Spada di Damocle sulla pasta italiana: super dazio Usa al 107%

Un’ombra pesante si allunga sull’export italiano. L’amministrazione statunitense, nell’ambito di una rinnovata offensiva commerciale, si è preparata a imporre un dazio complessivo che sfiora il 107% sull’importazione di pasta italiana. Questa potenziale “stangata” rappresenta un colpo diretto al cuore del Made in Italy. Un settore che esporta negli Stati Uniti oltre 300.000 tonnellate di pasta all’anno.
L’accusa di dumping e il calcolo del 107% del dazio sulla pasta
L’aumento dei dazi non deriva da un generico scontro commerciale, ma da un’indagine specifica condotta dal Dipartimento del Commercio statunitense (DOC) sulle accuse di “dumping”. La cifra allarmante del 107% si ottiene dalla somma di due elementi. La tariffa sulla pasta già esistente del 15% e un ulteriore, massiccio super dazio “antidumping” del 91,74%.
Il super dazio scaturisce dalle determinazioni preliminari del DOC, che ha individuato margini di dumping (esportazione a prezzi ritenuti troppo bassi) pari al 91,74% per le aziende esaminate. L’indagine, che ha coperto il periodo tra luglio 2023 e giugno 2024 , ha preso in esame in particolare due aziende italiane, La Molisana e Garofalo.
Nel documento pubblicato dal Dipartimento del Commercio si legge: “Abbiamo determinato in via preliminare che per il periodo compreso tra il 1° luglio 2023 e il 30 giugno 2024 sussistono i seguenti margini di dumping medi ponderati stimati: La Molisana Spa 91,74%, Pastificio Lucio Garofalo Spa 91,74%, società non esaminate individualmente 91,74%”. In sostanza – spiega il Corriere – l’amministrazione Usa accusa le due società in questione di dumping. Ma senza aver fatto un’indagine accurata ed estende l’accusa anche gli altri esportatori menzionati su cui non ha effettuato alcuna verifica.
Un colpo collettivo al settore

Il problema principale per l’industria italiana è che, secondo la metodologia applicata dal Dipartimento del Commercio, il margine di dumping calcolato per le due aziende campione (il 91,74%) è automaticamente esteso anche a tutte le altre società non esaminate individualmente.
Di conseguenza, numerosi marchi di pasta italiani di grande notorietà che esportano direttamente dall’Italia, si trovano a fronteggiare l’imposizione di un maxi dazio previsto per l’inizio di gennaio 2026.
Oltre a La Molisana e Garofalo, tra le aziende citate ci sono: Agritalia, Aldino, Antiche Tradizioni Di Gragnano, Barilla, Gruppo Milo, Pastificio Artigiano Cav. Giuseppe Cocco, Pastificio Chiavenna, Pastificio Liguori, Pastificio Della Forma, Pastificio Sgambaro, Pastificio Tamma e Rummo.
Tale misura, se confermata, renderebbe la pasta italiana quasi inaccessibile al consumatore medio americano. E comprometterebbe gravemente la competitività di un prodotto simbolo del Made in Italy in uno dei suoi mercati chiave. Una storia che si ripete.
Le uniche aziende italiane a salvarsi dal super dazio sulla pasta sarebbero quindi quelle che hanno delocalizzato la produzione negli Stati Uniti.