Pizzerie: Gambero Rosso sbaglia, Alessandro Condurro bacchetta

In un momento storico in cui si avverte nell’aria un certo malcontento delle pizzerie per l’operato di giornalisti, critici, giudici, classifiche, campionati e recensioni arriva lo scivolone sulla buccia di banana. Lo commette il Gambero Rosso, testata on line e cartacea, ma soprattutto editore della Guida delle Pizzerie d’Italia. Bacchettato sonoramente da Alessandro Condurro della storica pizzeria Da Michele a Forcella. Nonché AD di Michele in The World.
Il suo post su Facebook è chiaro.
Cosa dice Alessandro Condurro sul Gambero Rosso
Ho letto adesso un articolo di “nota testata enogastronomica che fa classifiche e dà premi” (no 50 top) che, parlando di una nota pizzeria nei pressi della stazione, tra l’altro di un mio fraterno amico centenario, ne sbaglia il nome di battesimo, sia sul titolo che nell’articolo. Premesso che la pizzeria in questione merita tutto e più di tutto perché è veramente top, oltre ad essere persone perbene e squisite, ma dico io…il nome…IL NOME. Ora, per quale motivo la mia azienda deve essere giudicata da chi non conosce neanche il mio nome? Questa rivista dà premi, fa a modo suo una classifica…e non conosce il nome dei titolari delle pizzerie che giudica. Dice “ma ha sbagliato, ci sta, si tratta di un refuso da copia incolla”, peggio ancora, nessuno corregge?? Prima di pubblicare qualcuno che legge ci sta?? No, sapete perché?
Perché sono pizzaioli, che devono capire!!! Basta che uno scrive di loro, quelli neanche sanno leggere!!
Date alle cose il giusto peso, tutti sbagliano, non ci sono classifiche buone e classifiche cattive, si può sbagliare, non gioite se vincete, non rosicate se perdete, o se non vi nominano, date il giusto peso. Magari vi nominano con il nome sbagliato.
Dove è l’errore del Gambero Rosso?

Per chi non avesse letto l’articolo oltre il titolo “A Napoli dal 1892 c’è una grande pizzerie. E si trova a due passi dalla Stazione”, c’è solo da indovinare il nome della pizzeria. Che è Carmnella.
Ma basta andare al sommario per avere il primo dubbio.
“L’indirizzo di Carmine Esposito è un punto di riferimento sicuro: pizze classiche rivisitate con ingredienti selezionati, impasto leggero e una storia familiare che parte dalla bisnonna Carmela”.
Confermato dall’incipit del testo.

“Un’insegna storica, ma viva e pulsante, che dimostra come si possa fare qualità restando fedeli alla tradizione e, allo stesso tempo, a prezzi “giusti” del mondo pizza a Napoli. Su questo credo professionale Carmine Esposito ha costruito un progetto solido e duraturo: Carmnella, la sua pizzeria, che da anni viene premiata da una clientela affezionata e numerosa. Un punto di riferimento sicuro, aperto a pranzo e a cena, con la sola eccezione della domenica, giorno sacro per i napoletani, da trascorrere in famiglia davanti a un ragù che sobbolle per ore”.
Cosa è successo nella recensione sbagliata del Gambero Rosso sulla pizzeria Carmnella?
È sbagliato il nome del pizzaiolo che è Vincenzo Esposito, non Carmine.
Scivolone di credibilità che riguarda – attenzione – non solo il Gambero Rosso ma tutta la categoria. Perché poi è facile per un pizzaiolo dire, ma come possono giudicare una pizza se non sono capaci nemmeno di annotare il none giusto del pizzaiolo.
Uno storytelling che sobbolle peggio del ragù di cui Vincenzo Esposito – dicono dal Gambero Rosso – sia maestro. Ma, di questo siamo sicuri, non è lui l’inventore.
A discolpa del Gambero possiamo dire però che poi nel testo c’è il nome giusto quando si parla della bisnonna di Vincenzo. Ma non è che il figlio si chiama Carmine e Alessandro Condurro si è sbagliato?