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Coronavirus. Riapertura a maggio dei ristoranti: distanza di un metro obbligatoria

martedì, 31 Marzo 2020 di

Bar, ristoranti e pizzerie non apriranno prima di maggio, fine maggio.

E lo faranno in maniera molto diversa da come eravamo abituati.

Anche quando l’emergenza sarà finita i locali dovranno avere requisiti molto diversi da quelli richiesti prima dell’epidemia di Coronavirus.

Il primo requisito da rispettare riguarda la distanza tra i clienti che dovrà essere sempre di almeno un metro sia per quanto riguarda i tavoli, sia per le aree comuni.

E grande attenzione sarà dedicata agli impianti di aereazione che dovranno garantire una purezza degli ambienti.

Lo scrive oggi il Corriere della Sera.

Prevedibile anche l’adozione dei DPI, i Dispositivi di Protezione Individuale, cioè mascherine e guanti per gli addetti ai lavori sia in cucina che in sala. L’obbligo di mantenere la distanza di un metro anche in cucina e in sala porrebbe altri problemi di difficile soluzione.

Sarebbe applicabile solo nei grandi spazi di lavoro. Cucine e aree dei forni in pizzerie molto piccole avrebbero difficoltà a rispettare l’obbligo del metro di distanza tra chi lavora.

Cosa vuol dire un metro di distanza interpersonale

Attenzione anche al requisito del metro di distanza. Andrebbe assicurato tra persona e persona, dunque i classici tavoli 80×80 non sarebbero sufficienti a rispettare la prescrizione: il metro in questo caso corre tra un piatto e l’altro considerato che tutti ci avviciniamo al piatto per portare alla bocca il cibo.

Bisognerà capire anche la distanza tra i tavoli. Per rispettare la distanza tra persone che camminano (clienti e camerieri) e persone sedute la distanza tra schienale e schienale delle sedie dovrebbe essere superiore ai due metri. Molto spazio per la maggior parte dei locali.

Quindi quella distanza ipotizzata nella foto in alto sarebbe ancora insufficiente.

Anche l‘attesa per entrare nei locali dovrà essere regolamentata come già aveva fatto qualcuno prima della serrata totale. E l’invito a lavarsi alle mani sarà ben più pressante.

Dovrebbe cambiare anche un altro elemento del nostro andare al ristorante o in pizzeria: il tempo di occupazione del tavolo. Tempi contingentati con prenotazione dell’orario preciso. Si sta a tavola il tempo strettamente necessario per consumare il pasto con una logica che spesso non ci appartiene ma che dovrà diventare la normalità.

Anche per consentire un ricambio e quindi la possibilità di mantenere a bilancio i costi che inevitabilmente saliranno.

Da rivedere anche il servizio al tavolo per rispettare il metro di distanza. Carrelli con lunghe maniglie da avvicinare al tavolo in modo che ogni cliente possa prendere da sé il piatto potrebbe essere una soluzione.

Cambierebbe anche il comportamento dei clienti e si spera in meglio. Perché andare al ristorante o in pizzeria affollandosi nel fine settimana? E gli altri giorni? Un beneficio per i locali che, tranne in pochi casi, non sono certo al 100% dell’occupazione il martedì o il mercoledì. Egualmente il rapporto con il pranzo potrebbe cambiare. Dopo le cosiddette partenze intelligenti, sarà la volta del “pranzo intelligente”?

Con queste premesse sarà difficile mantenere il prezzo di una margherita a 5 €. Egualmente i prezzi molto bassi da trattoria con numeri importanti saranno difficili da confermare.

Una pizza ci costerà almeno 10 €? E una carbonara sfonderà facilmente il tetto dei 15 €?

L’esempio di Shanghai

Il documento consegnato dal governo dice che se i clienti si presentano senza mascherine, se hanno la febbre, se si rifiutano di indossare mascherine dobbiamo contattare la polizia

Bruno Ferrari ha commentato su Facebook riportando le prescrizioni in atto ora nei suoi ristoranti a Shanghai.

Non ci sara’ solo la regola degli spazi tra ogni tavolo.

Per poter garantire la non ricaduta delle potenziali infezioni ci saranno molte altre cose da seguire:

  1. misurare la temperatura ad ogni cliente che entra nel ristorante, quindi munirsi di termometro laser
  2. annotare i dati del clienti, la temperatura rilevata, contatto telefonico e numero passaporto con annessa ora di entrata e uscita dal locale
  3. avere quindi una persona che svolge solo questa mansione
  4. se un cliente ha la temperatura superiore a 37,3 bisogna rifiutarlo e chiamare il pronto soccorso
  5. avere a disposizione all’entrata il gel disinfettante
  6. il cliente che si presenta al ristorante deve indossare la mascherina prima di entrare –
  7. una volta finito di mangiare e sta ancora seduto al tavolo deve indossare la mascherina di nuovo
  8. i tavoli distanziati 1,5 mt
  9. i clienti non possono mangiare uno di fronte all’altro ma solo uno di fianco all’altro
  10. nel menu non potranno essere presenti più cibi crudi
  11. il locale dovrà seguire procedure come disinfettare tutto dai tavoli alle pareti alle maniglie delle porte regolarmente dopo ogni turno di servizio e annotare il tutto su un registro
  12. i dipendenti dovranno avere un modulo in cucina e sala dove annotano ogni volta che si sono lavati le mani e hanno disinfettato tutte le superfici
  13. i camerieri e cuochi dovranno tutti indossare mascherine e guanti
  14. i ristoranti che solitamente hanno una capienza di 50 coperti, potranno solo ospitarne meno della metà
  15. ristoranti con spazi all’aperto probabilmente non potranno usarli, in base alle zone dove si trovano, se in pieno centro, o in mezzo la strada ecc..

In più da aggiungere la psicosi umana, che se qualcuno passa davanti al vostro ristorante e vede troppa gente all’interno potrebbe chiamare le forze dell’ordine

In alcuni dei miei ristoranti ho modificato i menu, facendo piatti più veloci da preparare e servire, ma i prezzi sono rimasti gli stessi per evitare problemi con i clienti abituali.

Questo e’ ciò che ad oggi faccio e facciamo nei miei ristoranti in Cina.

“Ieri avevo un gruppo di 18 persone allo stesso tavolo fuori in terrazza, dopo 1 ora arrivano 7 poliziotti dicendo che li hanno chiamati… non hanno detto più di tanto, hanno visto che il gruppo era una famiglia e mi hanno solo consigliato di chiedere ai clienti di distanziarsi un po tra loro”, mi aggiunge in chat.

Le previsioni e le misure da adottare

Il pericolo è una nuova trasmissione del virus all’interno delle famiglie e ciò crei una nuova, grave emergenza. La ripresa deve essere lenta, graduale e tale da escludere che i “positivi” vadano in giro.

Il consiglio dei ministri si riunirà tra mercoledì e giovedì e scriverà il nuovo decreto che porterà la chiusura totale dei negozi fino a dopo Pasqua.

Sarà quello il momento in cui comprendere se i dati dei nuovi contagi sono in picchiata e prevedere aperture parziali.

Ma prima di quella data è meglio non farsi illusioni e restare a casa.

Il nuovo decreto dunque entrerà in vigore sabato prossimo e durerà fino al 18 aprile, scavalcando la Pasqua che potrebbe ovviamente essere un momento di grande diffusione del contagio se non fossero confermate tutte le restrizioni oggi attive.

Lo dice il Ministro della Salute Roberto Speranza: «Nella riunione del Comitato tecnico scientifico è emersa la valutazione di prorogare tutte le misure di contenimento almeno fino a Pasqua. Il governo si muoverà in questa direzione».

Le prime riaperture dopo Pasqua saranno quelle della produzione a servizio delle imprese che già sono aperte perché ritenute essenziali.

La logica è sempre la stessa: garantire il funzionamento e garantire la salute dei lavoratori, cioè distanza di sicurezza tra i dipendenti e dotazione dei dispositivi di protezione.

Il viceministro alla Salute Pierpaolo Sileri ha ipotizzato il picco dei contagi tra 7 e 10 giorni con il raggiungimento del primo obiettivo, cioè l’indice Ro sotto il fatidico 1.

In fondo alla lista delle riaperture per arrivare a questo valore ci sono i luoghi affollati che non permettono di mantenere la distanza di sicurezza come pub e discoteche ma anche bar, ristoranti e pizzerie.

L’arrivo delle belle giornate e dell’estate non ha alcun effetto migliorativo. Serve distanza tra le persone, al chiuso come all’aperto.

Ed ecco perché la prima misura cautelativa imporrà di rivedere la distribuzione dei clienti all’interno delle pizzerie e dei ristoranti.

Di Vincenzo Pagano

Fulminato sulla strada dei ristoranti, delle pizze, dei gelati, degli hamburger, apre Scatti di Gusto e da allora non ha mai smesso di curiosare tra cucine, forni e tavole.