Ristoranti italiani mai così pieni nonostante i prezzi mai così alti
I prezzi dei ristoranti italiani non sono mai stati così alti. Eppure, gli italiani non rinunciano a mangiare fuori, anzi.
Secondo l’Osservatorio Confimprese-Jakala, nel periodo gennaio-aprile 2023, i consumi nella ristorazione italiana hanno segnato una crescita del 17,9% rispetto all’anno precedente.
Un risultato sorprendente, se si considera che nell’82% dei ristoranti italiani i prezzi finali sono aumentati, causa aumento dei costi delle materie prime e delle bollette di luce e gas.
Prezzi alti ma ristoranti pieni: perché?
Da un lato, c’è il desiderio degli italiani di tornare alle vecchie abitudini, a partire dal pranzo/cena fuori, dopo la pandemia di Covid-19.
Effetto collaterale il cosiddetto “revenge effect”, ovvero il desiderio di recuperare le “occasioni perdute” durante la pandemia.
Dall’altro lato, i gruppi che investono nei ristoranti non si limitano ad aumentare i prezzi. I ristoratori stanno sviluppando un’offerta sempre più personalizzata e diversificata per soddisfare vecchi e nuovi bisogni degli italiani, offrendo oggi di tutto.
Parola d’ordine: diversificare
Dalla caffetteria che spinge sul tema degli specialty coffee alla classica pizzeria. Dalla panetteria salottino che propone dolci del nord Europa al bistrot vegetariano. Dal ristorante esotico gourmet al locale informale specializzato in cibo di strada palermitano.
Inoltre, il flusso turistico in Italia è in aumento, con un incremento del 45,5% delle presenze complessive nel primo bimestre del 2023 rispetto all’anno precedente, con una crescita particolarmente rilevante degli stranieri (+70,5%).
Le stime elaborate dall’istituto Demoskopika indicano che a scegliere l’Italia saranno quasi 61 milioni di stranieri
Insegne internazionali in Italia
Al netto dell’aumento dei prezzi, il successo dei ristoranti in Italia trova conferma non solo nei dati ma anche nelle nuove aperture. Sono numerose le insegne internazionali, che, a fronte dell’andamento positivo del mercato nazionale, sono sbarcate nel nostro paese.
E’ il caso di catene americane quali Panda Express e Krispy Kreme, specializzate rispettivamente in pollo fritto, cucina cinese e ciambelle della tradizione anglosassone. Senza dimenticare l’espansione sempre più capillare di Starbucks, ora a due passi da Piazza Montecitorio, nel cuore di Roma.
Ci sono poi le europee El&N, inglese, il bar più instagrammabile del mondo. Wagamama, visione inglese della cultura gastronomica giapponese. E il francese Pret A Manger, sbarcato da poco all’aeroporto di Milano Malpensa.
Piccole catene italiane crescono
Allo stesso tempo, le imprese italiane stanno via via ampliando il proprio network di locali.
Così, per esempio, ristoranti quali Miscusi e Quore Italiano puntano sulla pasta in chiave light e a prezzi accessibili a Milano, Firenze e Verona.
Pizzium è una catena di pizzerie gourmet ormai diffusa in tutta Italia.
Bomaki, che propone una cucina nippo-brasiliana, si è appena insediato a Roma.
Caffè Napoli è la catena di caffetterie in stile napoletano che ha conquistato Milano.
All’Antico Vinaio sta continuando a portare la schiacciata fiorentina nei capoluoghi italiani, prossimo della lista: Napoli.
Il futuro dei ristoranti: rosa nonostante i prezzi
Secondo gli esperti, oltre alla quantità dell’offerta, il segreto sta nella qualità. Gli italiani sono disposti a pagare prezzi più alti per ristoranti che offrono esperienze culinarie di buon livello. Quando escono per mangiare, di norma sono esigenti e attenti alla ricerca di esperienze autentiche.
In ogni caso, il settore della ristorazione italiana è destinato a crescere anche nei prossimi anni.
L’arrivo di insegne internazionali e l’ampliamento del network di locali italiani indicano che il settore sta diventando sempre più attraente per gli investitori stranieri e nazionali.
E, nonostante i prezzi dei ristoranti siano alle stelle, gli italiani non vogliono rinunciare alla loro passione per il gusto e la convivialità.