La recensione negativa della nuova pizzeria di Vincenzo Capuano a Caserta non passa inosservata per diverse ragioni. Perché la pubblica Repubblica. Perché la scrive Lara De Luna, che di pizza napoletana si occupa spesso (anche se dimentica nelle sue recensioni elementi importanti come la cottura nel forno elettrico). E perché, soprattutto, Vincenzo Capuano è un pizzaiolo molto popolare e in vetta alla classifica dei gradimenti social a una spanna dal celeberrimo Gino Sorbillo.
Anzi, non te l’aspetti una recensione negativa della pizzeria aperta il 21 dicembre scorso nella centrale Piazza Matteotti, perché Vincenzo Capuano possiede il perfetto profilo del pizzaiolo napoletano di successo.
Radici partenopee, lunga tradizione familiare (pizzaioli da generazioni), eccezionale manualità, passione per la pizza, innata capacità di comunicare che lo ha reso una star di YouTube con 54 milioni di visualizzazioni (!) con un solo video. Oltre a quasi una ventina di insegne aperte con grande successo in pochi anni a Napoli, in Italia e nel mondo.
La sua pizza napoletana, dall’impasto morbido e leggero in linea con la tradizione culinaria partenopea, farcita con prodotti tradizionali e raffinati, si distingue per sapore e leggerezza.
Allora cos’è che non va?
Recensione negativa: cosa non va nella pizzeria di Vincenzo Capuano?
In quella che, a memoria, è una delle poche recensioni negative incassate finora da Vincenzo Capuano, si parla della sua pizzeria di Caserta, “una delle piazze più competitive del momento”. Inaugurata con la presenza di un altro protagonista dei social, l’ormai famoso Nonno Enzo vate della pizza tradizionale a ruota di carro.
E c’è del buono, come ci si aspetta che sia, vista l’apertura in pompa magna del locale da quasi 200 coperti. Per esempio: “la qualità di ciò che a tavola arriva è sempre ottima e il rapporto qualità-prezzo decisamente equilibrato”.
I fritti sono all’altezza, non si sfaldano e continuano a profumare anche raffreddati. Costano poco: 2 € un crocchè di patate e 2,5 € la frittatina napoletana.
Anche la pizza testata, una margherita pagata 7 €, è fatta con tutti i crismi, morbida e all’altezza degli standard di Capuano. Per non parlare delle più classiche pizze capuanesi, la Provola e pepe contemporanea che gli è valso il titolo mondiale della categoria, la Centro Calabria con la nduja e il cavallo di battaglia Domeniche lontane. Tutte proposte a 10 €.
Anarchia nel servizio
Allora perché la recensione negativa, cosa non va nella nuova pizzeria casertana di Vincenzo Capuano, che nel frattempo ha aperto un’ulteriore pizzeria a Napoli in piazza Trento e Trieste?
A parte un paio di pizze in tono minore, si legge su Repubblica, manca la “gestione del servizio di sala”. Anzi, enfatizza De Luna, manca “la gestione della macchina pizzeria in toto”.
Puoi avere una pizzeria allineata con le mode estetiche del momento, “molto posh”, la definisce Repubblica. Peraltro con il vantaggio della posizione, dato che la nuova pizzeria casertana di Vincenzo Capuano si trova vicina a Piazza Vanvitelli, con tanto di parcheggio a pagamento annesso.
Solo che tutto questo, tutto quanto di positivo scritto finora, non serve a nulla se poi “ci si trova a dover aspettare 40 minuti una bottiglia d’acqua in un ambiente privo di isolamento acustico. A più riprese e in più occasioni”.
Ma questa non è la sola lagnanza della recensione negativa.
La “luccicante forbice a tavola” si rivela inutile se “a nessun cameriere viene in mente di spiegarti a cosa può servire” (a tagliare il gonfio cornicione, bastava leggere Scatti di Gusto). Certo non siamo in una sartoria.
Si passa poi ai tempi del servizio giudicati caotici. Non è consolatorio mangiare bene, assaporare piatti e pizze convincenti se “gli antipasti arrivano 5 minuti dopo la pizza, o la pizza giunge fredda perché non è chiaro il tavolo da cui era partito l’ordine”.
Quando si dice essere sfortunati?
Recensione negativa frettolosa?
De Luna è consapevole che spendere una recensione negativa per un locale aperto da poco come quello di Vincenzo Capuano, può risultare una mossa affrettata. Specie in considerazione delle difficoltà degli ultimi anni a trovare personale.
Eppure la mette giù dura, pur riconoscendo la bravura del pizzaiolo star dei social. “La risposta è una sola: responsabilità. Quando arrivi a sfiorare quota 15 pizzerie non puoi rischiare di farti trovare impreparato. A certi livelli di professionalità non si può più sorridere all’improvvisazione. Se si gioca in serie A, ci si deve comportare da campioni”.
Amen.
