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Quasi Rete. Il miglior tè della blogosfera? Lo prepara un farmacista

venerdì, 06 Maggio 2011 di

Il grandissimo Darrell Corti, autopensionatosi da pochissimo dalla lunga carriera di wine taster & seller di punta, nonché anima della Corti Brothers, leggendaria boutique del gusto italico a Sacramento (California), è giustamente famoso negli Usa (e in mezzo eno-mondo) come palato finissimo e cosmopolita. Ma il suo acme da degustatore, a giudizio dei sofistici ‘enthusiast’ californiani, Darrell lo ha raggiunto quando ha dimostrato di essere un vero grande anche sul tè.

Andando anzitutto a fare la raccolta, a mano e a piedi, su e giù per gli altipiani, del tè bianco in Cina; e poi assaggiando ed esplorando, con competenza crescente in proporzione alla sua classe cristallina, un mondo che i fan ritengono più complesso e ricco di sfumature sensoriali persino di quello – sterminato – del vino.

I ‘master of tea’, del resto, o sommelier del tè, anche sulla East Coast (o a Parigi) sono ormai delle star. E di recente, l’apertura di un tea bar & shop di alta gamma a New York ha attirato folle e mondanità da sbarco di un tristellato, and more…

Tutto questo cappello per spiegarvi perché ritengo uno scatto per Scatti di Gusto l’approccio a un sito davvero un po’ particolare: quello… di una Farmacia di Gravellona Lomellina (Pavia), esattamente la farmacia dove opera messer Saverio Robustelli della Cuna. Sì, lo so che state per chiamare la Croce Verde, e che malgrado io millanti l’intenzione di parlarvi di tè, voi siete convinti che io abbia partecipato a un rito satanico a base di 30 litri di whisky delle Islands e ora ne porti in seno le conseguenze. Ma non è così.

La Farmacia del sunnominato Robustelli è infatti uno dei più grandi centri europei di spaccio e diffusione della cultura teistica (da tè, ovviamente). E il sito è una miniera. Non solo in cui scavare notizie circa l’esistenza, consistenza e provenienza di tè come il Dong Ding, la zona di produzione, situata nel villaggio di Lugu, contea di Nantou in cui il clima, freddo e nebbioso tutto l’anno, è molto adatto alla crescita del tè. Secondo la tradizione viene coltivato ad un’altezza di 700~1200 metri. La raccolta prevede gemma+ due foglie o gemma + tre foglie. La fermentazione è del 30% e la tostatura è elevata. Fu introdotto a Taiwan nel 1885 dall’erudito Fong Chi, originario del villaggio di Lugu, al ritorno da un viaggio in Fujian, dopo una visita sui moni Wu Yi. L’infusione ha un colore verde tenue con retrogusti erbacei e floreali molto persistenti.

Ma, più che altro, per sapere che all’università di Pavia ci si può laureare con una tesi su “Il tè Pu-erh: storia e proprietà farmacologiche”. Che a Parigi, al di là del celeberrimo Mariage Frères al Marais, un indirizzo prezioso è quello di Lyne Wang (stesso meraviglioso quartiere) che tra le varie perle sciorinate (e infuse) presenta anche la ‘perla verde’ Yan Lu Puo Hirondelle, unica raccolta in aprile, rigorosamente prima però di ming qian (che per chi non lo sapesse, pochissimi immagino, è il 5) e regala un’infusione ‘dolce, rotonda, inimitabile’.

O ancora che da Madame Tseng, alla Maison des Trois Thés, è possibile trovare dei Pu-erh (quello della tesi di laurea, oui!) di annate come il ’45, il ‘50 o il ’60 (e già: come per il Margaux, fatte salve ovviamente le rispettive qualità dei millesimi). Insomma: immergetevi. Uscirete più sapienti. E redenti.

E al prossimo skazzo (virtuale) con mr. Robert Parker, anziché mandarlo, con Trimani-Mamba, a bere un Crodino, mandatelo finemente a bersi un Oolong. Ma mi raccomando: che sia un Tie Kuan Yin, invecchiato almeno 10 anni. Sennò, che figura del menga ci fate?!?

Ps Per i non padani, mi sento di raccomandare in sequenza anche il bibliotèq.it, sito dell’omonima bottega romana, ben linkata peraltro con il Robustelli, cui è legata anche da dichiarato amore. Con l’uno, o l’altro, dunque, non esitate: e fatevi una tazza…

Foto: qwaszx/nikonclub.it, corriere.it, biblioteq.it