In Toscana ti diranno che è difficile mangiare male e a Siena, capitale italiana del vino, è impossibile bere male.
Come si sta allora in un locale nel centro di Siena dove l’attuale titolare è il barman di professione, e in cucina c’è la cuoca di sempre?
Forse avete riconosciuto l’Osteria Titti da Duccione, nel cuore della Contrada dell’Istrice. Da quasi 5 anni è gestita da Duccio Barucci che ha lasciato intatta la cucina, buona “come quella della nonna”. L’osteria, decisamente vintage, è aperta non stop dalle 12 fino a tarda ora e propone al pubblico tante soluzioni: pranzo veloce o una cena tranquilla, uno spuntino o un caffè con i cantucci nel pomeriggio, l’aperitivo o un dopocena con la musica (non dimentichiamo che Duccio, Duccione per gli amici, è barman con una lunga esperienza alle spalle).
Io ho fatto una scelta classica – ci sono andata a cena – e non me ne sono pentita.
Si inizia con le bruschette con l’olio e il pomodoro, ma soprattutto con i crostini caldi e il paté di lepre (7 €), saporito ma delicato.
Selezione di salumi: salsicce di cinghiale, lonzino, salame, finocchiona e prosciutto, da mangiare come le noccioline (10 €).
Selezione di pecorini con miele e confettura (10 €). Vi assicuro, i formaggi sono squisiti anche “nudi e crudi”.
Pici con le briciole, insaporite con acciughe e aglio, sfiziose (8 €).
Tagliatelle con il ragù di lepre battuto a coltello, saporito, forte, ma equilibrato (9 €).
Gnocchi mele, noci e gorgonzola, cremosi e delicati (8 €).
Galletto alla griglia con olio al rosmarino, croccante e godurioso (12 €)
Cantucci con Vinsanto, della serie “uno tira l’altro”.
Bicchierino con crema di mascarpone e pistacchio, soffice, per niente pesante.
Nel menù avevo adocchiato qualche altro piatto da assaggiare (pici all’aglione, polpettine in umido o bocconcini di pollo al dragoncello), ma non so se li troverò la prossima volta: qui cambiano il menù spesso.
Il conto medio a persona è di 25 €.
Osteria Titti da Duccione. Via Camollia 193. Siena. Tel. 0577285813
E’ una piacevole sorpresa vedere che in Italia esistono ancora le “VERE” TRATTORIE all’Italiana.
Vere…perché ci sono molte trattorie…solo di nome.
Con:
1 Stile d’impiattamento
2 Quantità delle Porzioni e
3 Prezzi
che scimmiottano la cucina stellare.
E’il Conformismo Stellare, bellezza!
Che dilaga in tutti i settori della ristorazione,
perfino nello street food, che “dovrebbe essere” per definizione…p.o.p.o.l.a.r.e:
pensate a quello che sta succedendo al più famoso street food italiano:
ormai per farsi una PIZZA si può superare il prezzo di questa bella trattoria all’italiana.
E, badate, Napoli è ai vertici di questa smania del cambiamento e sta raggiungendo la pizza GOURMET del Nord, come prezzi.
Secondo me è ancor molto più grave quello che sta succedendo alla Gloriosa Pizza Napoletana:
trasformarla da cibo popolare … a Cibo Costoso come è avvenuto al Nord(e come ha fatto Slow Food con tanti prodotti (ex)popolari)
Il tutto con una massiccia “manipolazione” mediatica
e…degli impasti(v. la famigerata pizza nera) e…delle menti(?))
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Immaginate con il MARCHIO(spudoratamente commerciale) dell’Unesco
(chi poteva immaginare questo basso ruolo di un’organizzazione nata per altri ALTI scopi?)
quali “sceneggiate” s’inventeranno i Vi(P)izzaioli.
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Complimenti a questa splendida trattoria
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Per ulteriori approfondimenti sugli scandalosi prezzi delle pizze vi rimando a
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————–Valerio Massimo Visintin
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l’unico a stare dalla parte dei consumatori/clienti
l’unico ad avere un senso ETICO del CIBO
(sconosciuto al SISTEMA*** ed al suo Grastro-Cinismo)
l’unico fuori dal S.I.S.T.E.M.A*** > (che ha come UNICO scopo(invece) il perpetuarsi dei propri egoistici privilegi).
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***IL SISTEMA:
Guide, Critica enogastronomica, Slow Food, Identità Golose, Chef Stellari, Vi(P)izzaioli mediatici, Masterchef, Food Bloog ecc…l’elenco potrebbe continuare)
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E per questo non lo sopportano.