mulino caputo farine per pizza, pane e dolci

Caserta. Venite alla festa del Grano Nostrum e della pizza con Sorbillo, Rossi, Lioniello, Iorio e Civitiello

mercoledì, 20 Giugno 2018 di

Il grano si miete una sola volta all’anno anche se si macina tutto l’anno per ottenere la farina. Il periodo della mietitura è giugno nel sud dell’Italia. Più o meno intorno alla metà del mese perché a comandare è il cielo inteso come condizioni meteorologiche.

In quel giorno si celebra il Capodanno del Mugnaio che è festa sui campi per guardare al raccolto che si spera abbondante e di ottima qualità (gli agricoltori guardano alle proteine, i pizzaioli al W e più o meno sono d’accordo sul punto).

L’anno scorso si è celebrato il 17 giugno, quest’anno lunedì 25.

La località è sempre la stessa, Frignano (presso l’azienda D’Amore, siamo in provincia di Caserta), terra fertile che si è dedicata con passione al progetto di una filiera ideale, controllata e giusta nella remunerazione di chi lavora la terra.

Qualcosa cambia: il campo, innanzitutto, che è sempre Caputo, cioè del mulino di Napoli che con questo programma ha creato le condizioni per colture che favoriscono la qualità del grano, ma diverso rispetto a quello dell’anno scorso perché ovviamente c’è la rotazione da rispettare.

E poi l’orario: dalla mattina si passa al pomeriggio e l’appuntamento per la firma del contratto di filiera parte alle 17 e la festa con le pizze, la torta e i brindisi continuerà fino a sera.

Il patto tra i contadini, attraverso la Green Farm di Michele Mennino, azienda campana specializzata nell’assistenza agli agricoltori, e il Mulino Caputo rappresenta un’evoluzione contemporanea della tradizione propiziatoria con le feste sui campi (chi non ha mai saltato i covoni trebbiati e accesi è giovane) che ringraziavano del raccolto.

“La conoscenza empirica ai giorni nostri è diventato studio e ricerca. La gestione del “Campo Caputo” in Campania è animata da una condivisione di valori e visioni con la Green Farm che riguarda l’intera filiera: dalla selezione della varietà da coltivare, in funzione delle peculiarità climatiche e del suolo, alla semina fino al raccolto e allo stoccaggio dei grani”, spiegano al Mulino Caputo.

Un costante supporto tecnico alla filiera è offerto dal lavoro di un team di agronomi che curano la selezione e l’utilizzo di grani delle migliori varietà che, unite alle caratteristiche e alla gestione del territorio, consentono di ottenere un frumento di panificabilità superiore, con delle specifiche caratteristiche di forza, estensibilità, tenuta e sapore.

Un lavoro che ha portato all’individuazione di 3.000 ettari di terreni su cui nasce il Grano Nostrum.

Pascalina, cioè la pizza migliore secondo la Fondazione Pascale

E quest’anno si festeggerà questo grano speciale, non solo perché della Campania per la pizza che è simbolo più forte dell’utilizzo del grano tenero, ma soprattutto perché è pulito nell’idea di filiera e di farina. Insomma, una pizza pulita – vien quasi voglia di hashtag #pizzapulita – che si inserisce sul binario parallelo di altri studi come la pizza Pascalina.

Nel 2018 non si accenderanno i covoni, ma i forni per i pizzaioli che animeranno la festa e la voglia di buono.

Tra di loro ci saranno i campioni che credono in questo percorso di farina e di pizza pulita: Gino Sorbillo, Davide Civitiello, Pasqualino Rossi e Teresa Iorio.

Si brinda con la pizza e con le bollicine e la torta la porta Salvatore Gabbiano, pasticciere di Pompei.

Si balla e si canta con I Bottari della Cantica Popolare.

“Una delle nostre priorità è il rispetto della tradizione, nell’ambito della quale applichiamo tutte le innovazioni che ci consentono di garantire al consumatore prodotti di altissima qualità”, spiega Antimo Caputo, mugnaio e AD dell’azienda napoletana.

La carta migliore che il mulino partenopeo gioca ogni anno da tre generazioni a questa parte.

Noi l’anno scorso ci siamo divertiti anche sulla mietitrebbia. Chi viene?

Di Vincenzo Pagano

Fulminato sulla strada dei ristoranti, delle pizze, dei gelati, degli hamburger, apre Scatti di Gusto e da allora non ha mai smesso di curiosare tra cucine, forni e tavole.