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3 Luglio 2025 Aggiornato il 3 Luglio 2025 alle ore 17:33

La Mostra Premio Caputo migliore Produzione Culturale d’Impresa

Carmine ed Antimo Caputo ricevono il Premio Cultura e Impresa 2024-2025 grazie al mecenatismo che ha dato vita alla Mostra del centenario
La Mostra Premio Caputo migliore Produzione Culturale d’Impresa

Sembra un gioco di parole, ma il Premio Caputo ha ricevuto il premio per la categoria Produzioni Culturali 2024-2025 dal Comitato Cultura + Impresa. A ritirare il premio, consegnato nella Sala Azionisti di Palazzo Edison a Milano, Carmine e Antimo Caputo.

Parliamo di cultura qui intimamente connessa con la coltura del grano e la produzione della farina che è già filiera e festa ma diventa anche atto di mecenatismo. Il Mulino Caputo, per festeggiare i suoi 100 anni nel 2024, si è fatto portatore di un progetto ideato con Valore Italia. Ma ha allargato lo sguardo oltre i confini del core business dell’azienda coinvolgendo soggetti diversissimi.

Cos’è la Mostra Premio Caputo

Premio Caputo

In campo sono scesi gli studenti dell’Accademia di Belle Arti di Napoli invitati a riflettere sul legame tra arte e cibo adottando il linguaggio preferito. Un dialogo che ha prodotto una mostra con una raccolta di opere contemporanee ispirate alla cucina popolare napoletana, tra memoria e identità. Appunto, il Premio Caputo che è stato premiato per la capacità di creare valore. Un valore direttamente riverberato sui concorrenti che a loro volta hanno ricevuto un premio. Anzi, 4, cioè il vincitore e 3 menzioni speciali. Che hanno individuato l’urgenza di esprimere un valore preciso di riferimento come criterio guida dell’interpretazione della realtà.

La Mostra, che ha debuttato nell’autunno 2024 presso l’Archivio Storico della Fondazione Banco di Napoli, è diventata motore di internazionalizzazione del Made in Italy con le tappe di New York a giugno scorso, di Londra (novembre prossimo) e di Tokyo (marzo 2026). Ma non solo nell’alveo della produzione culturale. Il binomio con il cibo e la sua espressione di elaborazione umana – coltivazione e trasformazione – è il propellente per veicolare un concetto di eccellenza italiana multidisciplinare e multicanale.

Premio Caputo

Balza all’occhio il contrasto che diventa intreccio tra la sapienza antica della coltivazione e della trasformazione del grano (immutate ma perfezionate con tempo e tecnologia) e il linguaggio giovanile – a tratti estremo e dissacrante – che puntualizza e precisa. Il vegetale sotto plexiglass ricorda le installazioni di Damien Hirst ma svolge il tema al contrario: dalla morte alla vita. Con una “fotografia” reale di quello che è il vegetale e di ciò che senza sostenibilità potremmo un giorno solo ricordare.

E forte appare la spiga intesa come reliquia che per i Napoletani riconduce subito all’idea del miracolo di San Gennaro diventando al contempo elemento primigenio dell’ostia cui credenti e non credenti danno valore di resurrezione e comunque di vita.

La visione di un mulino

Un percorso denso di significati che plasma l’idea del mecenatismo al tempo dell’oggi e che non può essere solo sostegno economico alla dinamica culturale. Ma deve diventare portatrice di interessi economici oltre la sfera del modello imprenditoriale e diventare modus operandi di un’azienda creatrice di valori.

Un’ecosistema che Mulino Caputo ha nel tempo imparato a definire meglio con una serie di iniziative, sì auto promozionali, ma che hanno finito con il coinvolgere mondi sempre più lontani dall’essere fornitori di materia prima.

Un’evoluzione che a me, che osservo questo cambiamento da lungo tempo, appare spinto non dalla voglia di fare bene, ma di fare meglio. Un affinamento che ha proiettato un’azienda di commodities in un centro di valori deviando flussi consolidati in nuove riserve di energia. Lungo tutta la filiera e anche oltre appunto con l’arte. Logico, scontato, che ci siano i pasticcieri al Dolce per San Gennaro o al Dolce per Ischia. Piuttosto che i pizzaioli e i panettieri al Capodanno del Mugnaio insieme ad agricoltori ed agronomi. Meno che la produzione lungo tutta la filiera arrivi a Palazzo Edison.

il premio alla Mostra Caputo

Senza contare che il progetto di internazionalizzazione della Mostra che ha ricevuto il premio ha messo all’opera Cassa Depositi e PrestitiFondazione Banco di NapoliAccademia di Belle Arti di NapoliMuseimpresa, Istituto Italiano di Cultura di New York, Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Arterìa. Uno sforzo costruttivo in cui il prossimo passo potrebbe essere solo la contaminazione del linguaggio usuale con quello artistico.

Cosa aspettarsi

Insomma, mi aspetto un Capodanno del Mugnaio 2026 in grado di sintetizzare quel messaggio di lunga vita fin qui svolto in sedi e momenti separati. L’obiettivo annunciato e più volte centrato da Mulino Caputo di riaffermare “il proprio legame con Napoli e il suo patrimonio, interpretando la cultura come strumento di coesione, innovazione e crescita condivisa” si sposta ancora più in avanti.

Ma senza dimenticare le radici che anche in una giornata di premio ad alto valore ritorna in pizzeria. In questo caso da Modus di Paolo De Simone in Magenta a Milano. Che – non sarà un caso – ha unito il valore hyperlocal del Cilento con quello più ampio di Napoli nel mondo attraverso la farina e la sua maniera di fare pizza in una piazza competitiva come quella di Milano.

Vincenzo Pagano
Fulminato sulla strada dei ristoranti, delle pizze, dei gelati, degli hamburger, apre Scatti di Gusto e da allora non ha mai smesso di curiosare tra cucine, forni e tavole.
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