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tavola rotonda Scatti di Gusto

Coronavirus. A Napoli chiuderà un terzo dei locali. Delivery è salvezza

Le previsioni della Fipe prevedono la chiusura del 30% dei locali di ristorazione e solo la consegna a domicilio può aiutare ad evitarla
mercoledì, 15 Aprile 2020 di

Massimo Di Porzio, titolare della Pizzeria Umberto a Napoli e presidente della Fipe Confcommercio per Napoli e provincia nonché vicepresidente di AVPN Associazione Verace Pizza Napoletana, non ha dubbi.

Se il lockdown imposto dall’emergenza Coronavirus si protrarrà a Napoli senza nemmeno permettere la consegna a domicilio di pizze e piatti già pronti sarà una catastrofe.

“Le aziende hanno bisogno di lavorare non possiamo stare chiusi a vita. Le consegne a domicilio sono un piccolo palliativo ma possono contribuire a salvare qualcuno, visto che prevediamo che un terzo dei locali di ristorazione non riapriranno quando finirà il lockdown”, spiega Di Porzio all’Ansa.

Si spiega così il tentativo di dialogo con il Presidente della Regione Vincenzo De Luca che al momento ha chiuso tutti gli spiragli con l’ordinanza che proroga la serrata totale, quindi anche delle consegne a domicilio, fino al 3 maggio.

“De Luca ci disse resistete per 15 giorni. Ma ora è passato un mese e mezzo e abbiamo chiesto due volte un appuntamento ma stiamo aspettando. Neanche per il 4 maggio ci sono arrivati segnali. Io mi rendo conto che è facile chiudere tutto ma le consegne garantirebbe a qualche piccola azienda di sopravvivere e darebbe un servizio ai consumatori”.

Per provare a forzare la mani, ha avviato un’organizzazione con pizzaioli come Gino Sorbillo, Ciro Salvo, Alessandro Condurro cui hanno risposto più di 400 locali in Campania che vorrebbero almeno effettuare le consegne a domicilio per mantenere al minimo i motori delle proprie attività e scongiurare il peggio in vista di una riapertura non ancora certa nei modi e nei tempi.

“Quando l’emergenza finirà le persone non verranno più al ristorante come prima, ci aspettiamo un calo del 60-70% e molti non ce la faranno. Dobbiamo pensare non solo agli imprenditori, ma a tutti i dipendenti. Per questo abbiamo pensato di riunire un po’ di personale in cooperative che potrebbero occuparsi delle consegne con i dispositivi di protezione adeguati. Ma ripeto, vogliamo un segnale, un dialogo”, conclude.

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Un’iniziativa, questa delle cooperative di consegne, nata proprio in occasione della tavola rotonda organizzata da Scatti di Gusto con Massimo Di Porzio, Gino Sorbillo, Ciro Salvo e Alessandro Condurro e proposta da Vincenzo Pagano sul tavolo della trattativa con De Luca. Tavolo che a quanto pare è difficile da insediare.