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A spasso tra Libano e Langhe con Chateau Musar e Barbaresco Tettineive

mercoledì, 29 Agosto 2012 di

svinando

Nella prima sera fresca di quest’agosto bollente, complice il collega Antonio Paolini che ha prelevato le bottiglie dalla sua cantina, ci siamo immersi con Maurizio Valeriani e altri amici degustatori tra effluvi oriental-bordolesi e Langhe doc approfittando del sostegno complice della cucina di Leonardo (da Cesare al Casaletto, a Roma, uno dei nuovi ritrovi di Monteverde, già diventato un classico).

Abbiamo “sperimentato”, in felice abbinamento con carni bianche e rosse, quanto segue:

Chateau Musar 1993

Rosso biologico Triple “A” della Valle della Bekaa del Libano, un taglio bordolese molto originale con cabernet sauvignon, carignan e cinsault.

Al naso impatto di sottobosco, macchia mediterranea, grafite con punte di genziana, seguito da tabacco, cioccolato e cuoio, e anche caramella mou accompagnati solo nel finale dalla tipica nota vegetale del cabernet sauvignon.

In bocca composta di visciole, susina e pesca noce speziate con chiodo di garofano in evidenza per una beva di grande leggerezza.

e secchio

 

Barbaresco 1990 Tettineive

Al naso note balsamiche di menta, canfora e liquirizia miste a note ematiche e floreali (rosa appassita )

In bocca prugna, spezie ( cannella ) e bastoncino di liquirizia con note forti di tabacco e notevole acidità, considerato il millesimo.

(e menzione d’onore per il naso, inesauribile e inebriante)

Per entrambi, lunghissima persistenza che mette a dura prova la pazienza dell’assaggiatore. Un match pari tutto sommato, con lo Chateau in testa per la bocca e il Barbaresco per il naso.

[Carlo Bertilaccio]