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Puglia. Il Salento è buonissimo all’osteria Origano a Minervino di Lecce

lunedì, 19 Febbraio 2018 di

Il Salento è una Puglia nella Puglia e andarci fuori stagione è il modo perfetto per farvelo raccontare dai cieli mutevoli, dalla chiara pietra leccese, dai cannizzi e dagli ulivi, dai cibi più caldi, dai vini più carezzevoli. E dalla creatività applicata agli ingredienti locali. Come da Origano a Minervino di Lecce.

Origano è da poco più di un anno l’osteria-bottega delle Cantine Menhir e dell’Azienda Agricola Anna, a filosofia bio, di cui è patron Gaetano Marangelli. Si trova in paese e occupa un complesso settecentesco dove potete mangiare in sale e salette, in veranda e – con l’estate – nel grande giardino.

Hanno iniziato con piattini intorno ai prodotti dello Store, tra cui il sapido Olio, dal logo bellissimo, che viene ancora servito ad inizio pasto con un pane fatto in casa da lievito madre ormai secolare. Dagli aperitivi hanno sviluppato una proposta di pesce e di terra che vi invoglia a ordinare più portate o a combinare astuti “do ut des” con i vostri commensali.

Cucina territoriale, ma non “tipica”

Il sito dell’azienda, voce ufficiale, parla di una cucina dai confini sfumati. E così è: territoriale, che però va oltre il “tipico”. Perciò gli ingredienti vi suoneranno familiari, gli accostamenti potranno sorprendervi. Lo stile è contemporaneo, la proposta molto à la carte.

Il sito nomina una compagine diversa da quella che ho trovato andando di persona: lo chef Alfredo De Luca, 35 anni, affiancato da Antonio de Carlo, 21 anni, e Roberto Musarò, 29 anni – entrambi diplomati all’Alberghiero di Santa Cesarea Terme – e in sala Gianfranco de Giuseppe.

Tutti preparatissimi, sorridenti, empatici e ottimo raccordo sala-cucina. Insomma, un’esperienza diversa da quella dei piatti di cucina povera, di cui vi abbiamo già parlato e vi parleremo ancora.

Il menu cambia stagionalmente ma è possibile – è in progetto – una formula semestrale. Anche in Salento non ci sono più le mezze stagioni? A giudicare dal fatto che ho visto papaveri in febbraio, forse sì.

Vorrete sapere con cosa hanno tentato la curiosità e le papille del nostro gruppo.

Dal “pane e olio” al “cioccolato bianco e mango”

Dopo il pane e olio di cui sopra (blend di leccina e cima di Menfi), è arrivata una capasanta burro, crema di parmigiano e alga di mare in un piatto asimmetrico, elegante come un cappello da signora.

Nei calici, Verdeca del 2017 delle cantine di casa, con note di fiori bianchi e agrumi, ideale con crudi di pesce, formaggi delicati o verdure.

A seguire, tagliatella di seppia cotta a bassa temperatura per 12 minuti, con crema di mandorle, puntarelle, polvere di caffè. Qui si è fermata la degustazione per il mio appetito in miniatura.


Il resto del gruppo continuava con fettuccina bianca, carota, cavolo nero fermentato, gamberi e bisque o il corrispettivo vegetariano, cioè fettuccine ai funghi (si presume cardoncelli). Il vino, Movementi Rosato IGP Salento, dal bellissimo colore rosa cerasuolo.



Pesce, a seguire: pescatrice, zuppa di pesce, verdure croccanti. Ma l’opzione vegetariana prevedeva un carciofo fritto su crema di burrata, dorato e dal portamento floreale.

E ancora, cipolla in 3 consistenze con una delicata crema di tapioca ospitata nella concavità dell’ortaggio stesso.

Al dolce, una mousse cioccolato bianco e mango, polvere di cioccolato bianco leggermente sapida e spugna al pistacchio si accompagnava a un D’Alesio IGP Puglia – un Aleatico passito dal bouquet di frutti rossi e dal color rubino intenso. Caffè, per concludere.

Un calice su ogni portata …

Per un menu degustazione simile a questo, spendereste intorno ai 45 €, vini delle Cantine Menhir compresi – un calice su ogni portata. Una selezione di vini di altri produttori è offerta al costo della bottiglia.

I prezzi medi? Antipasti sui 14 €, primi sui 16 € e secondi intorno ai 16-18 €, mentre i dolci sui 6 €.

Bene. Avete già prenotato?

Origano Osteria & Store. Via Scarciglia 18. Minervino di Lecce (Lecce). Tel. +39 0836 81 81 99

[Immagini: iPhone di Daniela; Monica Viani; Menhir Salento]

Di Daniela Ferrando

Milanese, trent’anni di copywriting e comunicazione aziendale. Le piace che il cibo abbia le parole che merita: è cultura. Parlando molto e mangiando poco, non si applica nel suo caso il “parla come mangi”.