Cracco chiude il ristorante Carlo e Camilla in Duomo? Cosa sappiamo finora
Cracco chiude il ristorante Carlo e Camilla in Duomo. C’è qualcosa di vero nella voce che circola a Milano, ripresa nei giorni scorsi anche da fonti autorevoli come il quotidiano Repubblica?
Il momento continua a essere buio per i ristoranti (non solo) del capoluogo lombardo. La pandemia di Covid ha assestato colpi pesanti al settore, esploso ai tempi di Expo 2015. In particolare ai locali del centro città, considerato il crollo del turismo e l’impiego dello smart working da parte di un numero crescente di aziende. Si moltiplicano le chiusure, arrancano anche i nomi noti.
– Ha chiuso Lume, il gradevole ristorante di via Watt. Lo chef Luigi Taglienti, che pure aveva conquistato la stella Michelin, si è spostato a lavorare in Liguri
– A fine 2020 chiuderà Filippo La Mantia. Il Covid ha complicato la ripresa, è diventato impossibile pagare affitti stratosferici come quello del locale di Piazza Risorgimento (28.000 euro al mese).
Non c’è incertezza sul ristorante di Andrea Berton, che nel nuovo quartiere di Porta Nuova non soffre lo svuotamento degli uffici causato dallo smart working. Per questo motivo, poco distante, ha chiuso invece Attimi by Heinz Beck, prima avventura milanese dello stellatissimo chef tedesco.
Nonostante la posizione privilegiata, praticamente di fronte al Duomo, dopo il lockdown non ha riaperto neanche Felix Lo Basso, il ristorante stella Michelin del noto chef pugliese. Anche in questo caso ha pesato il mancato accordo di Lo Basso, che ha comunque nuovi e interessanti progetti, con i proprietari delle mura.
Ha fatto rumore anche il forfait dato in viale Monte Grappa da Alessandro Del Piero. L’ex calciatore juventino insieme ai suoi soci ha deciso di non riaprire l’enorme locale (40.000 euro d’affitto) inaugurato a ottobre 2019.
Carlo Cracco e la situazione di Carlo e Camilla in Duomo
E non ha ancora riaperto, in effetti, Carlo & Camilla in Duomo, terzo locale milanese dell’ex giudice di MasterChef, ospitato nella sede storica di Cracco in via Hugo, quella dove 19 anni fa debuttava Cracco-Peck.
Cocktail bar al piano terra, toni scuri e moderni con tavolo sociale d’ordinanza (come da Carlo e Camilla in Segheria) nelle sale interrate, il bistrot di Cracco prevedeva 4 menù degustazione a 60 euro, più una formula lunch per il pranzo a 22 euro. Aperto a inizio estate 2019, ha avuto poco tempo per crearsi una clientela affezionata prima che arrivasse il lockdown.
Pochi giorni fa Repubblica ha chiesto allo chef vicentino cosa stesse succedendo al locale di via Hugo. Risposta perentoria (anche un po’ seccata): “Il centro al momento è un vero disastro. Con gli uffici che tardano a riaprire e chissà quando lo faranno, per noi non c’è lavoro. La situazione è migliore per chi –ha concluso Cracco, è attrezzato con spazi all’esterno diversamente da noi”.
Questo, in un momento in cui dehors, giardini, anche solo marciapiedi rappresentano l’ancora di salvezza per molti ristoratori, non è un problema da poco.
Qualche giorno fa, al quotidiano Italia Oggi, Rosa Fanti, che del gruppo Cracco è la portavoce, oltre a essere la moglie dello chef, aveva confermato che Carlo e Camilla in Duomo sarebbe rimasto ancora chiuso.
A smentire le voci di una possibile chiusura non ha aiutato l’intervista data a metà giugno da Cracco al Corriere della Sera. Alla domanda sul senso di incertezza lasciato dal lockdown l’ex terrore di MasterChef ha detto:
“Il problema non è adesso, ma dopo. Stiamo ancora vivendo una sorta di paralisi ma prima o poi finirà la cassa integrazione e iniziarà la crisi vera. Quella che ti costringe a dover avere le spalle larghissime – ha concluso Cracco, per tenere il colpo”.
Tuttavia, nonostante il ripetersi delle voci, non c’è mai stata da parte del noto cuoco italiano un’ammissione esplicita. E fino ad allora, ma auguriamoci che non debba mai accadere, è sbagliato ritenere che Carlo e Camilla in Duomo sia stato chiuso per sempre.