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20 Febbraio 2013 Aggiornato il 7 Aprile 2019 alle ore 16:43

Avete mai visto un pesce che mangia un maiale? Aspettate giugno

Sappiatelo: dal 1° giugno il pesce d'allevamento potrà essere nutrito con farine animali. Lo ha deciso la Commissione Europea abolendo un divieto che
Avete mai visto un pesce che mangia un maiale? Aspettate giugno

pesce maiale

Sappiatelo: dal 1° giugno il pesce d’allevamento potrà essere nutrito con farine animali. Lo ha deciso la Commissione Europea abolendo un divieto che durava dagli anni di Mucca pazza.

Maiale per branzini e polli per orate, insomma, ecco la novità. Cui seguirà, a stretto giro di posta (dal 2014), la possibilità di fare altrettanto per maiali e pollame. Unica limitazione: non sarà possibile dare da mangiare farine prodotte con scarti di macelleria di animali della stessa specie: pesci a pesci, maiali a maiali, quindi. Né sarà ammesso neanche alimentare i ruminanti con farine animali e per i ruminanti diventare cibo per altri animali.

Un altro regalo alle logiche finanziarie che arriva proprio nei giorni dello scandalo della carne equina.

Sul piede di guerra la Francia che ha votato contro e che preannuncia la creazione di un marchio apposito per il pesce non nutrito con farina animale. “E’ molto importante che la filiera ittica francese si organizzi affinché un’etichetta con la menzione ‘nutrito senza farina animale’ possa fare la sua apparizione per dire ai consumatori francesi: il pesce che comprate non è stato nutrito con carne”, ha detto Delphine Batho, ministro dell’Ecologia. “E’ un triplo errore sanitario, ambientale e etico”, le ha fatto eco il presidente della Commissione sviluppo sostenibile dell’Assemblea Nazionale, il socialista Jean-Paul Chanteguet.

La pensa diversamente la comunità scientifica istituzionale (per l’esempio il nostro Istituto Superiore di Sanità) che ritiene che i casi di encefalopatia spongiforme bovina siano stati causati da farine prodotte con carcasse infette. Tonio Borg, il commissario europeo per la protezione dei consumatori, assicura che l’epidemia della mucca pazza è ormai un ricordo e  che “il rischio di trasmissione del virus fra non ruminanti è trascurabile, nella misura in cui il cannibalismo è evitato” (ma chi assicura che una confezione di farine provenienti da scarti di pollame non prenda la strada del pollaio?)

“Non si sono mai visti pesci attaccare dei maiali”, ribatte l’eurodeputato verde José Bové, leader dei no global francesi e persino l’Associazione francese di acquacoltura fa sapere che farà ricorso a farine animali solo “sulla base di un consenso sociale e unicamente con delle garanzie di tracciabilità totale”.

Silenzio assordante quello dell’Italia, troppo impegnata nella più fredda (nel senso del meteo) e affollata campagna elettorale della sua storia.

[Link: La Stampa via europass.parma.it, lemonde.fr, repubblica.it Immagine: texos.ch]

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