Siete alla ricerca della cucina tradizionale nella città che state visitando per la prima volta?
Mi hanno chiesto di scegliere un ristorante a Roma, città che è soprattutto citata per la carbonara, ma che ha alcune osterie da segnalare anche se non hanno conquistato la chiocciola Slow Food.
Per fare respirare un po’ di aria romana, io ho scelto Testaccio e due osterie: Felice al Testaccio e Flavio al Velavevodetto.
Sono andata a assaggiarli di nuovo prima di portare i miei ospiti.
Felice al Testaccio
E’ difficile improvvisare una cena da Felice che è sempre pieno, bisogna prenotare qualche giorno prima, ma è un po’ più facile andarci a pranzo. Come ho fatto io.
Conoscendo bene i suoi classici quali alici fritte, cacio e pepe (sempre straordinaria), ravioli al pomodoro e basilico o polpette al sugo, è bello anche cambiare.
E allora scelgo un antipasto assolutamente casalingo: una frittata di zucchine, un po’ sciapetta ma abbondante.
Poi tocca al tonnarello con alici, pomodoro e pecorino. Eccellente.
Non riesco dal trattenermi da un altro classico: il filetto di baccalà in pastella, croccante e godurioso.
A questo punto niente dolci per me, anche se vedo passare i tiramisù al bicchiere, la millefoglie e la torta pere e ricotta di Sal de Riso.
Il conto? Niente paura, 3 portate a 35 euro, con pane, acqua e servizio, ma senza il vino.
Felice al Testaccio. Via Mastro Giorgio, 29. Roma. Tel. +39 065746800
Flavio al Velavevodetto
La sera scelgo Flavio, penso al quinto quarto e a una bella bottiglia di vino. Il bello di questo locale sono le pareti. Da una parte, attraverso le vetrate, si vede la parete interna del Monte dei Cocci. Le altre invece, sono tappezzate dalle foto di piatti che escono dalla cucina dell’osteria. Come resistere?
La carta di vini non c’è: qui funziona come all’enoteca, si sceglie il vino direttamente dagli scaffali.
Scegliamo dal menù i classici della tradizione romana.
Per iniziare un’ insalata di nervetti (altrimenti introvabile), da dividere in due; poi una cacio e pepe (ricca e lussuriosa) e la coda alla vaccinara, tenerissima, “da tagliare con un grissino”.
Niente dolci nemmeno stavolta, colpa delle porzioni abbondanti, anche se un piattino di ciambelline al vino avrebbe il suo perché.
Il conto è 58 euro in due, con il vino.
Flavio al Velavevodetto. Via di Monte Testaccio 97. Tel. +39 06.5744194
Non so proprio chi scegliere per iniziare con i miei ospiti stranieri. Voi da chi andreste? Anche oltre Flavio e Felice, sia chiaro.
[Immagini: Tate, iPhone Giulia Nekorkina, Facebook]
Da Cesare al Casaletto.
Da Felice. Flavio usa mettere la pancetta affumicata nella carbonara. Una bestemmia assoluta. Non ci vado più da 4 anni, per questo motivo.
da sei anni che sono qui mai usata la pancetta. Pensa che te sei perso!! Uso nella matriciana guanciale affumicato di Nogara solo per palati fini e quindi non per il tuo.
Quanno ce vò, ce vò. Dajeeeeeee 😆
Nella matriciana, forse. Che poi l’affumicato non c’entra assolutamente una mazza.
In quella carbonara era pancetta e pure scrausa.
Confermo Da Cesare. E’ avanti rispetto ad entrambi.
Fra i due, è una bella lotta, anche se da Flavio la coda, è insuperabile.
Entrambi spettacolari… a pranzo per il mio matrimonio siamo stati da Felice… quando ho ricevuto parenti dal Canada li ho portati sul terrazzo di Flavio.
Cesare al Casaletto è più “moderno” per molte cose, più originale e altrettanto (se non di più) gudurioso per chi già conosce ampiamente la nostra cucina.
Quindi 35 euro per frittata, pasta con le alici e filetto di baccalà sono pochi?
Vabbè………complimenti a chi si occupa del food cost da Felice