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20 Novembre 2025 Aggiornato il 20 Novembre 2025 alle ore 19:57

Cosa dicono i ristoranti che hanno perso la stella Michelin nel 2026

Miramonti l'Altro, Arnaldo Clinica Gastronomica: 3 ristoranti che hanno perso la stella Michelin nella Guida 2026: come hanno reagito
Cosa dicono i ristoranti che hanno perso la stella Michelin nel 2026

Capitolo doloroso quello delle stelle perse dai ristoranti in questa edizione 2026 della Guida Michelin Italia. La 71a della serie. L’elenco lo conoscete (e se ancora non lo avete visto, qui lo trovate) e avrete visto che di vere e proprie perdite se ne contano solo di 5 ristoranti. Cioè 5 ristoranti che sono stati declassati cui se ne aggiunge un altro che da 2 stelle è passata a 1 sola stella.

Si tratta del Miramonti l’Altro di Concesio (BS), guidato dallo chef Philippe Léveillé.

I 5 ristoranti che invece hanno perso la stella perché non più in linea con i 5 parametri di valutazione sono:

  1. Casa Vissani a Baschi (TR)
  2. Arnaldo Clinica Gastronomica a Rubiera (RE)
  3. Porta di Basso a Peschici (FG)
  4. Zum Löwen a Tesimo (BZ)
  5. Josè Restaurant a Torre del Greco (NA)

Per gli ultimi due, Zum Löwen e Josè Restaurant, il cambio della formula ha generato la bocciatura.

15 chiusure e 5 bocciature nella Guida Michelin 2026

Poi ci sono ben 15 chiusure che dicono altro sulla situazione dei ristoranti. Anche perché alcuni si sono trasferiti o si stanno trasferendo. Come Osteria Arbustico a Paestum (SA) che riaprirà a primavera in altri spazi. O i Bro’s di Floriano Pellegrino e Isabella Potì che già si sono trasferiti a maggio da Lecce a Martina Franca (e qui potrebbe aver influito il poco tempo a disposizione per le prove tavola e non le polemiche che da sempre investono il ristorante). Mentre nel caso di Felix Lo Basso il trasferimento a Lugano ha significato perdere la stella in Italia ma guadagnarla in Svizzera.

20 perdite secche ma solo 5 bocciature e un declassamento per alcuni commentatori equivale a dire che il fine dining è morto. Per l’interpretazione della Guida Michelin c’è l’intervista al Direttore. Che spiega la differenza tra stellato e fine dining che non è equivalenza. In termini numerici, 15 chiusure di stellati su 394 ristoranti con il macaron sembra un po’ poco per emettere un tale drastico giudizio. Se si considera che i ristoranti selezionati a fronte di almeno una visita nella Guida Michelin 2026 sono 1971, la percentuale è di molto ridotta.

Le reazioni alla perdita di una stella Michelin sono varie. La perdita fa male all’immagine, al morale e può influire sul rendimento economico di un ristorante. Se la statistica dice che prendere la stella Michelin significa avere un incremento medio del 40% del fatturato, perderla non ha un contraccolpo equivalente. L’affezione dei clienti per una tavola che piace ha effetto soprattutto per la clientela straniera o non autoctona che utilizza la guida per orientarsi. Lo scivolone insomma è da valutarsi caso per caso.

Arnaldo Clinica Gastronomica perde la stella Michelin che aveva dal 1959

il ristorante Arnaldo Clinica Gastronomica che ha perso la stella Michelin nel 2026

Nella Guida 2026 hanno fatto molto effetto le perdite secche di Arnaldo a Rubiera. Perché è un ristorante di grande tradizione portato avanti dalla famiglia Degoli – Bottero sul principio di una cucina che viene dal passato. E quindi da un punto di vista odierno statica. Con i pregi che la definizione sottende.

Grande carrello dei bolliti, primi piatti indimenticabili, dolci lussuriosi. Una stella assegnata nel 1959 e per 66 anni conservata ininterrottamente.

Vissani, lo chef mediatico prima che nascessero i talent culinari

il ristorante Vissani che ha perso la stella Michelin nel 2026

Non meno eclatante la bocciatura di Gianfranco Vissani che aveva conquistato la prima stella Michelin nel 1998 e la seconda nel 2007 per perderne una nel 2020. Ora nel 2026 perde l’ultima che gli era rimasta. Per molti commentatori la fine di un’era, quella dello chef televisivo più televisivo di molti altri e ben prima dell’avvento di MasterChef. Vissani ha portato l’alta cucina in televisione tra gli anni ’80 e ’90. Ospite fisso di qualsiasi trasmissione generalista volesse parlare di ristoranti a partire da Porta a Porta. La notorietà arriva con Unomattina nel 1997 e Domenica In nel 2001. Nel 2002 conduce Linea Verde con Paolo Brosio e cura due stagioni (2010 e 2011) della Prova del Cuoco.

Curioso che il cortocircuito da chef televisivo vada al contrario rispetto a quanto affermato in tanti anni rispetto ad un altro chef mediatico. Si diceva che Antonino Cannavacciuolo non avrebbe preso la terza stella Michelin perché troppo esposto con MasterChef. È accaduto il contrario perché Cannavacciuolo ha preso la terza stella a Villa Crespi nel pieno della sua attività in televisione non solo con MasterChef ma anche con spot pubblicitari. Probabilmente agli ispettori della Michelin la televisione non fa né caldo né freddo. Semplicemente giudicano i piatti (e infatti assegnano le stelle ai ristoranti e non agli chef).

Miramonti l’Altro, storia che nasce negli anni ’50

il ristorante Miramonti l'Altro che ha perso la stella Michelin nel 2026
Philippe Léveillé nel 2016

Infine, ma non per ultimo, il declassamento di un’altra tavola storica, Miramonti l’Altro che perde una stella delle due che manteneva dal 2001. Ma la nascita del ristorante arriva da più lontano e da Caino a una quindicina di chilometri da Concesio. Negli anni ’50, i genitori di Mauro Piscini avevano una proprietà a Caino e iniziano l’attività di ristorazione con piatti semplici che però gli fanno guadagnare la stella Michelin tenuta per 15 anni. Poi alla fine degli anni ’70 decide di aprire un ristorante con solo 50 coperti a Concesio, paese della moglie, e nasce il Miramonti ma appunto l’Altro. Lo apre costruendolo da zero su un terreno di proprietà della moglie e senza più la stella Michelin. Poco male, nel 1991 la riconquista a 10 anni dall’apertura avvenuta il 16 dicembre 1981. A guidare Miramonti l’Altro ci sono Mauro Piscini e la madre Mary.

Nel 2001 arriva la seconda stella e c’è Philippe Léveillé che si era presentato a Caino per un posto da cuoco. Preso da Mauro Piscini che ne aveva compreso le potenzialità. La cucina è di tradizione, quella che ha creato tanti clienti a Caino, ma guarda anche al futuro. “Già a fine decennio, aveva preso in mano la cucina, forte anche degli stage importanti che gli trovavo. Ma in sei mesi avevo capito il suo grande talento”. Così spiegava Piscini al Corriere della Sera il cambiamento in atto già dalla fine degli anni ’90.

Nessun museo della tradizione ma un mix di stili che va dall’Asia alla Bretagna per approdare a Concesio.

Cosa hanno detto i ristoranti che hanno perso la stella Michelin

Tre ristoranti tre reazioni diverse. Rispetto per la valutazione degli ispettori della guida ma anche stupore per il riconoscimento cancellato. E comunque un ringraziamento a quanto espresso in questi anni dalla Guida Michelin. Questo sia dal Miramonti che da Arnaldo.

Se qualcuno pensava che Vissani avesse innescato una selle sue polemiche di cui è conosciuto, questa volta si sbaglia. Profilo (quasi) basso, nessuna dichiarazione social ma risposte tutto sommato misurate. Che sia più o meno colpito dalla stella cancellata non lo dà a vedere.

Colpisce di più a un osservatore esterno che sul palco della premiazione del 2025, l’anno scorso, sia salito in apertura proprio Roberto Bottero. La stella Michelin dal 1959 era – così si disse – la storia della cucina italiana. E il giorno dopo non si riesce a comprendere come da un anno all’altro questa storia si sia consumata come la fiamma di una candela.

Ma ecco a seguire le reazioni dei 3 ristoranti che hanno perso la stella Michelin nel 2026.

Miramonti l’altro, da 2 stelle Michelin a una stella

Accogliamo la nuova valutazione con grande rispetto e con lo stesso spirito con cui abbiamo sempre affrontato il nostro lavoro: dedizione, responsabilità e volontà di migliorarci ogni giorno.

Siamo molto orgogliosi del percorso compiuto fino a oggi: della nostra storia, della nostra famiglia, della nostra identità e di tutti i nostri collaboratori. Ragazzi giovani che ogni giorno, in cucina e in sala, mettono passione, talento e cuore. Giovani che crescono con noi, che credono in questo mestiere e che sono mossi da un’energia autentica. A loro va il nostro grazie più grande.

Un grazie sincero va anche a tutti i clienti che, con la loro fiducia, hanno reso il nostro ristorante una realtà solida, amata e riconosciuta. Per molti, il Miramonti l’altro significa casa: un posto in cui tornare, ritrovarsi, festeggiare, emozionarsi. Questo è il valore più prezioso che possiamo custodire e continuare a portare avanti.

Desideriamo inoltre rivolgere un pensiero a tutta la grande famiglia della ristorazione: i nostri più sinceri complimenti a tutti i premiati della Guida Michelin 2026. Il vostro lavoro, il vostro talento e la vostra capacità di accogliere elevano ogni giorno il livello del nostro settore, ispirando anche noi a fare sempre meglio.

Continuiamo a lavorare con ancora più determinazione, curando ogni dettaglio, confrontandoci con il territorio e investendo, come di consuetudine, sui giovani, sulla qualità e sull’arte dell’accoglienza.

Il nostro impegno rimane lo stesso: offrire un’esperienza sempre più sincera e autentica, che ripaghi la fiducia che ogni giorno ci viene accordata.

Grazie a chi ci sostiene, a chi ci ha scelto e a chi continua a camminare con noi su questo bellissimo percorso.

Daniela e Philippe

Ristorante Arnaldo, persa la stella Michelin che aveva da 66 anni

Alla velocità di questi tempi moderni abbiamo preferito la pazienza, quella delle cotture lente, dei gesti ripetuti fatti da mani sapienti.

Gli stessi, da sempre e che sempre saranno.

Oggi ci spiace apprendere che il prestigioso Macaron non ci è stato riconfermato, non rientriamo più nei criteri di valutazione degli ispettori della Michelin, ma desideriamo esprimere il nostro ringraziamento e stima verso Guida Michelin e verso tutti gli operatori di settore che ogni anno, esattamente dal 1959, si sono interessati a noi premiandoci, apprezzando la nostra visione di cucina, di ospitalità, di rispetto e preservazione della tradizione del nostro territorio e dei suoi prodotti.

Semplicemente perché Arnaldo è stato e sempre sarà questo, e non rinunceremo alla nostra identità fino a quando i nostri clienti ci premieranno con la loro presenza giorno dopo giorno.

Ancora grazie a Michelin che, nonostante abbia deciso di non riconfermare la stella per il 2026, ci ha comunque encomiato per la nostra storia, riconoscendo il titolo di Stella più longeva d’Italia.

Il declino di Vissani per la Guida Michelin

“E vabbè: ognuno prende le sue decisioni. Se mi fa male? No, assolutamente”, così ha risposto Gianfranco Vissani a Jacopo Fontaneto di Repubblica/Il Gusto. Nessuna dichiarazione sui canali social a differenza degli altri 2 ristoranti. Ed ha aggiunto “Io oggi non vorrei parlare: la Michelin fa quello che vuole”.

Al Corriere della Sera, i toni sono simili. “Non ci sono rimasto male. L’unica perdita che mi ha fatto soffrire è stata la morte di mia madre nel 2020. Lei era tutto per me: mamma, fidanzata, moglie, amica. Quando vivi un dolore così grande, il resto non conta” .

Per il futuro si guarda alla prossimo viaggio a Parigi di lunedì 24 novembre. Ci sarà la presentazione della Liste dove Vissani è stato invitato “Ci sono mondi diversi dalla Michelin, in Italia come all’estero”, ha commentato laconico. D’altronde per Vissani c’è un mondo dove tutti sono esperti di cucina ma spesso non sanno distinguere una patata da un topinambur. Chissà se lo applicherebbe anche a un ispettore della Guida Michelin come fece un suo illustre collega francese a proposito di un formaggio.

Per il resto il suo consiglio è di ritornare alla cucina antica ma più immediata e per il giovane che sogna la stella Michelin l’indicazione è di abbassare la testa e lavorare.

Cosa sia andato storto per i ristoranti che hanno perso la stella Michelin è comunque difficile da decifrare.

Vincenzo Pagano
Fulminato sulla strada dei ristoranti, delle pizze, dei gelati, degli hamburger, apre Scatti di Gusto e da allora non ha mai smesso di curiosare tra cucine, forni e tavole.
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