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23 Luglio 2022 Aggiornato il 23 Luglio 2022 alle ore 16:03

POS obbligatorio senza ipocrisie: Pronto, Polizia, non mi fanno pagare

Pos obbligatorio: la multa nel Veneto e il caso di Pompei ci obbligano a parlare senza ipocrisie di costi, commissioni e pagamenti
POS obbligatorio senza ipocrisie: Pronto, Polizia, non mi fanno pagare

Il POS è uno degli oggetti più detestati d’Italia, e però, dal 30 giugno 2022, è obbligatorio. 

Un commerciante, per esempio il titolare di un bar o di un ristorante, non osserva l’obbligo? Scatta una multa di 30€ cui viene aggiunto il 4% del valore della transazione negata.

Reazioni particolari

Da quando il POS è obbligatorio hanno fatto scalpore alcune reazioni, definite dai media “all’italiana”. Due in particolare:

– POS obbligatorio: bar mette supplemento di 50 centesimi per il caffè, succede a Pompei. 

– POS obbligatorio: prima multa in Veneto, la gelateria rifiuta il pagamento di 20 euro e il cliente chiama la Finanza. 

Finora capitava che un esercente rifiutasse i pagamenti elettronici sotto i 15 euro. Oppure che fingesse di non avere connessione, ma l’aveva fatta saltare di proposito. O ancora che il suo POS fosse eternamente rotto. 

Dai quando il POS è obbligatorio, altro tassello del cambiamento che intende rendere il denaro contante obsoleto, il salto di qualità è evidente.

Il bar ristorante di fronte agli scavi di Pompei lo ha addirittura stampato in un foglio appeso fuori dal locale: “Supplemento di cinquanta centesimi per i pagamenti con il POS al di sotto dei 5 euro”. 

Mentre nella gelateria in provincia di Vicenza una cliente voleva pagare venti euro con il bancomat ma la titolare pretendeva i contanti. 

Com’è finita? La cliente ha chiamato la Guardia di Finanza, che ha multato la titolare della gelateria segnalandola al prefetto di Vicenza, autorità competente per irrogare la multa. 

Cos’è cambiato con il POS obbligatorio

Perché questo è cambiato dal 30 giugno 2022. Da quando il POS è obbligatorio il cliente che si vede rifiutare il pagamento elettronico può segnalarlo chiamando la Polizia. Pronto Polizia non mi fanno pagare.

E siccome agire come i due furbetti del POS citati è illegale, i clienti hanno fatto bene a chiamare la Finanza. Dovevano farlo sparando un razzo per aria.

Fatecelo dire senza ipocrisie. Perché se diamo retta a chi, con toni super aggressivi, lamenta che il POS obbligatorio è tutto un magna magna delle banche, qualcuno finirà col pensare che richiedere un sovrapprezzo per pagamenti elettronici sotto i 20, 10 o 5 euro sia giustificato. 

Il problema dei commercianti sono le famigerate commissioni, cioè quella percentuale che chi offre il pagamento elettronico trattiene sulla singola transazione.

Niente ipocrisie: 4 verità sul POS obbligatorio

Un pagamento con il POS

1 – Sarebbe meglio se queste commissioni non esistessero? 

Certo! Esistono perché il pagamento elettronico è un servizio, e i servizi si pagano.

2 – Sono proibitive le famigerate commissioni? 

Da quando il POS è obbligatorio, il mercato propone dispositivi di pagamento che non hanno costi fissi mensili.

Se ne trovano certi che entro i 10 euro di spesa al bar o al ristorante, dunque anche per un caffè, non applicano commissioni. E sopra questa soglia applicano commissioni ragionevoli tra l’1 e il 2%. 

3 – È a causa delle commissioni che le attività chiudono? 

Abbiamo letto numerose prese di posizione negli ultimi giorni. Qualcosa del tipo: ma come, una categoria storicamente tartassata dalle imposte, non è neanche uscita da una pesantissima pandemia, peraltro con aiuti ridicoli dallo Stato, e viene subito caricata di nuovi costi? Di questo passo chiuderemo tutti.   

Sono le commissioni a far chiudere un’attività? Probabilmente no, perché se bastassero i costi abbastanza contenuti del POS obbligatorio a far chiudere un’attività, allora o i prezzi sono troppo bassi o quell’attività è destinata a morire perché non competitiva.

3 – È davvero per pochi centesimi di commissione che gli esercenti fanno la loro battaglia? 

No. Il punto è che la transazione elettronica registrata con il POS obbligatorio è difficile da far sparire, e se rimane lì è più difficile dire allo Stato che non è mai avvenuta. Mentre mettersi la banconota in tasca è più facile. E tante belle cose al fisco, le tasse le pagherà qualcun altro. 

Detto tutto questo senza ipocrisie, possiamo parlare di riduzione dei costi. Perché forse per le spese superiori ai 10 euro si può far meglio dello 0,50% per il bancomat e dell’1% per le carte.

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