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Coronavirus. Spesa online alle 3 di notte, ma non funziona

lunedì, 23 Marzo 2020 di

svinando

Il Mac mi ha lanciato un messaggio molto temibile. L’utilizzo del computer è aumentato del 9% rispetto alla settimana precedente con una media di 10 ore e 37 minuti di utilizzo.

Alla parola media mi sono spaventata. Non ho la preoccupazione della ricrescita, che vedo essere lo sfottò preferito per noi donne con messaggi tipo parrucchieri ed estetiste per loro sarà boom alla ripresa, ma per questo stare inchiodata allo schermo del pc che mi inonda di numeri e curve.

Ad arrivare alla cifra monstre di quasi mezze giornate di unione parossistica con il mio computer devo esserci arrivata anche per via della spesa online.

Ve lo dico subito, non ci sono riuscita pur avendo a disposizione tutti i link interrogabili, conoscendo le piattaforme e finanche gli scaffali di un paio di supermercati in zona.

Sulla spesa avevo provato a chiedere al capo e mi aveva risposto laconico “chiedo alle botteghe in zona e per ora funziona”.

Napoli non è Roma e tantomeno Milano, ho pensato, e dopo un paio di tentativi attaccata al telefono di botteghe perennemente occupate ho deciso. Spesa online.

Ma si impalla tutto ed ho capito che veramente siamo tutti in rete a veicolare l’impossibile appena leggo che anche Zuckerberg, l’inventore della rivoluzione social della nostra vita, ha detto che i server di Facebook e di WhatsApp sono a rischio fusione termonucleare.

Immaginatevi chiusi in casa senza nemmeno poter dialogare con i social cui pure io mi sono abituata a guardare avidamente tant’è che mi si è slogato il pollice dello scroll.

Volevo scrivere qualcosa su questa faccenda della spesa online anche per compiacere il mio capo che continua a predicare la necessità del food delivery, della consegna a domicilio non solo della spesa ma anche dei piatti e delle pizze, come arma di risposta di massa alla crisi economica che colpirà inevitabilmente il settore della ristorazione.

Troppo tardi.

Mi arriva in risposta SMS il link al pezzo di Annalisa Cretella per l’AGI.

Lei ha fatto più di me. È stata per ore in fila, quella virtuale, di Carrefour.

Ha iniziato alle 14.30 di ieri, domenica 22 marzo, e ha terminato alle 4. Non del pomeriggio. Della notte.

All’alba del lunedì sullo schermo del pc – che suppongo abbia registrato un aumento dell’utilizzo del 100% – le compare il messaggio definitivo: “non ci sono fasce orarie disponibili, riprova dopo la mezzanotte”.

Alessandra, non ti conosco ma ti dico grazie: mi hai evitato una fila per quanto virtuale e senza nemmeno dover ricorrere a un’app.

Non riproverò a mezzanotte, almeno fino a quando tu non darai il via libera.

E voi, avete provato?

PS Aggiungo qui il comunicato arrivato or ora da Carrefour per la spesa nei punti vendita

CARREFOUR ITALIA PER VOLONTARI E OPERATORI SANITARI : ACCESSO PRIORITARIO IN TUTTI I PUNTI VENDITA IN ITALIA

Con l’obiettivo di sostenere lo straordinario impegno di volontari e operatori sanitari nella lotta al Covid19, Carrefour Italia  riserva loro l’accesso prioritario in tutti gli oltre 1.300 punti vendita in Italia.

 Carrefour Italia è profondamente riconoscente nei confronti di volontari e operatori sanitari che, grazie all’incessante sforzo messo in campo nelle ultime settimane, forniscono un servizio fondamentale alle fasce più deboli e bisognose di cure della popolazione. L’azienda dunque ha deciso di facilitare e supportare l’attività di queste figure che potranno accedere più facilmente ai negozi su tutto il territorio nazionale, presentando il proprio tesserino di riconoscimento.

 L’iniziativa si inserisce tra i numerosi progetti promossi su tutto il territorio da Carrefour Italia in questo momento di emergenza nazionale per sostenere le comunità locali in cui l’azienda è presente, sempre al fianco dei propri clienti e delle loro famiglie.