È una vita che giro per ristoranti. Il cibo è una delle grandi passioni della mia vita: tutto è iniziato con una gita scolastica in quarto ginnasio, gli altri ragazzi fuggivano per altri nobili motivi, io e un gruppetto di amici fuggimmo per sederci ai 12 Apostoli di Verona. Da allora non mi sono più fermato e a tutt’oggi continuo con questo sport.
In questi anni ho goduto molto nei ristoranti, talvolta anche sofferto, ma il saldo alla fine è nettamente attivo. Restano alcune cose che non sopporto e che mi fanno diventare matto. Credo che ognuno abbia le sue idiosincrasie e per le ragioni più disparate, le mie ho provato a metterle nero su bianco, per una nuova lista a tutta fedeltà.
- I piatti quadrati e comunque di foggia curiosa. Ma quando è successo che i piatti hanno smesso di essere tondi? E per quale motivo? Tra l’altro in Italia abbiamo una straordinaria tradizione in questo campo. Veri maestri, Giò Ponti è stato il direttore artistico di Laveno, perché le porcellane sono il solo campo dove il giusto concetto sulla territorialità non ha preso?
- I menu degustazione lunghi una quaresima, comunque o dovunque. A meno che io non lo abbia deciso, perché debbo essere preso in ostaggio per un tempo indefinito e mettere a dura prova il mio stomaco? Che male c’è a sedermi in un ristorante per due piatti?
- Il servizio sontuoso da grande hotellerie, cloche, argenti e tutta la parafernalia del lusso novecentista. Ragazzi rimettete a posto gli orologi, il tempo è passato e, a parte qualche indirizzo di antiche tradizioni dove si è giustamente fermato, l’eleganza è oramai un’altra.
- Le liste dei vini sciatte e talvolta persino assenti, i ricarichi imbarazzanti che hanno come unico effetto farmi passare la voglia di bere, e non è facile! Non si capisce perché in alcuni ristoranti il vino sia visto come una fonte di guadagno superiore al cibo. Non si può pagare una schiava 30 euro.
- Gli odori corporali di alcuni addetti al servizio. Diamine nella dotazione di servizio di un cameriere fornitegli un buon deodorante!
Io detesto i benvenuti della casa e i pre dessert. Detesto il pane fatto in casa perchè è quasi sempre schifoso.
Il vino nel decanter a tutti i costi, ma anche la domanda : Lo scaraffiamo? Sì anche il pane fatto in casa è quasi sempre una porcheria.
I piatti di ardesia, sono porosi e non si lavano bene. Oppure si lavano bene e sanno di Nelsen piatti perchè si fatica col risciacquo!
i bicchieri che sanno di uovo. Regola numero uno: Usare sempre l’acqua fredda per lavarli!!!!!!!!
Rilancio! I bagni sporchi.
ha risposto a Cristiana Lauro: Il pane fatto on casa deve essere veramente buono, se no meglio un bravo panettiere… Tutto il resto è noia 😀
ha risposto a Cristiana Lauro: I bicchieri colorati di plastica per l’acqua.
Divertente!!
ha risposto a Giacomo: …Ma che è? Una partita di ping pong? Allora io dico i bagni in comune. Insopportabili, detesto che uno sconosciuto mi guardi mentre mi rifaccio il trucco…e guardano sempre con lo sguardo languido, soprattutto quando ripassi il contorno labbra col rossetto e ti hanno vista poco prima dare un bacino sulle labbra a quello che ha tutta l’aria d’essere il tuo fidanzato. Zozzoni!!!
ha risposto a Giacomo: I bagni sporchi in verita oramai sono rarissimi…
ha risposto a Cristiana Lauro: Cri questa partita mi diverte! Come siamo diversi però…magari capitasse a me nel bagno di un ristorante! Magari guardassero me!
ha risposto a Giacomo: Prova a mettere un po’ di rossetto… ;-))) Fine della partita, patta, dai! Vado a lavorare ma prima lancio l’ultima cosa che mi rompe nei locali, questa è verissima e capita a tutti voi: Il titolare che ti conosce e si piazza al tavolo, senza poi farti leggere sul conto il ringraziamento per la tua garbata ospitalità.
ha risposto a Giacomo: i bagni talmente minimalisti dove non sai dove lavarti le mani e dove asciugartele ?
la musica troppo alta la detesto
al ristorante è bello anche chiacchierare con gli amici
spesso chiedo al cameriere di abbassarla
ha risposto a Claudia-Cloo: Giusto Claudia! Con quegli insopportabili asciugamani ad aria calda che impiegano mezz’ora ad asciugartele e finisci per passarle sui jeans.
Un solo tipo di acqua frizzante.
La domanda ripetuta a ogni passo “tutto bene” soprattutto quando il piatto che si ritira dal tavolo sembra essere uscito dalla lavastoviglie…
La luce sbagliata.
L’addetto al servizio che ti guarda con compassione se hai chiesto un piatto che manca.
Il decorativismo non funzionale al gusto
ha risposto a Cristiana Lauro: Non vorrei girare il coltello nella piaga a proposito del last al limone 🙂
Udite, Udite!!!!!! Questa è terribile! Avete presente quella specie di pasticca bianca che a fine pasto servono come una gran figata superinnovativa, che con l’acqua si gonfia in maniera oscena e sicuramente la prima volta avete messo in bocca credendola una grossa mentina? Bocciata! Moratoria contro il pasticcone, peraltro è impregnato di una colonia volgarissima che si affeziona e come la paperella di Konrad Lorenz e non vi molla più!!!!!!
ha risposto a Vincenzo Pagano: Pensi a quel prosecco bevuto a ponte Milvio….Oddio, scusa, ho detto prosecco!
ha risposto a Cristiana Lauro: Cristiana sei una grande…. sarebbe stato bene avere prove video di chi ha mandato giù la pasticca-Lenci pensando a un cortese alka seltzer ( che poi tanto cortese…. mi chiederei perchè me lo passano a fine pasto…)
Le foto appese ai muri coi personaggi famosi che abbracciano il titolare come se fra loro corresse amicizia fraterna. Poi vanno aggiornate, chi cacchio sa fra i trentenni chi è Nicola Arigliano?
ha risposto a Cristiana Lauro: Non al prosecco, ma a un certo ristorantino con i piatti non proprio a punto (ed è un eufemismo)
ha risposto a nico aka tenente Drogo: Non parliamo poi della scelta musicale, quasi sempre è modaiola ma di qualche moda fa, diciamo che s’è lasciata sfuggire le ultime tendenze.
ok… rush finale…
Luci lounge o d’effetto che non sai se ti stai mangiando il tovagliolo o l’antipasto… (per non parlare delle candeline a tutti i costi… )
il prosecco del benvenuto.. ti si piazza sempre … sarà allungato con acido muriatico (chiedete alla Lauro)
Ultimo…. l’acqua quella tipo alla spina ?
A me rimane il sospetto ( diciamo certezza va) che mi prendano per i fondelli… che robbb’èèè ?
ha risposto a ilcobranonèunserpente: e secondo me ritoccano il proprietario o lo applicano…. lui è sempre uguale nelle foto con Dean Martin con ancora i capelli neri.. a quella con il vincitore dell’ultimo Grande Fratello
ha risposto a Cristiana Lauro: Vero! Per fortuna ha perso un po’ di piede negli ultimi tempi.
A me non piace nemmeno l’eccesso di attenzione o se vuoi lo spreco di camerieri, anche perchè si ripercuote sul prezzo e non aggiunge valore a quello che mangio, che penso valga di più dei 60/100 della scheda del Gambero. Poi in qualche caso ci può stare, tipo Vissani ( anche lì mi è però sembrato eccessivo)
i piatti molto fondi e con la tesa tipo i cappelli ecclesiastici
Io invece odio i segnaposti all’americana, credo si chiamino runner, li ha comprati anche mia moglie, ma che vi ha fatto la tovaglia?
Salve, volevo fare una domanda al bravo Bocchetti. Ho notato che sempre più spesso i post su scattidigusto sono la copia quasi esatta di quelli di dissapore, in particolare titoli e argomenti. E’ una cosa strana da leggere, non vi rende molto credibili ed avendo voi altrettante qualità, non capisco perché continuate a farlo.
Onestamente, Diletta
ha risposto a Diletta: Cara Diletta, grazie della domanda, credo che questo problema sia palindromo, e credo sia casuale e dovuto al fatto che nel nostro piccolo mondo le questioni in ballo siano sempre quelle… Nello specifico visto che ci segui saprai che alta fedeltà ha una cadenza settimanale e come tutte le rubriche viene scritta prima e poi va in linea… Sono cresciuto ai tempi in cui espresso e panorama erano molto seri e ricordo che avevano sempre copertine simili… Questa mattina mentre uscivano i post io stavo sciando in Badia sotto un sole spaziale, figurati se mi preoccupavo di quello che scrivevano gli altri 😉
ha risposto a Alessandro Bocchetti: allora bisogna provare ad anticipare l’uscita online, così da invertire l’ordine almeno una volta ;)! grazie della risposta
buon lavoro,
Diletta
ha risposto a Diletta: L’ordine è stato invertito tante volte, ma mi sembra un giochetto inutile farlo notare e a me interessa pochissimo la bagarre 🙂
ha risposto a Diletta: Cara Diletta, la vera differenza è tra chi fa notare questi “incresciosi accadimenti” che non fanno dormire qualche team manager e noi che facciamo finta di niente. Non sempre tutto è palindromo, cosa ci vuoi fare :-). Comunque se hai sentito il bisogno di scriverci e di palesarti vorrà dire che dovremmo ringraziare l’argomento scelto. A proposito quali sono le cose che ti danno fastidio in un ristorante?
ha risposto a Vincenzo Pagano: perdonatemi se continuo a trovarle coincidenze particolari, soprattutto per chi surfa spesso come me tra siti gastronomici e si trova a leggere articoli così simili a così poca distanza di tempo. Ad ogni modo e fino a prova contraria, credo a quel che mi dite.
Per i ristoranti devo dire che tra qui e lì, è già stato detto tutto quel che dà fastidio anche a me, sarà sicuramente un caso 😉
Diletta
ha risposto a Diletta: Sono d’accordo. Un caso che tu abbia scritto per la prima volta qui su un argomento che hai letto altrove 😉
Comunque se hai argomenti da suggerire per anticipare la linea temporale le nostre mail sono a tua disposizione!
Ritorniamo al discorso principale..
Lancio il sasso: cosa non sopporto? La domanda al momento del conto, con occhio complice del proprietario o cameriere… “Serve la ricevuta?”
Poi ce ne sono altre, tipo il rumore eccessivo e l’odore che rimane attaccato al golf, ma lasciamo stare…
Penso che “Gli odori corporali di alcuni addetti al servizio” mi farebbero scappare senza neanche ordinare. I bagni sporchi altrettanto, ma se non ci fossero odori corporali ed i bagni fossero puliti e la cucina facesse schifo fuggirei ugualmente. Meglio una buona pasta aglio ed olio a casa mia. Ciao
M.G.
ha risposto a Picetto (maria Grazia): Mica vero creo che quelli di cui si parla siano più velati ed insinuanti, non ci si accorge subito ma via via nella sera, a me è successo e non è stata esperienza piacevole
ha risposto a Alberto: Ma quella è deformazione professionale 😉
Io detesto da sempre, dalla nascita, dall’idea, l’orrore idiota delle cucina a vista. Uno dei tanti elementi che fanno di questo paese un luogo che non pratica il mistero se non come nascondiglio. Detesto l’idea mostruosa che una cucina diventi un set da pubblicità ala pentolame, che i cuochi debbano muoversi come ballerini organizzati da Franco Miseria, detesto i loro sorrisi forzati, detesto la fine dell’attimo perfetto, che distingue ontologicamente il ristorante dalla casa: l’apertura della porta della cucina, possibilmente con la spinta del piede, e si, “l’apparizione” del piatto come fugura del mistico, nel senso che la sua genesi a noi mortali, è ignota.
Detesto altrettanto la terrificante “uscita” dalla cucina dello chef, in gesto che nelle intenzioni è elargizione regale, o l’uscita sul boccascena del regista, o del luminare dalla sala operatoria.
No. Tutti dentro.
ha risposto a umberto: ke orrore quei ristoranti da 100 euri, ke te guardano come un mostro dall’alto in basso se non hai i vestiti fichi! Dove ogni 2 secondi dicono, tutto bene? oppure, ottima scelta. perche se avessi scelto un altra cosa mi avrebbero detto che schifezza? o se gli dico che sto male, voglio vede…
ha risposto a umberto:
Tutti dentro in cucina, ovviamente.