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La Camera approva le etichette ‘trasparenti’. Ma decide l’Europa

martedì, 18 Gennaio 2011 di

L’obbligo di indicare in etichetta l’origine dei prodotti alimentari è legge. La Commissione Agricoltura della Camera ha approvato oggi, definitivamente e all’unanimità, le ‘Disposizioni in materia di etichettatura e di qualità dei prodotti alimentari’.

La normativa, approvata dopo un lungo iter e dopo l’accelerazione degli ultimi giorni che aveva fatto seguito all’allarme diossina, prevede che sulle etichette dei prodotti alimentari (trasformati e non) sia indicato il luogo di origine e l’eventuale utilizzo di ingredienti contenenti OGM. Per i prodotti non trasformati dovrà essere indicato il paese di produzione mentre per quelli trasformati l’etichetta dovrà indicare il luogo in cui è avvenuta l’ultima trasformazione sostanziale e il luogo di coltivazione o allevamento della materia prima prevalente. La norma vieta inoltre l’indicazione formaggio Dop per quelle miscele che ne contengono meno del 20%.

Si estende così a tutti i prodotti agroalimentari un obbligo previsto finora solo per carne di pollo e bovina, frutta e verdura fresche, uova, miele, passata di pomodoro, latte fresco, pesce e olio extravergine di oliva.

Esultano le organizzazioni di settore e dei consumatori. Coldiretti, che festeggia l’evento servendo porzioni di una salsiccia lunga 100 metri agli inquilini di piazza Montecitorio, parla di “storica approvazione della legge salva Made in Italy” mentre per Adoc (l’Associazione per la Difesa e l’Orientamento dei Consumatori) la legge sull’etichettatura rappresenta un forte segnale di reazione contro la politica europea sempre più indirizzata a favorire le grandi imprese del centro-nord dell’Europa come dimostra “l’ultimo caso dei maiali e delle uova tedesche alla diossina, la recente condanna all’Italia sul cioccolato, che segue il divieto sulla frittura di paranza, il lasciapassare al vino senza uva, al formaggio senza latte, al gelato che non si scioglie e all’aranciata senza arance”.

Ora però la norma rischia di infrangersi contro il diritto europeo. La direttiva 2000/13/CE, infatti, che regolamenta la materia dell’etichettatura nei Paesi Memebri, prevede l’indicazione dell’origine solo in forma volontaria ad eccezione che per quei prodotti per i quali l’Europa ha già previsto un simile obbligo. “Il problema ora si sposta a Bruxelles”, avverte Giuseppe Politi, presidente della Cia. In questa sede bisogna impegnarsi con la massima fermezza affinché la normativa venga totalmente recepita dall’Ue evitando rischi di infrazione”.

Fonte: helpconsumatori.it

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