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Il nonno ha fatto 13 tra paccheri e patate

martedì, 29 Dicembre 2009 di

Era la fine di settembre ed io ero ancora convinto che potessi restare delle mie convinzioni circa la mozzarella di bufala senza doverle esporre – giustificarle – confrontarle – incavolarmi. Che potessi considerare qualcuno il numero uno delle cucine senza dover dar conto. Che facendo per la 128milesima volta la strada che da Roma mi porta alla “mia” spiaggia non dovessi per forza recitare a memoria i menu dei ristoranti che si incontrano. Questo accadeva prima che due soggetti mi convincessero, ma tant’è, acqua passata. Non passa, invece, la recensione che qualcuno scrisse dopo che io ebbi a dirgli “ma come, non conosci Raffaele Vitale e il nonno?”. Ma giusto per una pasta al San Marzano a volo 🙂 (Vincenzo)

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Campania. Dopo un’estate fantasmagorica nei ristoranti delle costiere (bauscia nordici, e quindi anch’io d’origine, ricordatevi di differenziarle, la sorrentina e l’amalfitana, che qui s’incazzano veri), si decide con il Pagano, diretti verso la piana mondiale delle bufale, Paestum, una sosta benedetta in quel di Mercato San Severino, al ristorante Casa del Nonno 13. Ve lo dico prima, così capite com’è andata a finire: a fine pasto cercai di convincere il Pagano a ritornarci, nel viaggio di ritorno. Mi hanno dovuto infatti staccare dal tavolo, letteralmente, come un bambino capriccioso. Ero strasazio, ma volevo continuare ad ingollarmi il mondo della carta. Praticamente mangerete in cantina, ma che cantina! Lo chef Gennaro Vitale e il sommelier di casa Domenico Sarno vi guardano dall’alto, mettendovi giusto un attimo di soggezione, che svanirà tout de suite, nel momento in cui, alla faccia delle mode e modine, vi serviranno una stupefacente, seppur semplicissima ricottina con pomodori secchi. Mi sarei sbafato anche il canestrino!

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Si va alla goduria totale: carpaccio di tonno, insalatina di campo, mele annurche, arance confit, pepe rosa e capperini: per gli amanti del genere: acidità, dolcezza, sapidità e croccantezza. Vi ho messo tutto qui. E non se ne parli più. Perfetto.

Un assaggio fuori lista e di nascondone: alici. Dolci. Potrebbe succhiarle un neonato. Senza parole.

Va beh adesso partiamo all’attacco: negli antipasti caldi di terra ci sono delle trilogie dedicate alla bufala, alla melanzana ed alle zucchine. Le prendiamo tutte e non se ne parli più. Guardatevi le fotine e godete come noi. Insomma non proprio come noi……

Ci portano anche un trittico sul baccalà, così giusto per gradire. La foto è quella col barattolazzo di vetro. Vi piace? Il contenuto è fantastico, “slurpevole”.

Io sarei già pronto  per una pennichella.

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Ma Pagano mi scuote: le paste, cavolo. Non mi piace il cavolo, rispondo, lasciami pisolare sul cavolo-tavolo.

Ma vengo risvegliato, da un profumo di patata. Quella di Montoro, Avellino.

Gesummaria: ci hanno riempito dei paccheri, di Vicidomini (praticamenti i segretari del dio della pasta), ci hanno sciolto della provola affumicata, un’idea di basilico e, au diable l’ avarice, crepi l’ avarizia, una piccola esplosione di pomodorini secchi. Giuro: una delle migliori cinque paste dell’anno. Delle altre una è di Uliassi e un’altra (l’avrei scoperto dopo) la lasagna di Bottura. Voto al piatto 18/20.

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Scusate, dice Raffaele Vitale, il proprietario-architetto, ma il nostro pomodoro non lo volete sentire? Sì, come no siamo qui apposta, esplode il Pagano, che oggi sembra non avere fondo. E vai……  paccheri al Pomodoro San Marzano. Un assaggio? Sticavoli. Guardate la foto: 5 i miei, 7 del cinghialone.

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Io per i secondi non ce la faccio, dico supplichevole. Ma il buon Vitale dice facciamoci due passi in cantina che diamo un’occhiata ai miei vini ed ai formaggi. Di questi ultimi alcuni sono qui anche da anni, così vi ripigliate. Sembra che ci apriranno una vendita al pubblico, in cima alle scale. Bene dico io, agguantando un cacio cavallone, quello nero.

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Si torna a tavola, con due secondini leggeri-leggeri: un poco di agnello laticauda per vincè (io no che con gli agnelli ci parlo solo) ed una guanciola manzata per me. Degno di nota, succulento e gustoso per quanto ancora possa decifrare, ormai cotto al forno, io

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Del dolcino finale in tutta onestà non ricordo nulla, se non che fosse curioso e nobile nonché di notevole bontà (interpretazione della classica pesca al vino – nota mia).

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Ce ne siamo iti con due sporte piene di felicità. All’altezza di Paestum, cercavo già, come detto all’inizio, di convincere il Pagano, a ritornarci da Nonno 13, ma subito.

Ma ci rivo’, giuro che ci rivò.
E mi fermo pure a dormire, cosi’ ci faccio pranzo e cena!

Casa del Nonno 13 Corso Francesco Caracciolo, 13 – 84085 Sant’Eustachio di Mercato San Severino (SA). Tel. +39 089 894 399. www.casadelnonno13.com

Foto: Vincenzo Pagano