Cose che accomunano San Carlo e Carlo Cracco, oltre a una parte del nome:
- la cura verso i prodotti
- l’italianità
- l’audacia
- l’amore per la patatina
Cose che non uniscono San Carlo e Cracco, fatta eccezione per una parte del nome:
- il marketing
Più o meno su questi temi si è svolta la presentazione stampa dell’ultima collaborazione di Carlo Cracco (l’ultima, peraltro, di una lunga serie), che a partire dal prossimo 6 aprile presterà il volto alla nuova campagna stampa dell’azienda di patatine fritte. Ma attenzione, non si tratta soltanto di pubblicità.
A dirlo ci hanno già pensato in diversi, ma lo stesso chef ci ha tenuto a ribadirlo, lasciando presagire che la collaborazione si estenderà ad altri prodotti e progetti.
La presentazione (dove? Bè, ovviamente nel locale nuovo di zecca di Cracco a Milano, la Segheria) è stata l’occasione per un breve showcooking, se così si può debitamente descrivere l’arte dello chef nell’assemblare una millefoglie di patatine rustiche con il baccalà mantecato, una delle ricette appositamente studiate per San Carlo.
Lo scopo dell’azienda alimentare, infatti, è di “far entrare la patatina nell’alta cucina italiana”, laddove “Carlo Cracco è l’autore di questa legittimazione, visto che rappresenta per il grande pubblico una autorità indiscussa nel saper giudicare il buon gusto italiano”.
E, a quanto pare, la missione è riuscita.
Conversazioni udite tra il pubblico, tra una rustica con uovo di quaglia al tegamino, pancetta e senape in grani e un’altra con mini hamburger di fassona, salsa barbecue e glacialis:
– “Guarda come dispone bene il merluzzo sulla patatina”
– “È più sexy di Rocco Siffredi”
– “Nello spot recitava come fosse un attore”
La sfida è aperta. Dopotutto, che il giudizio sulla nuova collaborazione sia uno scontroso “pecunia non olet” oppure un “lo faremmo tutti”, chi non correrebbe a casa a preparare una rustica gourmet con foie gras, broccolo e aceto balsamico?
L’hashtag dell’evento non sarà mica stato #sancarlocracco per caso: solo un sant’uomo potrebbe trasformare delle patatine in busta in un ingrediente ambìto davanti ai fornelli.
Io grido al miracolo di San Carlo: chi di voi aveva mai pensato di trovare l’eccellenza nella busta delle patatine?
A me personalmente non interessa che sia Cracco a dirmi che le patatine nella busta sono gourmet. Potrebbe pure dirmelo Adrià, Ducasse o Redzepì, ma sempre patatine della busta rimangono.
Dipingetemi pure come il ragazzino che urla che il re è nudo, ma per me le patatine della busta non sono minimamente avvicinabili all’alta cucina. Se quei piatti sono buoni lo sono per le cose che fanno da “contorno” alla patatina.
“Io grido al miracolo di San Carlo: chi di voi aveva mai pensato di trovare l’eccellenza nella busta delle patatine?”
Il “miracolo” sta tutto nella vostra testa malata!
Il miracolo dei soldi più che dell’alta cucina.
Poi un raggio di luce dal cielo e così San Carlo Cracco parlò ai suoi fedeli: “Mi piace la cura che mette la San Carlo nel suo prodotto. Dal sacchetto bianco al fatto che le patate prima di essere imbustate vengano asciugate e quindi non restino mai unte: questo fa la differenza, anche solo all’aspetto visivo. La San Carlo cerca l’eccellenza. La patata rustica è molto grande, non è una patata normale, e quindi si presta ad essere usata in cucina. Come una volta si serviva il pane, adesso si serve la patata”. (Gazzetta Gastronomica)
Questo si sta sputtanando alla velocita’ della luce
Cracco è stato preceduto da un illustrissimo collega. Qualche anno fa, infatti, il mitico Ferran Adrià propose su un giornale di Madrid la tortilla di chips (frittata di patatine). Un video, girato presso El Bulli, circolò anche sul canale satellitare Gambero Rosso.
Ingredienti : 4 uova, 125 gr di patatine fritte, pepe, prezzemolo mezzo mazzetto, 2 c. di parmigiano qualche cucchiaio d’oliva di oliva, un quarto di cipolla bianca a chi piace può aggiungere qualche erba aromatica che ha in casa a seconda della stagione come nepitella e timo.
Procedimento:
– tritare le chips grossolanamente come più vi piace, sbattete le uova con due cucchiai di fornaggio grattuggiato, in una ciotola tritate il prezzemolo e aggiungetelo, versate le chips e mescolare.
– Fate scaldare olio in un padella antiaderente, fate sudare un po’ la cipolla e poi versate il composto e fate cuocere, quando vedete che sta cuocendo controllate con una forchetta, girate la frittata, due minuti ed è pronta.
Personalmente, non ho mai vissuto l’avventura di cenare a El Bulli e tanto meno di testare l’efficacia della ricetta. Adesso, però, la curiosità e salita e mi sa tanto che appena mi sentirò depresso 🙂 farò un esperimento casalingo.
Ma che poi le San Carlo non sono manco quelle più buone, le Pai sono decisamente migliori…
Ovvio che la Pai è molto buona,è della San Carlo!!!
P.s. Lo so perché le vendo (sono un agente San Carlo s.p.a.)
Secondo me la patatina San Carlo è scesa molto di qualità, le ultime che ho assaggiato, intendo quelle classiche e non quelle rustiche della foto, sono veramente immangiabili, sembrano fatte con le patate liofilizzate e pensare che erano le mie patatine preferite, sigh!!!
Su Carlo Cracco che dire…. secondo me si sta rovinando con le sue stesse mani, che tristezza.
Capisco le logiche di mercato e la “azzeccatissima” idea commerciale…
entrambi i contraenti potranno beneficiare del “connubio”…
il resto però è di una banalità e pochezza imbarazzante…
una folla intenta ad immortalare il Cracco che compone un finger food avvalendosi di ottima materia prima e di una rustica in alternativa al crostino di pane…
beh sono venti anni che abbiamo sperimentato l’associazione tra patatine e cibo! magari un pizzico meno gourmet…ma stavolta sei arrivato secondo!!!
In ogni caso complimenti all’uomo imprenditore di se stesso…
Homo faber fortunae suae…
Una curiosità, alla domanda: scusi se un concorrente di Hell’s Kitchen le avesse presentato questo piatto sig. Cracco cosa avrebbe detto, come ha risposto ?
Non male come osservazione
Se accompagnamo il tutto con una birra gourmet, tipo la Moretti Grand Cù o la Poretti 7 luppoli quasi 8, il gioco e’ fatto
“Per l’apertura vera e propria bisognerà attendere venerdì prossimo, il 28 febbraio. Solo allora l’intero menu verrà svelato, anche se a partire da oggi possiamo basarci su qualche elemento in più per iniziare a fantasticare.”
Cara immaginazione che non perdoni…
Critiche? Commenti negativi? E che problema c’è? Per un certo tipo di marketing l’importante è che se ne parli.
Ha ragione Carlin Petrini quando dice che questi del master chef stanno togliendo al cibo e alla cucina ogni dignità.
So che molti sono coinvolti dal Business, ma non tutti.
Gaetano.-
Non capisco le critiche , e’ vero che non parliamo di alta cucina, ma un grande chef lancia una nuova moda insieme ad una azienda, italiana innanzitutto e che ha dei prodotti di qualità superiore , non e’ alta ristorazione ma sicuramente una grande novità. Complimenti a Cracco per la sua audacia , si affermerà ulteriormente .
mah.. la san carlo ha copiato la storia dello chef alla crik crok, che gia nel 2010 aveva usato vissani, forse anche con meno parolacce e più stile dato che si tratta di un prodotto che va soprattutto ai bambini. qui nel link http://docmanhattan.blogspot.it/2010/01/le-patatine-con-il-noto-chef-televisivo.html
anche questa è una delle tante orchestrino di uno dei tanti Titanic di cui l’Italia è piena.