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Gelato scontrino

Se dividi il gelato con un amico paghi 1 € il secondo cucchiaino

Una cliente chiede un secondo cucchiaino per dividere il gelato e trova 1 € in più sullo scontrino. È il sovrapprezzo per le coppe condivise
giovedì, 21 Settembre 2023 di

Messe insieme nella stessa frase, gelato, cucchiaino e scontrino sembrano parole innocue. Invece nascondono una trappola. 

C’è caduta, senza gradire troppo, la cliente di una gelateria di Lavis, provincia di Trento, che ha scoperto con un certo raccapriccio di dover pagare un euro in più per aver chiesto un secondo cucchiaino. 

Voleva dividere la sua coppa da 8 euro con un amico. 

Il gelato condiviso e la trappola del cucchiaino

Tutto succede alla Gelateria Serafini di Lavis, dove domenica 10 settembre, si consuma il misfatto.  

Evidentemente, l’estate dei toast tagliati in due parti e per questo “sanzionati” da un supplemento di prezzo non è si è ancora conclusa.

Tre amici entrano cercando refrigerio ma ne escono traumatizzati. Una di loro ha ordinato una coppa “Caramel”. 

Poi ha chiesto un secondo cucchiaino per spartirsi il gelato con uno dei suoi amici. L’altro amico, il terzo, si accontenta di un “Babà” e una bottiglietta d’acqua. 

Al momento di pagare ecco la brutta sorpresa, lo scontrino parla chiaro: sulla sua coppa c’è il supplemento cucchiaino di un euro.

Come sarebbe? Perché? Ma chi l’ha detto? 

La donna chiede lumi al personale, ma la risposta la lascia di stucco. “E’ il costo del servizio. L’avete divisa la coppa, no? E’ come quando vai in pizzeria, il coperto lo paghi”. 

La donna non chiede altro, ha già deciso di agire in modo diverso. 

Scriverà una recensione negativa su Tripadvisor, “Cucchiaini un po’ cari”, e sfogherà l’indignazione per lo scontrino del gelato con supplemento cucchiaino in un post su Facebook.

Il post sarcastico della cliente indignata

“E’ una bella e soleggiata domenica di settembre –così inizia il post–. 

Tizio, Caio e Sempronia vanno a mangiare un gelato. Tizio vuole ordinare una coppa. Caio e Sempronia vorrebbero una coppetta ma ovunque, nel locale, sta scritto che non ci si può sedere se si prende “solo” un prodotto d’asporto. 

Allora Caio e Sempronia –prosegue il post– decidono di dividere una coppa di gelato: la ordinano e chiedono un cucchiaino in più. Al momento di andare a pagare, viene aggiunto un euro per i “due cucchiai”.

Quindi la donna aggiunge: “E’ ancora una bella e soleggiata domenica di settembre. Sempronia decide che non vale la pena sprecare fiato, anche perché si ricorda di avere un account su Tripadvisor”. 

E poi continua con una serie di domande sarcastiche e pungenti: 

1. Perché sul menù non è indicato il costo delle posate? 

2. Considerato che ha ordinato una bottiglietta d’acqua (0,25 l per 1,80), ha pagato il servizio anche per quella? E quindi, in totale, sono stati pagati tre o quattro “servizi” a fronte di tre persone sedute al tavolo? 

3. Dal momento che sullo scontrino sono specificati “due cucchiai”, significa forse che la coppa di gelato in questione viene normalmente servita senza? 

4. C’è una percentuale di gelato mangiato sotto la quale sarebbe stato considerato solo un assaggio e quindi magari non sarebbe stato necessario aggiungere il costo del cucchiaino aggiuntivo? E se il primo cucchiaino fosse caduto e quindi quello nuovo fosse stato chiesto in sostituzione, il prezzo sarebbe stato lo stesso?” 

La donna, Sempronia nel nostro caso, si sente presa in giro e vuole farlo sapere a tutti.

I titolari della gelateria rispondono 

I gestori della Gelateria Serafini rispondono. “Si tratta di una scelta aziendale –dicono– non abbiamo certamente la pretesa che sia compresa o condivisa da tutti, ci mancherebbe. 

In primis vogliamo precisare che sul menù è esplicitato che, per le coppe condivise, sia previsto un sovrapprezzo –argomentano ancora i gestori della gelateria– ma, detto questo, siamo dispiaciuti della reazione della cliente, cosa che non è mai accaduta in precedenza”. 

Si chiude così il caso del cucchiaino aggiunto alla coppa di gelato prezzato 1 euro nello scontrino. 

Una storia che fa riflettere su quanto sia difficile trovare un equilibrio tra le esigenze dei clienti e quelle degli esercenti. E su quanto sia facile scatenare una polemica per un euro in più.