Siamo a un passo dallo scoprire le nuove stelle Michelin 2016. E come al solito ci vorrebbe la palla di cristallo per scoprire chi saranno i nuovi baciati dall’astro della Guida che si permette di uscire il 10 dicembre a ridosso delle feste natalizie senza troppo preoccuparsi del marketing in libreria.
Quello che è sicuro è ancora nella guida che possiamo leggere ora.
Possiamo provare a immaginare, oltre alle normali supposizioni di nuovi arrivi e cancellazioni e alla nuova Guide Verte dedicata a Genova.
Partendo da chi una stella non la prenderà come Andrea Berton. Che già ce l’ha, ma una sola.
Seguitemi nel ragionamento che tutti fanno.
Il suo ristorante è bello, contemporaneo, in una zona nuova, con una cucina che sembra un’astronave luccicante. C’è la partnership con la BMW (ora sopra i fornelli campeggia la nuova serie 7), il tavolo – fighissimo – dello chef in chiaroscuro, il tavolino in cucina dove appollaiarsi per guardare tutti all’opera, le lezioni di cucina.
Dettagli che contano come la scultura di vetro con le chips per un benvenuto.
Anche lo champagne è scelto nella tonalità più adatta, ma non è certo questo il motivo principale della preferenza.
Il profumo del tartufo è di quelli che ti prendono subito. Come fai a dirgli di no?
La carta dei vini è monumentale tanto che serve un database. Elegante. Com’è la faccenda della cantina che è importante per prendere una (quale?) stella Michelin? Non si può dire niente del tovagliato. Giusto, perfetto. Sì, esatto, non c’è. Ma non è un problema per la Michelin.
Arrivano gli amuse bouche. Non sono anonimi. Mi piace la paprika, il guacamole, la zucca.
Il cardo gobbo con bagna càuda, uovo di quaglia e una generosa folata di caviale Oscietra Royal è lì a dirti che territorio, pop e lusso stanno benissimo insieme.
Ecco, il rinforzo di champagne è ineludibile come nella migliore agiografia: caviale e champagne.
La triglia al vapore, sedano, mela e senape è delicata e generosa. La performance è da segnare con il check.
Il Furore di Marisa Cuomo accompagna perfetto.
Arriva il pane, tornito e ottimamente lievitato. Le olive taggiasche vanno a nozze. Conterà il pane nella valutazione?
Un calice di vino biodinamico di Michael Gindl ci prepara alla portata successiva. Restiamo di mare.
Dalle conchiglie della Felicetti ripiene di crema di broccolo spuntano le acquadelle fritte. Il brodo di scorfano invita alla presa con il cucchiaio. Equilibrio devastante, piatto per un Natale in grande spolvero con il mio commensale che rivede il significato del comfort food.
Arriva un rosso, Saustò di Monte Dall’Ora. Tempo di carne.
Riparite il manuale delle cotture perfette. La nocetta di capriolo con verza e melograno è un altro piatto da festa continua. Con accensione immediata di stelle.
Difficile dare di più mentre si fa il conto delle luminarie.
Anzi, no. Arriva il piatto al tartufo. Un cuore di grana e la polenta. Rustico e raffinato al tempo stesso. Se siete da quelle parti sarebbe il caso di assaggiarlo prima di mettere in fila classifiche o disegnare mappe.
I dolci sono a livello di questo pranzo stellare. Un after eight con il cioccolato aerato e un mango al tè Oolong.
Il vermut antico della Canellese accompagna fino alla piccola pasticceria con il macaron che ci suona come richiamo alla Rossa francese.
Ottimo anche questo abbinamento come tutti quelli proposti da Lorenzo Sica.
Ecco, quasi dimenticavo: perché Andrea Berton non prende la seconda stella?
Mi dicono perché non è possibile. Ha preso la prima l’anno scorso e, no, la Michelin mai darebbe una seconda stella a ridosso della prima anche se un pranzo rasenta la perfezione con 4,5 di score.
Impossibile, vero, siete d’accordo anche voi?
PS. Poiché è uso dare consigli su come prendere o non prendere stelle e cantonate, io direi che Berton potrebbe cambiare marca di auto.
Ristorante Berton. Viale della Liberazione, 13. 20124 Milano. Tel. +39 02 67075801
Quindi prende la seconda stella?
Secondo me Andrea Berton e’ ormai prontissimo per la seconda stella.
Tutto nel suo locale è super!
Il cibo in questi anni e’ notevolmente migliorato…se possibile…perchè già ottimo.
La sua presenza e’ costante in una cucina perfetta, pulita , vivace, attenta, davvero UNICA!
La possibilità di vedere in prima linea la preparazione e l’accuratezza con cui vengono realizzati i suoi piatti è appagante!
Il potere scambiare qualche parola con lo Chef in persona a fine cena e poter chiedere ragguagli e spiegazioni sulla fattura dei piatti più curiosi non è da sottovalutare .
Il suo sorriso e la sua garbata gentilezza e tutto ciò’ che fa da “contorno” ai suoi piatti rendono tutto molto piacevole.
Le meravigliose composizioni floreali sui tavoli, i piatti disegnati appositamente per il locale e tutti i particolari vengono curati senza perdere di vista la bontà dei piatti stessi accompagnati da ottimi vini raffinati e consigliati dal somelier che, come tutto il personale è attento pronto e, perchè no, sorridente e simpatico!
Insomma a mio avviso Berton è più che pronto per la seconda stella e spero che la Guida Michelin ne valuti la bravura a 360°!
Andrea e’ sicuramente un papabile ed il suo DNA è certamente da bistellato almeno, poi che dire, a volte ci sono logiche fortuite o temporali che frenano le ascese magari soltanto per un anno ed il prossimo poi tutto si sistema…penso all’ottimo Antonio Guida per il quale probabilmente non ci sono stati i tempi tecnici, così come per Mattias Perdomo, ma non è certo una sconfitta per nessuno e neanche per la Michelin…i tempi tecnici sono tempi tecnici per chi produce una guida cartacea, quindi, le solite polemiche post uscita,sono spesso soltanto strumentali. Non credo che il problema possa essere dare una seconda stella dopo un anno e ci sono già esempi illustri come Antica Osteria del Ponte 1980/1981 e Vissani 1994/1995 che fecero la doppietta in due anni…aspettiamo e vedremo cosa avranno deciso. Un caro saluto ed in bocca al lupo a tutti gli chef che ci credono…il 10 ormai è alle porte.
indovinello: chi è quello chef che al Trussardi prese la prima stella nel 2008 e la seconda nel 2009?
Ah, già…
Non ti si può nascondere niente. Mi hai levato le parole da bocca 😆
Berton al Trussardi prese 2 stelle in 2 anni……informatevi prima di scrivere articoli dai….
dici che non lo sapevano?
Migliorarsi è obbiettivo personale, le stelle se le meriti te le appendono gli altri. Un consiglio su un componente fondamentale nel bere…l’avrei comunque !!!
Ho avuto il privilegio di essere ospite dello chef’s table (come dicono loro, il tavolo in cucina come lo chiamo io) sabato scorso.
seconda visita nell’anno 2015.
dopo una cena che da appassionato e non da critico gastronomico definisco indimenticabile per ricchezza, varietà, puntualità di cotture e abbinamenti, mi sono solo permesso di dirgli che secondo me quelli della guida rossa proprio tanto non capiscono visto che non gli hanno dato la seconda stella.
detto ciò, purtroppo male per lui, in un certo senso bene per i suoi clienti che possono ancora trovare un tavolo senza prenotare 6 anni prima.
Mi ci trovo talmente bene che pure la voglia di farmi un’ora e mezza di auto per andare a modena si fa più debole…