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Palermo 2 | Vieni a scoprire il vero street food nei mercati

lunedì, 22 Agosto 2011 di

Se la prima serata nella gastronomia di Palermo era partita più che bene, i giorni seguenti non sono stati da meno. Dalla mattina alla sera il tour mangereccio, iniziato subito all’atterraggio a Punta Raisi con una cena all’Osteria dei Vespri, ha messo piacevolmente alla prova i nostri stomaci tra passeggiate e ristoranti. Come seconda tappa mi limiterò ad indicarvi i migliori esempi di street food che abbiamo provato nel caldo clima palermitano iniziando dai coloratissimimercati del Capo e di Ballarò.

Una specialità da strada che avevo mancato l’anno scorso e mi ero proposto di assaggiare è la strepitosa “frittola“. Capita spesso, nei vecchi mercati, di imbattersi in gruppi di persone vocianti intorno ad un cesto coperto di stracci. Qualcuno estrae a mani nude qualcosa che poggia su della carta oleata e la porge: vi siete imbattuti nei frittolari. La frittola è una preparazione che si fa risalire al ‘500, derivata da una particolare lavorazione degli scarti di macellazione del vitello (pezzetti di carne e piccole cartilagini staccate dalle ossa), bolliti e poi fatti rinvenire friggendoli nello strutto (“saime”). Riposta caldissima in un apposito cesto di vimini (il panaro), viene infine insaporita con spezie profumate come alloro, zafferano, pepe. Per molti palermitani la frittola, sostituisce di mattina il cappuccino, o l’aperitivo prima del pranzo.

Un bell’esempio di questa specialità “estrema” (che merita l’assaggio) la potete trovare proprio all’inizio del mercato del Capo, dal folkloristico frittolaro Vincenzo. Attenti però a non fargli spruzzare troppo limone sopra le frattaglie; e per apprezzarle al meglio omettete il panino in favore della “cartata” (al minimo costo di 1 euro!).

Proseguendo per il Capo, un altro imperdibile esempio di street food è il banco di bollito del Signor Gioacchino.

Il loquace ambulante ci ha prima stregati con la sua parlantina da commerciante di altri tempi, per poi farci godere a suon di mussu (muso), spalla, lingua, orecchie, piedini ed altre parti meno nobili, simbolo della virilità dell’animale quando era ancora in vita. 🙂 Anche qui, andateci piano con il limone (omettetelo proprio!) perchè la qualità del prodotto è sconvolgente: due piattini colmi, da 2 euro l’uno spariscono che è un piacere.

Passando all’altro storico mercato di Palermo, Ballarò, i banchi di frutta, verdura e pescato ci sono parsi più vivi e movimentati del precedente; riservando qualche ghiotta sorpresa. Una fermata “indispensabile” è al banco del pesce di Giuseppe (Pino per gli amici), che oltre alla bella varietà ittica in vendita, sarà ben lieto di farvi assaggiare uno strepitoso polpo bollito.

“Prima assaggi e poi lo pesi… Se ti aggrada te lo porti via!”. Al prezzo di 3 euro circa, potrete così avere il vostro polpo take-away in vaschetta da sbocconcellare passeggiando per il mercato.

Altra meta obbligatoria per gli amanti del genere è la friggitoria ambulante verso la fine di Ballarò che offre delle buone crocchè e panelle (frittelle di farina di ceci) da poter mangiare al momento, con o senza pane.

Rimanendo in tema Panelle & Crocchè, non ho dubbi a decretare come migliore versione assaggiata quella della Friggitora Chiluzzo in Piazza Kalsa.

In questo quartiere storico, proprio di fianco alla friggitoria, si trova a mio parere il miglior esempio di frittola provata; venduta sempre a prezzi stracciati dal simpatico ambulante Domenico.

Consistenza, sapore e cottura sono davvero notevoli ed anche qui un piattino colmo da  2 euro finisce quasi ancor prima di essere riempito.

Proseguendo il nostro giro street food, a pochi minuti di camminata dalla Kalsa si trova Pan ca Meusa Porta Carbone. Come l’anno scorso, il chiosco di Via Cala si è confermato il the best per quanto riguarda panini con la milza. Non fatevi intimorire dalle “comitive” di mosche all’entrata: il panino vale il viaggio! 😉

Termino questa seconda puntata palermitana con la regina del cibo da strada: l’Arancina. Ora, mangiare arancine buone a Palermo è cosa facile a detta di tutti, ma nella mia scorsa visita ero rimasto abbastanza deluso. Fortunatamente le prime impressioni non sono sempre quelle definitive, ed ora posso affermare che si trovano ottime arancine in diverse friggitorie sparse per la città (in particolare vicino al mercato del Capo). Se però volete mangiare Arancine con la “A” maiuscola (soprattutto quella al burro), l’indirizzo che consigliamo è senza dubbio il Bar Alba. Con ben 2 sedi cittadine (Piazza Don Bosco e a Mondello), questo locale storico offre servizi di pasticceria, rosticceria e gelati di buona qualità, ma le tanto ambite palle di riso fritte qui trovano la loro massima espressione. Panatura perfetta, riso cremoso, profumato e ricco di condimento; mangiate calde possono seriamente mandarvi fuori di testa (a me è capitato!) Al prezzo di 1,80 euri vi sarà recapitata la vostra arancina espressa, che nonostante le dimensioni XL, non farete fatica a finire 😉 I gentili commessi inoltre, danno anche la possibilità di acquistare arancine crude  da friggere a casa. Il risultato è ottimale, ma consigliamo di stazionare sulle tipologie classiche”(al burro e al ragù), perchè gli altri condimenti non ispiravano molto nonostante la fantasia. Altra specialità a tutta gola della rosticceria del Bar, è il calzone fritto: notevole la fattura della pasta, mentre il ripieno ha lasciato qualche perplessità.

Bello carico di “materiale” che ha reso felice il mio fegato, vi lascio alla prossima tappa in terra di Sicilia, dove saranno protagonisti 2 ristoranti.

E in attesa, avete qualche altro indirizzo eccellente da suggerire ai lettori di Scatti di Gusto?

Alla prossima! 🙂

(Big Picture: le foto possono essere ingrandite cliccando sull’immagine)