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Un anno per l’ambiente. Le istantanee della lotta verde di Greenpeace

venerdì, 14 Gennaio 2011 di

Un anno, il 2010, di campagne per l’ambiente e la sostenibilità alimentare. Un anno di immagini ad effetto per ripercorrere alcune delle battaglie combattute dalla più “spettacolare” delle organizzazioni ambientaliste. Le condividiamo con voi.

Iniziamo con il video di una delle azioni più “mediatiche”: il taglio di piante di mais Ogm in Friuli. All’alba di una giornata di fine luglio attivisti di Greenpeace entrano in un campo a Vivaro, in provincia di Pordenone, per tagliare, isolare e mettere in sicurezza le parti superiori delle piante di mais (“transgenico”, assicura Greenpeace) che producono il polline, proprio nel periodo in cui c’è pericolo di contaminazione dei campi limitrofi. Le analisi confermeranno: si tratta del mais OGM MON810, prodotto dalla Monsanto e vietato dalla legge italiana. L’associazione maiscoltori protesta contro una legge “liberticida”. Il giudice commina una multa di 25.000 euro al proprietario del campo e dispone la distruzione del raccolto.

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Greenpeace dà il voto a 110 case editrici. In testa alla classifica della sostenibilità della carta ci sono Bompiani e Fandango. Malmesse Newton Compton, Sellerio e Zanichelli. Da una graduatoria e l’altra risultato migliorate Feltrinelli, Minimum Fax, Marsilio, Baldini Castoldi Dalai e Einaudi. La Mondadori si impegna a incrementare, per alcune delle sue collane più prestigiose, la percentuale di carta “amica delle foreste”, cioè la carta FSC (proveniente da legno di foreste gestite nel rispetto degli standard ambientali). Aumentano così le speranze di sopravvivenza per le ultime foreste indonesiane e per gli oranghi del Borneo e Sumatra.

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Sembrerà strano ma le aziende della carta possono fare molto per evitare la distruzione delle foreste primarie. Basta seguire le linee guida per gli acquisti della carta a Deforestazione Zero. Occorre agire in fretta. La richiesta di polpa di cellulosa sta accelerando la distruzione delle foreste del Sud-Est asiatico.

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Al Salone dell’auto di Francoforte i modelli più inquinanti hanno il muso con i denti affilati. In testa alla lista ci sono le auto tedesche e infatti con il messaggio “Stop ai mangiacarburante” Angela Merkel viene esortata a prendere posizione contro le emissioni troppo alte delle auto prodotte da aziende del suo paese. In effetti, secondo il rapporto Transport & Environment, sono tante le case automobilistiche ancora lontane dagli obiettivi fissati dall’Unione Europea per il 2012 e il 2015. Maglia nera a Daimler/Mercedes. Morale: avanti tutta con l’auto elettrica.

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A luglio il Parlamento Europeo mette al bando il legno esportato da Paesi dove il mercato è in mano alla “mafia del legno”. Che certo non porta rispetto all’ambiente. D’ora in poi regole più severe per le aziende europee della filiera del legno, che saranno obbligate a garantire la tracciabilità della merce. La deforestazione illegale, denuncia Greenpeace, ha già devastato l’Amazzonia, l’Africa Centrale, la Russia e il Sud-Est asiatico.

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Analisi di laboratorio condotte da Greenpeace su 165 scatolette di tonno di 12 Paesi (tra cui l’Italia) rivelano che spesso diverse specie di tonno sono presenti in una stessa scatoletta, pratica illegale in Europa. Colpa anche di metodi di pesca usati sono poco sostenibili, spiega Greenpeace. Come l’uso dei FAD, oggetti galleggianti che attirano tonni giovani ma anche altre specie minacciate come le tartarughe marine. Intanto la classifica “Rompiscatole” dà il voto in sostenibilità ai principali produttori mondiali di tonno in scatola (nessuna sufficienza per le scatolette in mostra sugli scaffali italiani). Qualche risultato arriva: le tonnare volanti italiane (gabbie in mare dove vengono imprigionati i tonni per l’ingrasso) restano in porto.

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E’ novembre. A Parigi si tiene l’incontro annuale dell’ICCAT (Commissione Internazionale per la Conservazione del Tonno Atlantico). La domanda di Greenpeace lanciata all’opinione pubblica e confermata da documenti pubblicati dalla Commissione che immortalano migliaia di tonni rossi abbandonati nelle gabbie nel Mediterraneo, è la seguente: “Perché pescare una specie in pericolo se migliaia di tonnellate di tonno rimangono invendute?”. Per gli esperti riuniti la richiesta, perentoria, è invece: chiudete la pesca al tonno rosso del Mediterraneo. Non è andata così.

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Novembre, Roma. I volontari di Greenpeace posizionano in strada water contenenti piccoli alberi, simbolo delle piante tagliate per produrre carta igienica. Intanto, fuori dai supermercati, gli attivisti distribuiscono la guida “Foreste a rotoli” per raccomandare ai consumatori i 5 prodotti riciclati al 100%: Coop Vivi Verde, Grazie Lucart, Esselunga Riciclata, Carrefour Ecoplanet e AS. Nella guida figurano, naturalmente, anche i prodotti che non raggiungano la sufficienza (più dell’80%).

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E’ Natale, è tempo di regali elettronici. Ma dove buttare il vecchio hi-tech? Una video-inchiesta di Greenpeace, realizzata in 107 negozi di elettronica, mostra i ritardi nell’adozione del decreto sui rifiuti elettronici entrato in vigore a giugno. Solo il 51% dei rivenditori di prodotti tecnologici effettua il ritiro gratuito del prodotto vecchio contro l’acquisto di quello nuovo come previsto dalla legge.

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Un milione di firma raccolte vengono consegnate nelle mani del commissario alla Salute John Dalli per chiedere alla Commissione Europea di vietare gli OGM in Europa “fino all’istituzione di un organo tecnico-scientifico più indipendente” dell’Efsa (l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare). Per rendere  più spettacolare l’azione, in pure stile Greenpeace, l’artista Kurt Wenner ha realizzato un’enorme rappresentazione in 3D di un campo agricolo, collocata davanti alla sede della Commissione.

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Il 21 dicembre uno stuolo di Babbo Natale consegna alla Camera le oltre 50 mila firme per la proposta di legge d’iniziativa popolare sullo sviluppo dell’efficienza energetica e delle fonti rinnovabili per la salvaguardia del clima”. Gli obiettivi europei contenuti nel pacchetto clima-energia, approvato nel 2008, sono ancora lontani. Si tratta del “20-20-20”: 20% di energie rinnovabili, 20% di riduzione dei consumi energetici e 20% in meno di emissioni.

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Alla Conferenza sul clima di Cancun i governi rimandano le questioni più spinose al vertice successivo, che si svolgerà nel 2001 a Durban, in Sudafrica. Si tratterà, nientedimeno, di ribadire il principio che “chi inquina paga, per finanziare le alternative pulite e di tagliare drasticamente le emissioni globali”. Ma Cancun incassa anche due piccoli risultati concreti: per aiutare i Paesi in via di sviluppo a fermare la distruzione delle foreste viene creato il Fondo per il clima. Confermato anche il programma Redd contro la deforestazione.

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Oranghi di Greenpeace entrano in azione nel porto di Genova per denunciare il forte degrado del Santuario dei cetacei, nel Mar Ligure.

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L’anno nuovo si apre con una piccola soddisfazione per Greenpeace che dal 2008 combatte la caccia baleniera. Per la prima volta l’Agenzia giapponese per la pesca, che gestisce la caccia “scientifica” alle balene nell’Oceano Antartico (unica deroga al divieto di pesca imposto dalla Commissione Internazionale per la Caccia alle Balene), ammette che suoi funzionari hanno accettato in regalo tagli pregiati di carne di balena. Due attivisti di Greenpeace erano stati condannati per questo ad un anno di reclusione.

[Fonte: greenpeace.org]

Foto: greenpeace.org