Papa Leone XIV a tavola: finisci il tuo cibo

Papa Leone XIV, al secolo Robert Francis Prevost, prima della sua ascesa al soglio pontificio, è stato missionario in Perù. Un periodo che non solo ha forgiato il suo spirito, ma ha anche lasciato un’impronta indelebile sulle sue, sorprendentemente terrene, abitudini alimentari. Un ritratto gastronomico di Papa Leone XIV che ce lo svela più vicino, quasi un commensale con cui condividere aneddoti e sapori della tavola.
Chi l’avrebbe mai detto che tra i piatti prediletti del futuro Pontefice ci fosse la succulenta carne asada? Ebbene sì, fonti vicine all’allora Vescovo Prevost in Perù raccontano di come questo piatto fosse una scelta gradita quando l’occasione lo permetteva. Un piacere semplice ma intenso, quasi un rito conviviale. A testimoniare questa sua preferenza è un articolo dell’Associated Press (AP News), che getta uno sguardo sulle sue abitudini peruviane.
Ma c’è di più. A rendere il quadro ancora più gustosamente “pop” è un dettaglio che non ti aspetti. L’accompagnamento preferito per i suoi pasti, inclusa la carne asada, era spesso un bicchiere di Coca-Cola. Un tocco di normalità che contribuisce a dipingere un’immagine più accessibile e, perché no, “terrena” del religioso. Questa abitudine, riportata sempre da AP News, lo allontana dall’aura di austerità che spesso circonda le figure ecclesiastiche, avvicinandolo a gusti decisamente più quotidiani.
La filosofia del piatto pulito
Un aneddoto particolarmente significativo, che ci svela molto della filosofia di vita e dell’approccio al cibo di Papa Leone XIV, riguarda la sua abitudine di “finire il piatto”. Come emerso da una testimonianza video, interrogato sul perché mangiasse ogni singola briciola di ciò che gli veniva servito [00:33], la sua risposta fu tanto semplice quanto profonda. “Dove sono cresciuto io, è maleducazione non mangiare quello che ti mettono davanti, finisci il tuo cibo” [00:39].
Questa frase, più di ogni altra, riflette un’educazione improntata al rispetto per il cibo e per chi lo offre, un’umiltà che non lo ha mai abbandonato. È un insegnamento che sa di saggezza popolare, di tempi in cui nulla andava sprecato e ogni boccone era prezioso.
Dal convivio alla dieta contadina: Papa Leone XIV a tavola

Queste preferenze si inseriscono in un contesto, quello peruviano, che ha visto Monsignor Prevost adattarsi con naturalezza alle circostanze. Se da un lato apprezzava la convivialità di una carne asada, dall’altro, quando si trovava in comunità remote e isolate, condivideva senza remore la semplice dieta contadina a base di patate, formaggio e mais dolce. Questa capacità di adattamento, questa sintonia con le diverse realtà incontrate, ne definisce ulteriormente lo spessore umano.
Un Pontefice “normale”, anche a tavola
Lungi dal voler ridurre una figura complessa come quella di Papa Leone XIV ai suoi gusti culinari, è innegabile come questi aspetti “umani” e gastronomici contribuiscano a creare un’immagine più vicina e “normale” del Pontefice. La carne asada, la Coca-Cola, la regola non scritta di pulire il piatto. Sono tutti tasselli di un mosaico che ce lo mostrano non solo come guida spirituale, ma anche come uomo con abitudini e preferenze in cui molti possono riconoscersi. Un modo, anche questo, per sentirlo più vicino, quasi come un vecchio amico che ti racconta, tra un boccone e l’altro, le sue storie dal Perù. E in fondo, non è forse questa la magia della cultura gastronomica? Raccontare le persone, anche quelle più in vista, attraverso il linguaggio del cibo.