarawak (10 €). Ben cotta, forse rimasta un filo inumidita al centro dal fior di latte, saporita ma non eccessivamente “piccante”, forse avrei distribuito meglio le fette di pancetta (oh, insomma, potrò ben esprimere dei pareri critici anch’io, no?), mi è piaciuta la consistenza della pasta.

L’avevo fatta precedere da un “aperitivo”, ovvero appunto da un piatto proveniente dall’aperitivo del bar: Focaccia tonnata (7 €). Una focaccia divisa in spicchi, ciascuno dei quali con una cucchiaiata di salsa tonnata sormontata da una fettina di vitello… Equilibrata nel gusto nell’accostamento nella cottura. Mamma che buona. Più-che-buona.  Perfetta. Ottima. Sublime.

Il tutto accompagnato da un Pehu Rosé (15 €). Gelato con aceto balsamico di mela (4 €). Caffè (1 €).

Ho un unico dubbio. Perché il cucchiaino per il gelato me l’hanno messo a sinistra?

P.S. Per i praticanti del food porn, da Dry è difficilissimo fare foto buone delle pizze.

DRY Cocktails & Pizza. Via Solferino 33. 20121 Milano. Tel. + 39 02 63793414

[Foto gruppo: menuale.it]

 

Di Emanuele Bonati

"Esco, vedo gente, mangio cose" Lavora nell'editoria da quasi 50 anni. Legge compulsivamente da sessant'anni. Mangia anche da oltre 60 anni – e da una quindicina degusta e racconta quello che mangia, e il perché e il percome, online e non. Tuttavia, verrà ricordato (forse) per aver fatto la foto della pizza di Cracco.