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La cena al NoMad mi fa capire che è meglio stare lontano dai social

domenica, 12 Gennaio 2020 di

Marco Consoli è andato a cena al NoMad di Las Vegas durante il Ces 2020, l’appuntamento ad alta tecnologia che spiega cosa sarà il prossimo futuro.

E voi vi chiederete chi è Marco Consoli.

Me lo sono chiesto io e se lo è chiesto anche lui accettando l’invito a cena di Hbo per presentare Westworld, la serie tv che tornerà per la terza stagione.

Ok, la faccenda è intricata e mi verrebbe facile mettere subito il link a Wired di cui Marco Consoli è contributor. Ma provo a resistere. E spero voi con me.

Perché Marco Consoli è diventato il mio nuovo idolo nella querelle tutta intima che mi sta lancinando da qualche mese a questa parte, complice gli avvisi di garanzia del mio iPhone che ogni tanto mi comunica quanto tempo sono stata a trastullarmi davanti allo schermo del mio smartphone scrollando e cliccando.

Consoli è arrivato al NoMad ed è stato accolto da un uomo elegante – mi fido ciecamente anche se non vedo foto – che lo ha salutato: “Ciao Marco, benvenuto, come stai?”

Un uomo di Incite che lui non conosce o pensa di non conoscere. E, insomma, chi è? Presa da moto compulsivo ho googlato Incite che sta per incitare ma è anche una società che si occupa di big data.

Il dito mi si è rattrappito mentre ritornavo sull’articolo di Consoli e sulla sua inquietatnte cena, lo dice lui.

Lui è fortissimo, è lì unico italiano in rappresentanza di Wired e associare nome del sito a inquietante mi fa sbandare un attimo.

Prima di leggere che il primo segnale disturbante della cena è che al tavolo ogni invitato ha un menu personalizzato.

Secondo i propri gusti.

Dio santo, ma come fa l’uomo elegante a sapere che Marco – scusa non voglio darti del tu, ma è come se ormai fossi seduta accanto a te a questo big tavolo – preferisce un piatto preciso, anzi una serie di piatti tra ostriche e spaghetti alla nduja e aragosta, bistecca wagyu e tortini al cioccolato? O di quello che desiderano la youtuber Mari col marito, i giornalisti Joanna, lo startupper John, la psicologa comportamentale Liz?

Sono a disagio mentre mi chiedo cosa abbia mangiato e penso che avrei scelto aragosta e wagyu per stare nell’olimpo dei cibi super immaginifici.

Il solerte “Incitiano” fa domande a tutti di cui conosce la risposta e a Marco chiede perché ha fatto il giornalista dopo la laurea in legge.

“La prima cosa che ho pensato è che avesse sbirciato da qualche parte online trovando il mio percorso di studi, ma sentirsi fare quella domanda da un estraneo di fronte a estranei mi ha raggelato il sangue”.

Vabbè, possibile. Leggo il mio profilo Facebook che guardiamo io, mamma e mia cugina perché l’ho secretato in preda a una crisi di persecuzione dopo che un’amica che non vedevo da un paio di lustri mi aveva scritto su Messenger “Ehi, ciao, da quanto tempo, ma sei ancora la ragazza di Giovanni?”. Cioè manco a chiedere come stavo che vuoi sapere della mia ex dolce metà?

Ma lo spettacolo deve ancora arrivare.

Dopo il dessert e uno spettacolare zucchero filato.

Una executive di Incite è salita sul palco è ha ribadito il concetto della serata: “Perché preoccuparsi? Lasciate scegliere a noi per voi”.

E ha iniziato a raccontare la storia di Liz come se fosse la sua migliore confidente dimostrando di conoscere tutto di lei finanche una mail privata che la pone davanti al bivio se accettare una proposta di lavoro e mettere a repentaglio il suo matrimonio e la sua serenità familiare.

La poveretta si è alzata ed è scappata via mentre suppongo la executive avrà guadagnato punti in qualche tabellino della sua società.

Un lungo tremito si è impossessato della mie schiena curva sullo schermo da cui pensavo sarebbe uscita una nube verde pronta a impossessarsi dei miei dati personali e ho pensato per un attimo alla mia amica apparsa su Facebook che se la rideva con il mio ex di cui – lo avrei scommesso – era invaghita.

Voglio spingere la x per chiudere questa dannata finestra. Mi dispiace per Marco Consoli. Fuggi ti prego lascia stare l’aragosta e lo zucchero filato.

Ma leggo in un ultimo atto eroico la chiusa dell’articolo.

Può darsi che sia stato tutto uno show, che Liz sia un’attrice e quelli di Incite non sappiano nulla di me, di lui e del matrimonio di Liz che se ne andrà in New Mexico senza lasciare a loro la possibilità di decidere per lei.

Ma il dubbio resta e a Consoli danno un foglio che riepiloga la sua vita e fa pure una predizione: vivrà fino a 75 anni, 5 mesi e 16 giorni.

Maledetti, hanno preso le nostre vite mentre tappiamo allegramente sui consigli degli acuisti o mettiamo like alla ricetta della torta di Nonna Papera.

Lo giuro, starò lontano dai social, non mi iscriverò a newsletter, non chiederò informazioni per comprare la mia nuova bicicletta a pedalata assistita e userò solo una carta di credito ricaricabile per comprarmi il mio trapizzino o la carbonara. O forse è meglio passare al bancomat al lato opposto della città dopo aver eliminato Google Maps dal mio telefonino?

(Lo so, dovrei usare uno di quelli vintage, ma a me piace sbirciare sul web 2.0).

[Link: Wired]