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Anisakis. Lo sai che è segno di salute dell’ecosistema, non del pesce crudo

L'anisakis mette paura se non sono osservate semplici regole di consumo del pesce: crudo va abbattuto. Cotto non causa problemi
martedì, 17 Luglio 2012 di

Anisakis, rischio zero. Anzi, il verme che disturba il sonno degli amanti del sushi e del pesce azzurro, è “sinonimo di buono stato di salute dell’ecosistema marino”.

Così gli esperti accorsi alla tavola rotonda organizzata dalla Società Italiana di Medicina Veterinaria Preventiva che al risvegliarsi estivo dell’allarme sull’anisakidosi, rinfocolato dal pm Guariniello, si sono affrettati a rassicurare. Anche il parassita del pesce crudo, come lo squalo dei mari esotici, quando c’è è buon segno. Basta non andarsi a cacciare nei guai al largo dove c’è la bandierina pericolo (per lo squalo) e non dimenticare di cuocerlo o congelarlo (per il pesce azzurro).

Basta anche dirlo a chiare lettere a chi lo prepara, ricorda Eurofishmarket, la società che tra i suoi compiti istituzionali annovera proprio l’informazione sui prodotti ittici. Ci voleva l’allarme, e il conseguente crollo dei consumi, per pensare che fosse arrivato il momento di piazzare, ai banchi delle pescherie della Gdo, dove si approvvigiona il 70% degli italiani, insegne chiare su come consumare il pesce a rischio.

Quanto ai cuochi e ai pescatori, ai quali spesso affidiamo la nostra salute quando ci viene voglia di pesce crudo, è pronto un tavolo di lavoro “per collaborare alla costruzione di linee guida per operatori pubblici e privati al fine di uniformare i comportamenti nei confronti dell’Anisakis e per informare il consumatore”.

Uniformare è bell’eufemismo. Ma è sempre meglio di niente.

[Link: Eurofishmarket. Foto: avelfollownews.blogspot.com]