Così vicina alle cupole da poterle quasi toccare, Masa a Roma è la nuova terrazza con cucina affacciata sulla basilica di Santa Maria Maggiore tra il rione Monti e l’Esquilino.
Inaugurata il 6 luglio scorso, è il ristorante del nuovo Hotel The Major, di proprietà della famiglia Tesciuba, patron anche dell’hotel The Cross a via di Santa Croce in Gerusalemme.
L’atmosfera di Masa a Roma riflette l’ispirazione del nome: Masa è una parola che sia in ebraico che in arabo significa viaggio di scoperta e quello che lo chef Danilo Mancini e il bartender Antonio D’Auria propongono è esattamente questo. Un percorso alla scoperta delle contaminazioni tra Mediterraneo e Medio Oriente.
Complice un’atmosfera esotica e urbana al contempo, il viaggio si snoda attraverso una formula di cucina che prevede un aperitivo ispirato ai tradizionali mezè. Tanti piattini e assaggi, quindi, prima di entrare nel vivo di una carta che si muove con disinvoltura attraverso i classici della cucina romana e della cucina giudaica che qui nella capitale ha trovato da sempre terreno fertile.
Masa a Roma, cocktail e cucina
La parte mixology che, volendo, può accompagnare l’intero percorso degustativo, è coerente con il menù e propone oltre ai classici anche twist e signature cocktail ispirati alle fermentazioni. Infusi, macerati, te ed erbe officinali oltre a spezie e frutta entrano a vario titolo nella drink list, che aderisce tra l’altro anche a criteri di riciclo sostenibile utilizzando parte degli scarti della cucina.
Danilo Mancini, lo chef
Il progetto è ambizioso ma è affidato a uno chef che ha una certa esperienza in cucine di alto livello. Danilo Mancini ha ricoperto per un anno e mezzo ruolo di secondo Al Convivio Troiani, una stella Michelin, e ha lavorato nelle cucine dell’hotel di Inghilterra, di Aroma con Giuseppe di Iorio, da All’oro con Riccardo di Giacinto, tra le varie esperienze. Anche il lato bar si affida alle mani di Antonio D’Auria salernitano di origine, dopo le esperienze all’estero e si innamora di Roma e qui mixa da Carnale e da Alto (all’hotel The First Musica) prima di arrivare al bancone di Masa.
Mangiare e bere da Masa a Roma (invito stampa)
Abbiamo inaugurato la serata con un twist Paloma ovvero base tequila, kefir d’acqua con melograno, bucce essiccate di pompelmo, rifermentato in bottiglia e polvere di barbabietola.
La proposta di benvenuto è una spugna di tahina con cipolla caramellata menta e crema di basilico bocconcino molto fresco, stuzzicante. Non potevamo non assaggiare il mezè arrivato sotto forma di melanzana 100%, ovvero una polpettina fritta servita con una maionese alla melanzana e un’emulsione di basilico. Praticamente un babaganoush rivisitato che ben rendeva l’idea del piatto originale.
Molto buono anche il felafel servito con il chutney di mela e zucchina marinata, cui fanno seguito le ottime alici in panure, ricoperte cioè con del pane raffermo frullato insieme ad erbe aromatiche essiccate e fritte.
Effetto finale di una panatura estremamente sottile che va ad accompagnare senza coprire il sapore delle alici. Ultimo dei mezé l’immancabile hummus di ceci preparato espresso al al momento della comanda è servito con paprika dolce e composta di cipolle rosse di Tropea. Abbinamento certo.
Dalla carta di Masa a Roma
Passando agli antipasti opto per il ceviche, piatto che amo ma tipico di tutt’altra cucina, e spesso purtroppo impoverito più che interpretato e addomesticato ai gusti locali. Ero curiosa di capire in che modo si inseriva in un menù mediorientale nell’interpretazione dello chef.
Del chevice originale. in effetti conserva più che altro l’impatto esotico grazie alla marinatura e alla crema di latte di cocco, ma resta comunque un piatto che ho gradito molto. Intanto per la scelta della Aguglia Imperiale, pesce d’alto mare che si è rivelata un’ottima alternativa a ricciola, tonni rossi, salmoni o crostacei, nella comune platea di crudi. Coerente, peraltro, con l’affermazione di sostenibilità della cucina del locale. Davvero freschissima e di ottima consistenza ha contribuito all’aromaticità del piatto, completato con cipolla in agrodolce zeste di agrumi ed erbe aromatiche.
Gustoso anche il polpo rosticciato servito con un crema di fagioli cannellini ma soprattutto abbinato alle visciole, che tra il dolce e l’acidulo contrastavano in maniera molto piacevole.
Primo piatto abbastanza classico, tagliolini di gamberi ai profumi del Mediterraneo, cioè mantecati alle erbe aromatiche e pecorino. I gamberi appena scottati praticamente crudi conservavano consistenza, succo, e sapore di mare. Giusta la cottura e la temperatura del piatto.
Anche la carbonara arriva a regola d’arte, con il guanciale rosolato a maniera e uno zabaione salato a legare il piatto.
La tajine e il bulgur
Più curiosa che altro, chiedo tra i secondi la tajine di bulgur alle verdure. Il servizio di Masa a Roma prevede un’affumicatura preventiva per cui quando arriva al tavolo l’apertura del tajine è un momento scenografico in cui il contenuto si rivela man mano che il fumo si dilegua. Un piatto saporito e fresco anche in mancanza di proteine animali. Solitamente viene servito con carne di montone di agnello oppure pesce. Ma ho apprezzato la consistenza delle verdure, ancora croccanti, e del bulgur ben sgranato e al dente.
Arriviamo al dessert e ci viene proposto il cavallo di battaglia del locale, il Tiramasù, che ci assicurano essere una versione particolarmente gradevole e delicata. A titolo puramente personale, toglierei il tiramisù dalla carta di tutti i ristoranti, semplicemente perché farlo alla regola d’arte è impossibile per le dinamiche di una cucina e della somministrazione al pubblico. Ma ci lasciamo convincere. Per precauzione però chiediamo anche il cannolo siciliano, che di per sé è già un trait d’union tra i paesi del Mediterraneo meridionale.
Il tiramisù è buono nulla da dire, è equilibrato e leggero il biscotto è bagnato al punto giusto quindi consistente, ma resto comunque della mia opinione. Il tiramisù è un dolce da casa. Ottimo il cannolo, classicissimo, realizzato con ricotta di pecora, scorze di agrumi pistacchio e una crosta ancora fresca e friabile.
Applauso all’aggiunta di sale nei dolci. I sapori sono esaltati senza dover caricare con gli altri ingredienti.
Cocktail da dessert
Il cocktail di chiusura dell’esperienza da Masa a Roma è ispirato al chai brownie. Ovvero un twist di chai latte a base di infuso di rooibos, mix di spezie orientali, datteri e rum Zacapa infuso al cioccolato. Viene servito con una divertente bolla di fumo (che contro il ponentino serale ha resistito ahimè poco).
Com’è Masa a Roma
Cucina e mixology ben allineate hanno prodotto esiti equilibrati e piacevoli.
A breve Masa a Roma inaugurerà anche un privè con piscina all’aperto che potrà usufruire delle creazioni del bar.
Dove forse si potrebbe lavorare ancora un po’ è sulla carta dei vini, non all’altezza di una location, di una cucina e di una mixology che invece valgono una visita.
Masa a Roma, menu e prezzi
Mezè
- Masalafel (9 €)
- Baccalà tra Medioriente e Mediterraneo (13 €)
- Carpaccio di Manzo tra marinatura e affumicatura (12 €)
- Tartare di manzo (12 €)
- Scapece di alici (12 €)
- Bon-Bon di melanzae (10 €)
- La Vellutata dell’estate (8 €)
- Ceviche(12 €)
- Hummasa (9 €)
- Masa Experience x 2 (28 €)
Primi
- Linguine ai gamberi dal profumo Mediterraneo (23 €)
- Fusillone zucchine e fiori (19 €)
- Spaghettini burro di canapa e Zafferano (20 €)
- Spaghettone di mare ai tre pomodorini (22 €)
- Amatriciana (18 €)
- Carbonara (18 €)
- Cacio e pepe (18 €)
Secondi
- Ribs di manzo (28 €)
- Baccalà uvetta e pinoli (26 €)
- Shawarma di pollo (22 €)
- Lo Spada con frutta verdura e soia (26 €)
- Polpo estivo (20 €) con visciole e zenzero
- Bulgur vegetale servito in tajine (16 €)
- Millefoglie di melanzane (16 €)
Dessert di Masa a Roma
- Sigaro Croccante di mele, cannella e vaniglia (10 €)
- Cannolo (10 €)
- Tiramasù (10 €)
- Zacapa Experience cioccolato e Zacapa XO (28 €)
