Il Sereno, ristorante stella Michelin sulle acque del Lago di Como

Bello. Uno degli aggettivi più usati, abusati, personalizzati, raccontati, storpiati. Che vado ad utilizzare per il ristorante Il Sereno al Lago. Non è bello ciò che è bello – dice un proverbio – ma è bello ciò che piace. Non concordo e non sono assolutamente d’accordo. Il “bello” è oggettivo, non soggettivo.
Dobbiamo certamente scomodare la critica, che conosce e studia, chi analizza, parametri e capisce, per decidere cosa sia bello e cosa no. È come in cucina, nei piatti e nelle proposte dei ristoranti. Quando mi dicono “questo piatto è buono”, rispondo quasi sempre “per te!”.
Solo un critico gastronomico può determinarne precisione di esecuzione, attenzione al gusto, rispetto della materia prima, bellezza dell’impiattamento e via di seguito. Non certo un commento da Tripadvisor.
L’architettura di Patricia Urquiola

E quando si parla poi di arte, architettura, location e arredamenti la questione si fa ancora più difficile. Ed è per quello che sostengo con ferma certezza che Il Sereno, l’albergo sulle rive del Lago di Como disegnato e progettato da Patricia Urquiola, non è bello: è meraviglioso.
Un luogo unico, modernissimo e classico al tempo stesso, caldo e accogliente nei colori. Una scatola di legno e vetro appoggiata su una spiaggia di sassi, con un magnifico giardino alle spalle che la protegge da qualsiasi vista e rumore. E con una piscina modernissima che si affianca alle onde, da cui le separa solo una passerella di legno. Alla quale sono ormeggiati tre magnifici Riva dal teak rilucente.

Uno spettacolo. Una vera meraviglia moderna. Bravissima, Urquiola.

E all’interno dello scrigno, una bontà nella bellezza. Il ristorante, che prende lo stesso nome dell’hotel: Ristorante Il Sereno al Lago. La sala si apre al piano terra dell’albergo con una vista diretta sulle acque del lago, sulla piscina e sulla spiaggia.
Ci accoglie Raffaele Lenzi, lo chef che ha contribuito a far assegnare la locale la prestigiosa stella Michelin nella guida edizione 2023.
Con lui, Antonio Casillo, grande maestro di sala. E Francesco Martinello, giovane e bravo sommelier, che supporta i piatti dello chef con scelte mai banali e scontate nel bicchiere.
E abbiamo iniziato la nostra cena con il menu degustazione A modo mio, a significare il racconto del percorso personale dello chef.
Com’è il menu A modo mio del ristorante Il Sereno al Lago

Amuse bouche. Handroll. Si unisce la tecnica nipponica con il riso, lo shiso e il tobiko alla trota iridea del lago.
Carota, mandorla e prezzemolo. Il gusto delle verdure dell’orto, la mandorla come memoria dell’infanzia e il prezzemolo.
Zucchina e salmerino. Dal Sud Italia, i tenerumi e le zucchine in una zuppa fredda. A completare il piatto, kefir di capra, uova di salmerino e cannella.
Dosa, melanzana e prugna. Un piatto che nasce dall’incontro tra India e Medio Oriente. La dosa, “crêpe indiana” di lenticchie e riso, con una crema di melanzana affumicata. La prugna qui, prende il posto della melagrana.

Poi un ceviche che nasce in Perù, ma lo chef del Sereno al Lago lo reinterpreta con orata nostrana e sedano bianco di Sperlonga. L’acidità del lime, l’olio al coriandolo e il finocchietto.

Ed ora Tortelli Méchoui. Un piatto che nasce in Emilia ma viaggia verso il Maghreb: tortellini ripieni di agnello, con un mix di spezie e sfere di tè alla menta.

Riso alla pescatora. Un viaggio tra le risaie Lombarde e i mercati del sud Italia. Alla base del piatto cannolicchi cotti dal caldo del riso della Riserva San Massimo, ventose di polpo saltate e polvere di lattuga di mare. La sapidità è data da pasta di molluschi bivalvi e garum di molluschi (calamaro, seppia e polpo).

Un piccolo Intermezzo. Lo sgroppino nascosto sotto le spoglie di una kombucha di pesca e il marshmallow con il tocco giapponese del wasabi.
Secondi piatti

Fish & Meat. Il rombo è conservato per tre giorni nel grasso della rubia gallega, frattaglie di rombo e miso d’orzo. Viene poi cotta al vapore e glassato con un dashi di pollo e salsa mole. A completare il piatto del Sereno al Lago una cialda di pollo allo spiedo, timo e rosmarino. Una sintesi di contaminazioni raccolte in un solo viaggio.

Tempeh di fagioli zolfino al barbecue. Il tempeh è ripensato con un legume toscano, i fagioli zolfino. Ed è accompagnato da indivia belga e rucola e un jus di sedano rapa.

Frutta in kombucha. Albicocca in infusione di tè verde sencha e timo: un piccolo boccone tra Oriente e Mediterraneo.

“Fiesta” è un ricordo alla merendina degli anni passati, alle arance e ai liquori italiani, ma reinterpretato. Diventa un french toast al grano arso, fiore di sambuco, arance candite e gelato “stracciato” al cioccolato e Cointreau.
Chiudiamo con caffè (o tisana) e piccola pasticceria.
Una cena differente al Sereno al lago. Un segno forte di Raffaele Lenzi e della sua cucina.
Torneremo presto, a provare gli altri menu. Intanto, grazie a tutti per tanta bellezza, cortesia e bontà.
Perché avevano ragione gli antichi Greci: non c’è Kalòs senza Agathòs. Non c’è bello senza buono.
Come al Sereno al Lago, in uno degli alberghi più belli del mondo.
Quanto costa il ristorante Il Sereno sul Lago di Como
Tre i menu degustazione a disposizione.
Omaggio alla tradizione con 5 piatti più amuse bouche, dolce, piccola pasticceria e caffè a 175 €.
Il menu A Modo mio costa 210 €.
C’è anche un menu vegetariano a 160 €.
Alla carta è possibile scegliere due piatti a 130 €. Un pasto completo al ristorante Il sereno al Lago con 3 piatti (antipasto, primo e secondo) da scegliere dalla carta costa 170 €.
Questi i piatti.
Antipasti
Piattoni alla brace, salsiccia di Brà, cardamomo e tartufo estivo
Melanzane, prugne fermentate e fonduta al Buonasorte di bufala
Scarola ripassata, sedano rapa al bergamotto e caviale Asetra
Primi
Bigoli “AmatricaN”
Riso riserva San Massimo, peperone giallo, capperi e olive
Tortelli ripieni di zucchine alla scapece e uova di trota affumicate
Secondi
Trota iridea, barattiere in agrodolce, friggitelli e rafano
Lavarello à la plancha, ristretto di cassoeula e lattuga
Manzo al pepe verde
Cervo marinato al tè Oolong, chimichurri e gambero rosso
[Foto di copertina: @nicolobrunelli_studio @patrizia_barbagallo_ph]